Con i quotidiani, periodici, settimanali e mensili in edicola anche certificati a portata di clienti-cittadini. Le edicole potrebbero infatti diventare sportelli decentrati del Comune di Città di Castello.
L’innovativa proposta (la prima a livello regionale, e con pochi casi del genere in Italia) è contenuta in una interrogazione presentata dai consiglieri comunali Pd, Luciano Tavernelli e Vittorio Massetti, e verrà presto discussa nella massima assise tifernate.
“Negli ultimi anni le edicole sono in forte sofferenza e non solo per la crisi che investe i giornali cartacei. Nuove norme amministrative e di carattere tributario, sono già state adottate da questa amministrazione a favore di questa realtà (riduzione del 50% della Cosap, ndr). L’edicola – precisano i consiglieri – come i negozi di prossimità, rappresenta un luogo non solo di incontro, ma di discussione e confronto, legato alle cronache della vita sociale e politica che i giornali e le locandine contengono”.
Le edicole, in forte diminuzione, hanno da sempre rappresentato un presidio di informazione molto diffuso nel territorio, essendo ben dislocate e diffuse in quartieri e frazioni. Le consideriamo quindi una risorsa sia culturale da sostenere, che sociale da non smantellare
Nei casi in cui al cittadino, ad esempio, serva stampare una certificazione di qualunque tipo (nascita, matrimonio, morte) o rinnovare la carta d’identità, questo non dovrà più essere costretto a recarsi di persona agli uffici dell’Anagrafe, ma gli basterà presentarsi davanti all’edicola di fiducia. Una svolta che potrebbe anche garantire agli utenti fasce orarie giornaliere complete, sabato compreso.
Tavernelli e Massetti, infatti, interrogano la giunta circa “l’opportunità di intervenire per offrire, alle edicole che ne facciano richiesta, la possibilità di diventare uffici decentrati dell’amministrazione comunale, favorendo in questo modo non solo l’attività delle edicole stesse, ma anche la delocalizzazione fisica nel territorio di attività oggi concentrate in soli due punti del Comune. Si richiede inoltre di conoscere – concludono – se non ritenga opportuno, dopo una prima fase sperimentale, delocalizzare, presso questi ‘uffici decentrati’ anche attività specifiche di altri gestori con valenza pubblica”.