Alessia Chiriatti
E' stato definitivamente approvato da parte della Giunta regionale il regolamento che disciplina le norme di riordino in materia di edilizia residenziale sociale, dopo il via libera del Consiglio delle autonomie locali ed il parere del Consiglio regionale. L'annuncio è stata salutato positivamente dall'assessore regionale alle politiche abitative Stefano Vinti che ha dichiarato “snellire le procedure e nello stesso tempo garantire al massimo diritti e doveri di coloro che aspirano all’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, sono elementi che caratterizzano fortemente questo nuovo regolamento, che, tra l’altro introduce alcune importanti innovazioni come l’Isee quale modalità di valutazione della capacità economica del nucleo familiare”.
Il regolamento – Un testo condiviso, in grado così di evitare eventuali incongruenze ed incompatibilità con i regolamenti che i Comuni stessi dovranno a loro volta approvare. Gli elementi salienti del nuovo regolamento regionale, che sarà pubblicato nei prossimi giorni sul Bollettino ufficiale della Regione Umbria, riguardano i requisiti di accesso all’Edilizia residenziale pubblica. Vengono disciplinati gli aspetti che riguardano la composizione del nucleo familiare aspirante all’assegnazione (coniugi separati, coniuge residente all’estero, ecc.), e viene stabilito il termine entro il quale deve essere costituito un nuovo nucleo familiare, nell’ipotesi in cui il richiedente abbia manifestato tale volontà in domanda. Inoltre, viene stabilito in 12.000 euro il limite massimo di ISEE per concorrere ai bandi. La legge regionale infatti introduce, per la prima volta, l’ISEE quale modalità di valutazione della capacità economica del nucleo familiare aspirante all’assegnazione, che fino ad oggi, era determinato in base al reddito. Infine, i nuclei familiari richiedenti, per poter concorrere ai bandi per l’assegnazione, non devono, evidentemente, essere proprietari di alloggi idonei. Pertanto, nel regolamento, vengono stabiliti i parametri per considerare un alloggio idoneo, sia come consistenza che come reddito da fabbricati. Viene poi lasciata la possibilità ai comuni di integrare con 4 punti i 30 stabiliti dalla Regione: Vinti a riguardo ha dichiarato a Tuttoggi.info che questa manovra è effettuata per venire incontro alle esigenze territoriali dei singoli comuni. Quattro criteri dunque, di un nuovo regolamento atteso ormai atteso ormai da anni da circa 10.000 famiglie umbre. “Speriamo così – ha detto l'assesore – che a partire dal prossimo mese di aprile possano essere aperti i nuovi bandi comunali. Resta comunque il problema dei finanziamenti necessari per la realizzazione di nuovi alloggi e l’Umbria è capofila nella richiesta di un nuovo Piano nazionale per la casa che consenta, attraverso il recupero del patrimonio immobiliare già esistente, di soddisfare le esigenze di un numero ormai impressionante di famiglie che, stante la crisi economica, non riescono a trovare una soluzione abitativa”.
La crisi – “L’intervento pubblico nel settore delle politiche abitative – ha dichiarato l’assessore Vinti – è stato molto influenzato, negli ultimi anni, da profondi mutamenti istituzionali, che hanno avuto forti ripercussioni anche in materia di edilizia residenziale pubblica. La crisi economica ha portato con sé una drastica riduzione delle risorse a disposizione, richiedendo, quindi, alle Regioni un’attenta riflessione in merito alla possibilità di modificare l’organizzazione della macchina pubblica, di semplificare l’azione politico-amministrativa e di individuare nuovi strumenti per ridurre, razionalizzare e riqualificare la spesa”.
Le altre regioni – Importante anche il dato dell'Umbria rispetto ad altre regioni: l'Umbria infatti ha utilizzato quasi tutti i fondi GESCA, a fronte di alcuni casi, come la Sicilia, che ha nelle casse anche 400 milioni di fondi inutilizzati. A Roma, così come a Firenze, ad esempio l'emergenza è tale che 50mila famiglie sono in sofferenza abitativa. A Perugia lo stesso assessore Vinti ha ricordato che il problema ha una natura altrettanto seria: basti ricordare i casi di alcune case occupate nel centro storico. E trapelano le prime indiscrezioni sui dati riguardanti gli sfratti incolpevoli, il cui rapporto è quello di 100 (appartamenti) su 100 (richieste). Nel 2013, si è parlato di 1300 sfratti in Umbria di cui il 90% incolpevoli (circa 1100 dunque), contro una stima di circa 40.000 abitazioni sfitte. L'incidenza, con i nuovi dati, dunque, sarebbe quella del 10%.
La legge – Allo scopo di fornire ai Comuni e all’ATER regionale strumenti normativi dettagliati ed esaustivi per l’espletamento delle competenze loro attribuite, la legge prevede che alcuni aspetti particolari debbano essere ulteriormente disciplinati con appositi regolamenti che devono disciplinare tra l’altro i requisiti soggettivi che devono essere posseduti dai nuclei familiari aspiranti all’assegnazione degli alloggi di ERS pubblica; le condizioni soggettive ed oggettive di disagio e relativi punteggi per la formazione delle graduatorie di assegnazione degli alloggi di ERS pubblica ed infine l’esclusione dal patrimonio di ERS pubblica di alcuni alloggi aventi particolari caratteristiche.
“La Giunta regionale – ha dichiarato Vinti – ha ritenuto opportuno disciplinare questi argomenti in un unico regolamento ed ha elaborato una proposta, che è stata sottoposta all’esame dei Comuni, in un costruttivo ed aperto percorso di confronto, dal momento che compete agli stessi l’effettiva applicazione della disciplina adottata. La collaborazione instaurata ha consentito di pervenire ad un testo condiviso e di evitare, così, eventuali incongruenze ed incompatibilità con i regolamenti che i Comuni dovranno a loro volta approvare”.
I requisiti – E' dato risalto alla presenza di minori, handicappati e anziani, nonché alle coppie di nuova costituzione. Hanno poi priorità le condizioni di emergenza quali sfratti ed ordinanze di sgombero, nonché lo stato dell’immobile occupato (mediocre o scadente), il sovraffollamento, ecc. Nello stesso regolamento vengono anche descritte le condizioni in presenza delle quali può essere pronunciata l’esclusione, al fine di fornire un elenco esaustivo e nel contempo tassativo. Come già previsto nel precedente Regolamento, è confermata la possibilità, per gli enti proprietari, di svincolare gli alloggi, restituendo l’ammontare del contributo percepito, opportunamente rivalutato, previa autorizzazione della Giunta regionale, in alternativa all’obbligo di sostituire il patrimonio escluso con un patrimonio equivalente.
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