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EDILIZIA PUBBLICA: “BOOM DELLE COMPRAVENDITE IN UMBRIA”

“Il piano straordinario per l'edilizia residenziale pubblica presentato proprio in questi giorni dall'assessore regionale alle politiche abitative, Damiano Stufara, si inserisce positivamente nella situazione umbra del mercato dell'edilizia, in cui si registra un boom delle compravendite in fra il 2000 e il 2006, ma dove però cresce di più la provincia rispetto ai capoluoghi dove le case hanno raggiunto costi eccessivi”. Così il presidente del gruppo di rifondazione comunista in Consiglio regionale, Stefano Vinti, commenta il piano straordinario per l'edilizia residenziale proposto dall'Esecutivo regionale. “Il Piano – dice Vinti – prefigura una consistente ripresa degli investimenti in particolare nei comuni capoluogo ed in quelli ad essi confinanti con una popolazione superiore ai 10 mila abitanti, compresa la messa a disposizione, nel giro di poche settimane, dei primi 155 nuovi alloggi per rispondere alle più urgenti domande di abitazioni che vengono dalle famiglie che a causa delle loro modeste condizioni economiche non ce la fanno a sobbarcarsi l'onere di un mutuo e neppure quello di un affitto troppo onerosi”.Il consigliere Vinti, segnala che fra il 2000 e il 2006, secondo il rapporto 2006 dell'Agenzia per il territorio “l'Umbria ha segnato “un vero e proprio boom per quanto riguarda le compravendite di immobili residenziali: un +34 per cento circa rispetto ad una media nazionale che si è fermata al +22,39 per cento. E la regione Umbria guida largamente la graduatoria del Centro, seguita dalle Marche (+25%) e dalla Toscana (+9% circa), mentre il Lazio ha registrato addirittura un calo (-3,8%), trascinato in questo senso dal negativo andamento del mercato della capitale. Ma sono in genere i capoluoghi di provincia a segnare il passo – sottolinea l'esponente di Rifondazione -, un fenomeno che si è segnalato particolarmente negli anni più recenti e questa legge vale anche per l'Umbria dove il mercato immobiliare relativo al settore residenziale è cresciuto a Perugia e a Terni, fra il 2005 e il 2006, appena dell'1,4 per cento rispetto al +4,7 per cento messo a segno dalla provincia, segnalando – spiega – una ‘sofferenza sociale' nel mercato”.”Il fenomeno sopradescritto – dice Vinti – si deve secondo gli esperti, a tre cause concomitanti, la prima delle quali l'alto costo raggiunto dalle abitazioni nelle città maggiori che ha escluso dalla proprietà i nuclei familiari meno abbienti e spinto molti compratori a cercare soluzioni più economiche nei comuni limitrofi. La seconda ragione – aggiunge – è legata, con molta probabilità, al fatto che nei comuni dell'hinterland è maggiore e la disponibilità di nuove costruzioni, piuttosto che nei capoluoghi, dove in molti casi il territorio si è saturato a scarseggiano di conseguenza le aree edificabili. Infine – conclude Vinti – va considerato l'incremento della compravendite nei comuni più piccoli relative all'investimento nelle seconde case, che ha coinvolto anche cittadini stranieri o provenienti da fuori regione che hanno scelto di risiedere in particolare nelle località più appetibili dal punto di vista paesaggistico”.