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Edilizia e cave, generale mobilitazione del settore: “vogliamo un confronto per rilanciare il settore”

(Fda) “Oggi siamo di fronte a una crisi verticale dell’attività estrattiva confermata anche dai dati elaborati dall’Osservatorio della Regione Umbria sui materiali inerti. E’ del tutto inutile sottolineare come, essendo questo un settore primario, dalla sua crisi non discendono solo conseguenze dirette sul piano produttivo ed occupazionale”.

E' partendo da questa considerazione che Confindustria, gli esponenti di Ance Perugia (Associazione dei costruttori edili) e i sindacati del settore (Fillea-Cgil, Filca-Cisl, Feneal-Uil) hanno annunciato nei giorni scorsi una serie di iniziative, per coinvolgere le istituzioni nel rilancio del settore delle costruzioni e in particolare dell'attività estrattiva.

Secondo gli industriali e i lavoratori del comparto delle cave, “dal 2006 al 2010, in Umbria, il numero di cave attive è notevolmente diminuito, passando da 125 a 90”. Notevole la differenza del dato, con quello citato pochi giorni fa dal Corpo Forestale dello Stato, che in una conferenza stampa ha parlato invece di 155 cave attive in Umbria.

“Nello stesso arco di tempo, -sostiene ancora il comparto – il volume dei materiali estratti è calato in modo significativo di circa il 33 per cento di metri cubi scavati e si prevede un’ulteriore diminuzione nel prossimo anno fino al 50 per cento. Il contributo di tutela ambientale che entra nelle casse di regione, province e comuni da questa attività è rimasto invece costante, attestandosi intorno ai 2 milioni di euro l’anno, a seguito della decisione della regione di aumentare questa tassa del 50 per cento”.

CAVE IRREGOLARI E INFORMAZIONE Nell'incontro tra sindacati e industrie di settore, i rappresentanti delle varie categorie hanno voluto anche criticare fermamente “una descrizione assolutamente distorta del comparto delle attività estrattive”, “che purtroppo è stata fatta, anche in questi ultimi giorni, partendo da alcune specifiche vicende”, in riferimento ai recenti articoli di stampa relativi alle attività di controllo del Corpo forestale sui siti di tutta la regione (leggi).

Secondo imprese e lavoratori, invece, “soprattutto negli ultimi dieci anni, nel settore è notevolmente cresciuta la consapevolezza della centralità di alcuni temi e l’attenzione all’ambiente, al territorio, al rispetto delle regole. Risulta quindi ingiusto e sbagliato procedere a qualsiasi generalizzazione (…). La stragrande maggioranza delle aziende sono regolari e sono anche le prime a subire le conseguenze della concorrenza sleale procurata da coloro che lavorano non rispettando le normative.

INCONTRI ISTITUZIONALI “Siamo drammaticamente preoccupati per la tenuta dei livelli occupazionali”, hanno dichiarato in un comunicato congiunto gli operatori del settore, a seguito dell'incontro. “C’è il rischio, infatti, che il perdurare della crisi determini una severa diminuzione di lavoratori in un settore che occupa centinaia di persone dalla cui attività dipendono altre decine di migliaia di posti di lavoro. Come abbiamo in più occasioni avuto modo di dimostrare non ci vogliamo sottrarre ad un confronto franco e senza pregiudizi con tutti i rappresentanti della società civile e con il complessivo mondo politico e istituzionale, con l’obiettivo di cercare una soluzione equilibrata tra regolarità, tutela dell’ambiente, sviluppo e occupazione”.

L'intenzione scaturita dall'incontro di settore è ora quella di “convocare unitariamente, nelle prossime settimane, incontri con tutti i rappresentanti istituzionali e con tutti coloro che, senza pregiudizi e con lealtà, intendono lavorare per un futuro di qualità della nostra regione”, per mettere in campo delle misure di rilancio del settore.