Luca Votoni*
La contrarietà di Bersani all’introduzione della patrimoniale è la conferma della deriva tecnocratica e classista dei vertici del Partito Democratico, che porterà la coalizione di centro-sinistra nazionale direttamente tra le braccia di Monti, con cui infatti si sta già preparando il futuro governo.
Non è bastato il pareggio di bilancio in costituzione e il fiscal compact, i cappi al collo con cui l’Europa delle banche farà pagare la crisi al mondo del lavoro per i prossimi vent’anni; non è bastata la riforma delle pensioni, che riduce gli ammortizzatori sociali e innalza l’età pensionabile prima a 67 e poi a 70 anni; non è bastata l’abolizione dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori e il progressivo svuotamento del contratto collettivo nazionale, che negano ai lavoratori diritti e dignità; non sono bastate l’IMU sulla prima casa, l’aumento dell’IVA e delle accise sui carburanti, i tagli alla sanità, al welfare e agli enti locali.
Anche se si affannano a distinguersi tra di loro, le forze che hanno sostenuto il governo Monti si riconoscono su un punto fondamentale; piuttosto che far pagare i ricchi e redistribuire il reddito fra la popolazione, preferiscono continuare a colpire gli operai, gli artigiani, le famiglie, i disoccupati, i pensionati.
Questo quadro desolante rende ancor più evidente la necessità dell’alternativa che ci siamo impegnati a costruire con Rivoluzione Civile, che vuole dare voce e forza a tutti coloro a cui Berlusconi, Monti e Bersani sbattono ancora una volta la porta in faccia.
Tassare le grandi ricchezze per difendere i diritti, il lavoro e la democrazia; Rivoluzione Civile significa appunto questo.
*Candidato alla Camera in Umbria per Rivoluzione Civile
Foto di UmbriaLeft