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ECOSISTEMA URBANO 2008

Presentato ieri a Perugia Ecosistema Urbano 2008 .Una fotografia della sostenibilità dell'Umbria attraverso i due capoluoghi di Provincia,l'indagine sulle città italiane di Legambiente e Sole 24 ore*Migliorano leggermente i dati che fotografano la sostenibilità urbana di Perugia e Terni, anche se siamo ben lontani dalle migliori performance delle più ecologiche d'Italia: Bergamo con più di 40 metri quadrati per abitante delle ZTL, Lucca dove il verde urbano è intorno ai 45 mq a testa, Novara dove la raccolta differenziata è arrivata 66,9%, ed Isernia la città meno inquinata d'Italia.”Vista nella classifica generale – dichiara *Annarita Guarducci, segretario del Circolo di Perugia* – la nostra città ottiene un *quinto posto, frutto dell'importanza che viene attribuita ad alcuni indicatori come le politiche energetiche e la mobilità*, sempre più al centro delle emergenze delle aree urbane.””Analizzati però con la lente di ingrandimento, i dati di Perugia non sono così soddisfacenti – continua la Guarducci – Spicca il dato della raccolta differenziata che da almeno tre anni oscilla tra il 30 e il 32%, indicativo del fatto che non si punta ad una seria politica del ciclo dei rifiuti. Per quanto riguarda i nitrati nelle acque, Perugia scende al 79 posto e le perdite di rete si attestano al 30%. Lontanissima rispetto ai migliori dati di Lucca, Perugia ha soltanto 4 mq a testa di ZTL. Singolari anche i dati dell'abusivismo edilizio in Umbria (dato valutato regionalmente per la difficoltà di disaggregazione comunale). Secondo il rapporto Ecomafia dello scorso anno (dati 2004), l'Umbria è la meno virtuosa tra le regioni del centro Nord e la migliore rispetto a quelle del sud, con 5,19 costruzioni abusive ogni 10.000 abitanti. Del resto è noto che l'Agenzia del territorio ha individuato in Umbria circa 4.000 immobili mai censiti.””La notizia per Terni – dichiara invece *Andrea Liberati, Presidente del Circolo di Terni* – è che la città in classifica generale scende dal 15 posto dello scorso anno, al 51. Questo principalmente per la *mancata risposta alle domande contenute nel questionario* di Legambiente, in particolare non sono stati inviati i dati relativi alla qualità dell'aria (biossido di azoto, PM10, ozono). Come l'anno scorso per la città dell'Aquila, il mancato invio di dati così importanti per determinare la qualità ambientale e la vivibilità di una città, comporta un rilevante ridimensionamento in classifica””Comunque i dati inviati – continua Liberati – oscillando tra minimi miglioramenti e minimi peggioramenti, disegnano un quadro della salute dell'ambiente della città di Terni, sostanzialmente simile a quello dell'anno passato. Per quanto riguarda la voce “partecipazione ambientale”, riferita alle politiche di coinvolgimento e partecipazione, processi di agenda 21 e quant'altro, nonostante il buon posto in classifica generale (15°), è da considerare del tutto insufficiente. La mancanza di informazione realmente accessibile, di un reale ascolto e di un'effettiva partecipazione dei cittadini alle decisioni è la vera causa delle difficoltà di rapporto tra amministrazione e buona parte della cittadinanza come verificato in occasioni della vertenza della centrale da 800 MW e tutte le dispute attorno alla nocività di inceneritori e discariche e più in generale del modo con cui abbiamo gestito e andremo a gestire i rifiuti”.La risposta a Liberati è arrivata direttamente dal *sindaco di Terni Paolo Raffaelli*, presente in conferenza stampa questa mattina a Palazzo Donini: “C'è *piena disponibilità da parte nostra a confrontarci pubblicamente, commentare i dati e fare chiarezza* sulla loro reperibilità. Ovviamente questo comportamento è da parte nostra necessario, per garantire trasparenza e correttezza dei nostri comportamenti””Purtroppo dai dati emerge che la situazione non è così rosea come appare agli occhi di chi vive la nostra regione per brevi periodi e motivi turistici – Dichiara *Vanessa Pallucchi, presidente di Legambiente* *Umbria*- le nostre politiche ambientali urbane spesso non tengono il passo conaltre città italiane. La grande sfida delle città post-industriali è la gestione dei rifiuti, della mobilità e dei consumi energetici. Occorre investire sulla qualità ambientale come elemento caratterizzante della riqualificazione urbana, come motore di una migliore qualità della vita, ma anche come attrattore di nuovi investimenti, di giovani, di turisti. Tornare a scommettere sulle nostre città è il vero motore di una crescita intelligente”.”Per fare delle nostre città dei luoghi puliti, vitali, sicuri vanno prioritariamente affrontate *tre grandi questioni* – continua la Pallucchi – la prima è quella della *mobilità*: non servono infrastrutture viarie, ma razionalizzare e ottimizzare il trasporto pubblico, urbano ed extraurbano, in modo da ridurre rapidamente e drasticamente il traffico privato fra i centri urbani regionali. Una scelta imprescindibile non solo per combattere l'inquinamento ma prima ancora per ragioni di efficienza e di congestione veicolare delle nostre città storiche.La seconda è quella *energetica*, dove le città sono l'ideale banco di prova per una nuova politica che punti a rendere molto più efficiente l'uso di energia e a promuovere le fonti energetiche che non inquinano e non alimentano i cambiamenti climatici: puntare sull'efficienza energetica degli edifici cominciando da quelli pubblici, definire regolamenti edilizi realmente applicabili, incentivare le fonti energetiche rinnovabili. La terza grande questione è quella dei *rifiuti* – conclude la Pallucchi – Puntare in maniera decisa e prioritariamente sulla raccolta differenziata porta a porta con percentuali oltre il 60%, che è l'unico modo per non costruire nuove discariche e nuovi inceneritori e cominciare aridimensionare e in prospettiva chiudere quelli esistenti a cominciare da quelli più obsoleti”.