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Elezione nuovo Papa, via al Conclave: chi è Matteo Maria Zuppi

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Elezione nuovo Papa, via al Conclave: chi è Matteo Maria Zuppi

Mer, 07/05/2025 - 08:03

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(Adnkronos) – Figura di spicco dell’episcopato italiano e interprete autorevole dello spirito del pontificato di Papa Francesco, il cardinale Matteo Maria Zuppi, 69 anni, è oggi considerato uno dei candidati più credibili a diventare il nuovo Pontefice durante questo Conclave 2025. Umanamente accessibile, pastoralmente esperto, politicamente abile, l’arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana incarna una Chiesa dialogante e misericordiosa, capace di tenere insieme fedeltà alla dottrina e apertura ai segni dei tempi. 

Nato a Roma l’11 ottobre 1955, Zuppi proviene da una famiglia radicata nel mondo cattolico: il padre, Enrico, fu giornalista scelto da Montini (futuro Paolo VI) per dirigere L’Osservatore della Domenica, mentre la madre era nipote del cardinale Carlo Confalonieri, decano del Collegio cardinalizio. Cresciuto in un ambiente familiare colto e credente, Zuppi ha sviluppato presto una sensibilità per la Chiesa e la cultura. 

Durante gli anni del liceo classico, conosce Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, con cui avvia un lungo sodalizio ecclesiale. Dopo la laurea in Lettere a La Sapienza con una tesi sul cardinale Schuster, entra nel seminario della diocesi di Palestrina e viene ordinato sacerdote nel 1981. 

Nel cuore di Trastevere, nella parrocchia di Santa Maria in Trastevere, Zuppi si fa conoscere come un “prete di strada”: vicino agli ultimi, impegnato nel sociale, instancabile promotore di iniziative per i poveri, i migranti, i senza fissa dimora. Assistente ecclesiastico della Comunità di Sant’Egidio, partecipa attivamente a molte delle sue iniziative di diplomazia umanitaria. 

Nel 1992 gioca un ruolo chiave nei negoziati di pace in Mozambico, che pongono fine a una sanguinosa guerra civile. Per questo impegno riceve la cittadinanza onoraria del Mozambico. Questo evento ne consacra il profilo come costruttore di pace e mediatore internazionale, una vocazione che continuerà a coltivare anche da vescovo e cardinale. 

Nel 2012, Benedetto XVI lo nomina vescovo ausiliare di Roma, e nel 2015 Papa Francesco lo sceglie come arcivescovo di Bologna, uno degli incarichi più significativi della Chiesa italiana. Il 5 ottobre 2019 lo crea cardinale presbitero. 

Nel 2022 viene eletto presidente della Conferenza Episcopale Italiana, su diretta indicazione del Pontefice: un incarico che rafforza il suo profilo internazionale e lo rende la figura più autorevole dell’episcopato italiano. In questo ruolo, si è distinto per la volontà di modernizzare la Cei, rafforzando la collegialità episcopale e la collaborazione tra vescovi e laici. 

Il cardinale Zuppi è forte promotore della sinodalità, convinto che la Chiesa debba “camminare insieme” e ascoltare tutti, in particolare gli emarginati e le periferie esistenziali. Ha sostenuto con entusiasmo i principali documenti del pontificato francescano, come l’enciclica Fratelli tutti e il Documento di Abu Dhabi sulla fratellanza umana, e ha partecipato attivamente al Sinodo sulla sinodalità. 

Sotto il profilo dottrinale, non mette in discussione i pilastri della fede cattolica, ma propone un approccio pastorale di accoglienza, inclusione e accompagnamento. È favorevole a una maggiore attenzione verso le famiglie “irregolari”, le persone omosessuali e i migranti. Il suo stile non è ideologico, ma profondamente evangelico e pragmatico. 

Zuppi viene spesso descritto come il più diretto continuatore dello stile di Papa Francesco, ma con una capacità di mediazione e gestione più “europea”. È apprezzato sia nell’ambiente cattolico progressista che tra molti moderati, ed è riuscito a costruire ponti anche con il mondo politico e culturale laico. È stato incaricato da Papa Francesco di missioni delicate per la pace in Ucraina e Russia. Parla correntemente italiano, francese, spagnolo e ha buone competenze in inglese. 

Il profilo di Zuppi unisce esperienza pastorale, capacità di governo, autorevolezza internazionale, fedeltà al magistero e apertura culturale. In un conclave dove si cercherà probabilmente una figura di continuità con Francesco, ma capace di affrontare nuove sfide con fermezza e lucidità, il nome di Zuppi sarà sicuramente in prima fila. 

Se eletto, sarebbe il primo Papa italiano dopo Giovanni Paolo I (1978), ma un Papa italiano dal respiro universale, profondamente romano e al tempo stesso cittadino del mondo. (di Paolo Martini) 

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