Gubbio e Gualdo

Edoardo Pifarotti nuovo diacono della Chiesa eugubina

Domenica 18 aprile, terza domenica di Pasqua, alle ore 17 (su YouTube in diretta streaming) nella chiesa di San Pietro, Edoardo Pifarotti sarà ordinato diacono, con l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria del vescovo di Gubbio, mons. Luciano Paolucci Bedini.

Nato a Gubbio nel 1988, Edoardo è cresciuto nella parrocchia cittadina di San Giovanni Battista, dove ha cominciato a essere attivo sin da bambino prima come ministrante e poi anche come catechista. Da molti anni è una delle voci dei Cantores Beati Ubaldi, cappella musicale della Cattedrale e della Basilica di Sant’Ubaldo, diretta dal maestro Renzo Menichetti.

Dopo la maturità scientifica e l’esperienza del Pontificio seminario regionale umbro “Pio XI” di Assisi, Pifarotti ha conseguito il baccalaureato in Teologia presso l’Istituto teologico di Assisi e successivamente la laurea triennale in Filosofia, presso l’Università degli studi di Perugia.

Da eugubino, nutre una profonda devozione per il patrono sant’Ubaldo e per anni, nella basilica dedicata al Santo, ha svolto un apprezzato servizio musicale, insieme a una grande passione ceraiola, vissuta come santantoniaro “doc”.

Edoardo arriva ora al passo del diaconato (nella prospettiva della consacrazione sacerdotale), accompagnato dalle comunità parrocchiali di San Pietro e San Giovanni dove presta servizio, guidate da don Mirko Orsini con la presenza di don Andrea Svanosio, come novello viceparroco, e del diacono Mauro Pierucci.

Parlando del suo cammino afferma: “Ho risposto semplicemente alla chiamata del Signore che segna qualsiasi vocazione”. In questo percorso, c’è stato “chi ha piantato, chi ha irrigato ma è Dio che ha fatto crescere”, nutrendo un ricordo affettuoso per il vescovo Pietro Bottaccioli. In riferimento al contesto segnato dalla pandemia, Edoardo Pifarotti aggiunge che “per la Chiesa può diventare un tempo prezioso per testimoniare la fede pasquale in Cristo”, e che per lui diventa “profondamente significativo vivere il dono del diaconato in tale periodo”.