L’assessore Luigina Renzi: ”Abbiamo avanzato diverse proposte, ma le norme sono molto rigorose e non c’è stato modo di spostare i seggi”
Strutture sportive, locali che ospitano uffici pubblici, spazi all’interno della caserma dei Granatieri di Sardegna in via Cerquiglia. L’amministrazione comunale a più riprese e fin dai tempi del commissariamento, ha lavorato per trovare soluzioni alternative all’utilizzo delle scuole come seggi elettorali.
Una verifica che gli uffici tecnici del Comune hanno portato avanti insieme alla Usl Umbria 2 e alle Forze dell’ordine, in particolare Carabinieri, Polizia di Stato e Vigili del Fuoco effettuando sopralluoghi con l’obiettivo di individuare nuove sedi, alternative agli edifici scolastici.
Dall’utilizzo di alcune sedi comunali (Sportello del cittadino, gli uffici di via San Carlo, Palazzo comunale e la sede della Protezione Civile a Santo Chiodo), ai locali che si trovano in piazza San Gabriele dell’Addolorata (ex uffici del giudice di pace), fino a strutture sportive come il Bocciodromo di San Giacomo e il Palatenda, compreso l’utilizzo della caserma che ospita il 2° Battaglione Granatieri “Cengio”, le verifiche effettuate non hanno consentito di individuare luoghi e spazi adatti ad ospitare i seggi elettorali.
“Ci siamo mossi con largo anticipo, addirittura prima che venissero indette le elezioni, proprio perché riteniamo che la frequenza scolastica degli studenti non possa essere sacrificata in occasione di ogni tornata elettorale – ha spiegato l’assessora Luigina Renzi – A maggio ho partecipato all’audizione alla Camera dei Deputati in qualità di rappresentante dei comuni che avevano fatto richiesta di delocalizzazione dei seggi senza ottenerla. Non eravamo soli, insieme a noi c’era ad esempio anche Bologna che è riuscita a spostarne solo uno rispetto ai tanti che ha. Purtroppo c’è una enorme difficoltà, soprattutto per i requisiti richiesti e le procedure previste dal Ministero dell’Interno per l’individuazione di nuovi locali”.
Di fatto l’impossibilità, ad oggi, di utilizzare sedi diverse è legata alla normativa in vigore, particolarmente rigorosa sul fronte degli spazi, delle distanze, delle norme igienico sanitarie, della sicurezza previste per i locali che devono ospitare i seggi elettorali. A questo si aggiunge la situazione post sisma che interessa il territorio comunale, con edifici pubblici non utilizzabili perché in attesa dei lavori.
“In occasione della audizione alla Camera abbiamo sostenuto fortemente la richiesta di alleggerire le norme per favorire una delocalizzazione, almeno temporanea, dei seggi fuori dalle scuole – ha aggiunto l’assessora Renzi – Purtroppo per le prossime elezioni non c’è stato nulla da fare, ma continueremo a lavorare affinché, tra la ristrutturazione post terremoto ed i fondi del PNRR si possano trovare spazi alternativi senza dover ancora penalizzare la scuola e gli studenti, già particolarmente sofferenti in questi anni di pandemia”.