E’ fatta di luci e di ombre la situazione congiunturale delle province di Perugia e di Terni. I dati li fornisce il report “Dataview – Il barometro dell’economia territoriale”, curato da Unioncamere e dall’Istituto Tagliacarne, fulcro dell’informazione economica del Sistema camerale che opera attraverso ricerche, studi e analisi sulle policy in collaborazione con le altre strutture delle Camere di commercio. Dieci gli indicatori congiunturali presi in considerazione per ogni provincia italiana, oltre a sei sul turismo.
In generale, c’è da innanzitutto da rilevare come gli indicatori congiunturali della provincia di Perugia siano migliori di quella di Terni: il Perugino, infatti, presenta in 4 casi su 10 indicatori con performance superiore alla media nazionale (più un sostanziale pareggio in un indicatore), contro i tre della provincia di Terni. E va osservato che il rallentamento della crescita economica – rispetto agli anni 2021 e 2022 caratterizzati dal forte rimbalzo della ripresa post Covid – che è in atto non solo in Italia, ma un po’ in tutta Europa sull’onda degli alti tassi di interesse e delle tensioni geopolitiche, in Umbria si presenta un po’ superiore alla media nazionale.
Tra le luci evidenziati dal report “Dataview”, in provincia di Perugia ci sono la variazione delle esportazioni fra primo trimestre 2023 e primo trimestre 2024 (+6,4%, nettamente superiore al -2,8% dell’Italia), a dimostrazione della crescita della propensione all’internazionalizzazione delle imprese della provincia. Poi la variazione della consistenza delle istituzioni iscritte al Runts (Registro unico nazionale terzo settore) fra giugno 2023 e giugno 2024, con +22,9% a fronte del +14,9% della media nazionale, a dimostrazione della ricchezza del terzo settore in Umbria.
Il terzo indicatore in cui la provincia di Perugia mostra un andamento più forte rispetto alla media italiana è variazione della consistenza dei depositi bancari e risparmio postale fra primo trimestre 2023 e primo trimestre 2024 (+2% in provincia di Perugia, -0,3% in Italia), a dimostrazione della propensione al risparmio nella provincia ma anche di una minore propensione all’investimento finanziario di medio-lungo periodo, con i cittadini che preferiscono detenere i risparmi sui conti correnti, o comunque in strumenti finanziari di breve periodo (ad esempio i conti deposito), privilegiando la sicurezza rispetto alla resa.
Infine, la variazione del numero di transazioni normalizzate di abitazioni fra primo trimestre 2023 e primo trimestre 2024: in questo caso anche la provincia di Perugia è in flessione (-6,2%), ma meno rispetto alla media nazionale ( -7,2%).
Fin qui le luci, come detto 4 su 10 tra gli indicatori di “dataview”. Tra le ombre, la provincia di Perugia vede la variazione delle imprese attive fra giugno 2023 e giugno 2024 (-2,1% contro il -0,5% della media italiana), la variazione della consistenza delle start-up innovative registrate fra giugno 2023 e giugno 2024 (-23% contro il -7,7% del dato nazionale), la variazione del numero di occupati fra primo trimestre 2023 e primo trimestre 2024 (-1,6%, rispetto al +1,7% dell’Italia), anche se c’è da dire che la provincia di Perugia, se si guarda al confronto tra 2019 e 2024, sull’occupazione è cresciuta più della media nazionale. Quindi la variazione del numero di entrate previste di lavoratori fra gennaio-luglio 2023 e gennaio-luglio 2024 (-3,8% nel Perugino, +0,2% in Italia) e la variazione del numero di ore di cassa integrazione guadagni fra gennaio-maggio 2023 e gennaio-maggio 2024 (+53,2%, contro +21,5% del dato nazionale).
Infine, un sostanziale pareggio con la media italiana (-4,9% contro -4,7%) nella variazione percentuale della consistenza dei prestiti alle attività economiche fra aprile 2023 e aprile 2024.
Le due luci (su 10 indicatori) mostrare dalla provincia di Terni riguardano la consistenza delle istituzioni iscritte al Runts (Registro unico nazionale terzo settore) fra giugno 2023 e giugno 2024 (+19,4% contro +14,9% del dato nazionale), oltre a un minore arretramento nella consistenza dei prestiti alle attività economiche (tra aprile 2023 e aprile 2024 – 2,2% nel Ternano e -4,7% in Italia). Importante è anche il vantaggio della provincia di Terni sulla media nazionale per quanto concerne la variazione del numero di ore di cassa integrazione guadagni fra gennaio-maggio 2023 e gennaio-maggio 2024: +11%, contro il +0,2% dell’Italia.
Tra le ombre degli indicatori congiunturali relativi al Ternano, il -1,5% delle imprese attive tra giugno 2023 e giugno 2024, il -13,6% della consistenza delle start-up innovative registrate fra giugno 2023 e giugno 2024, rispetto al -7,7% del dato nazionale, il +0,3% della variazione del numero di occupati fra primo trimestre 2023 e primo trimestre 2024, contro il +1,7% della media italiana (il dato ternano è comunque superiore al -1,6% visto per il Perugino). Inoltre, ci sono il -10,6% del numero di entrare di lavoratori previste fra gennaio-luglio 2023 e gennaio-luglio 2024 (la media nazionale è +0.2%), il -0,7% della consistenza dei depositi bancari e risparmio postale fra primo trimestre 2023 e primo trimestre 2024 (media italiana -0,3%), il maggiore calo delle esportazioni (-18,7% contro il -2,8% del dato nazionale) tra primo trimestre 2023 e primo trimestre 2024, il -13,8% del numero di transazioni normalizzate di abitazioni fra primo trimestre 2023 e primo trimestre 2024 (il calo italiano è minore, -7,2%).
Il report “Dataview – Il barometro dell’economia territoriale” prende in considerazione anche il turismo attraverso sei indicatori. In sintesi, la provincia di Perugia nel 2023 è al 41esimo posto tra le 100 province italiane (stessa posizione se si guarda al periodo 2017-2013) per presenze turistiche per kmq di superficie consumata, mentre la provincia di Terni è al 62esimo (al 61esimo se si prende in considerazione il periodo 2017-2023). In termini percentuali (non ovviamente in quelli assoluti) la variazione delle presenze turistiche tra il 2019 e il 2023 è maggiore in provincia di Terni (+10,75%) rispetto a quella della provincia di Perugia (+8,9%) – si tratta, rispettivamente, del 25esimo e del 31esimo miglior incremento tra le 110 province italiane – mentre in termini di presenze turistiche per kmq di superficie consumata la provincia di Perugia ne conta 15mila 497 e quella di Terni 9mila 307.
Gli alloggi medi annui disponibili su AirBnb per kmq nel 2023 sono 1,91 in provincia di Perugia (48esimo posto tra le 100 province italiane) e 1,34 in quella di Terni (62° posto). Sempre nel 2023, il tasso percentuale di occupazione medio annuo degli alloggi AirBnb è del 25,35% nel Perugino (69esima posizione) e del 25,02% nel Ternano (74esima posizione), a conferma di un tasso di occupazione delle strutture ricettive che in Umbria è storicamente più basso della media nazionale.
Quanto all’incidenza del valore aggiunto delle attività di alloggio e ristorazione sul totale economia (considerando solo le attività turistiche in senso stretto, senza considerare il vasto indotto generato dal turismo), il report “dataview” indica una percentuale del 3,7% per la provincia di Perugia (47° posto nella graduatoria nazionale) e del 3,22% per quella di Terni (60° posto).
Giorgio Mencaroni, Presidente della Camera di Commercio dell’Umbria: “L’indagine congiunturale di ‘dataview – Il Barometro dell’economia territoriale’, curato da Unioncamere e Istituto Tagliacarne per monitorare l’andamento economico nelle 100 province italiane, vede confermati i punti di forza e di debolezza delle imprese umbre, facendo emergere che le aziende, e più in generale il sistema socio-economico regionale, sono impegnate in un processo di modernizzazione, in primis caratterizzato dalla transizione digitale e da quella ecologica, che comporta una maggiore internazionalizzazione e una crescita della produttività, ossia della competitività, sia sul mercato interno che su quello internazionale. In effetti, davanti a una flessione, peraltro fisiologica, del numero delle aziende attive, c’è un complessivo irrobustimento del tessuto imprenditoriale umbro, come dimostrano anche la crescita del numero delle società di capitali e l’aumento dell’export. Tutti temi che la Camera di Commercio dell’Umbria ha tra le sue concrete priorità di intervento. Sul turismo l’Umbria ha ben recuperato, ottenendo, nell’andamento 2019-2023 delle presenze turistiche, una crescita che la colloca nella parte medio-alta della classifica nazionale, anche se, in un mercato turistico sempre più competitivo ed esigente, c’è la necessità non solo di consolidare questi risultati, ma di farli crescere attraverso un aumento del tasso di occupazione medio annuo delle strutture ricettive, su cui dobbiamo lavorare intensamente perché ci sono grossi spazi di miglioramento. Vorrei poi sottolineare come i risultati si raggiungono, soprattutto in una regione certo non grande come l’Umbria, grazie a una convergenza tra le istituzioni e con la collaborazione stretta delle forze economiche e sociali. Fare massa critica è fondamentale per una regione delle dimensioni della nostra”.