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Economia umbra, “quadro assolutamente preoccupante”

Si chiude un anno di grande difficoltà, nel quale il sindacato è stato costretto a giocare per lo più in difesa, visto l’andamento economico e occupazionale ancora negativo, le tante vertenze aziendali, le difficoltà del post-terremoto e in generale un arretramento delle condizioni economiche e sociali delle cittadine e dei cittadini umbri“. Parte da questa constatazione l’analisi della Cgil di Perugia sulla situazione del territorio e sulle prospettive per il nuovo anno. Nuovo anno che si aprirà all’insegna della mobilitazione, come ha sottolineato Filippo Ciavaglia, segretario generale della Cgil di Perugia, accompagnato dalla nuova segreteria provinciale (Vanda Scarpelli, Elisabetta Masciarri, Roberto Panico e Giuliana Renelli) nella conferenza stampa di fine anno organizzata dalla Camera del Lavoro:

Già domani (venerdì,ndr) – ha ricordato Ciavaglia – saremo in piazza a Perugia, come nel resto d’Italia, con i sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil per dire no all’ultima vessazione imposta dal governo in finanziaria contro i pensionati, con il blocco delle rivalutazioni. Poi a gennaio – ha aggiunto – è già stata decisa una grande mobilitazione nazionale dei tre sindacati contro una Manovra sbagliata, miope e recessiva, che taglia ulteriormente su crescita e sviluppo, lavoro e pensioni, coesione e investimenti produttivi”.

Investimenti che servirebbero invece come il pane, secondo la Cgil, per invertire la tendenza di un quadro territoriale che resta “assolutamente preoccupante“. “Fatte salve alcune note eccellenze, come il polo dell’aerospazio di Foligno, e poche altre realtà in espansione – ha detto ancora Ciavaglia – il territorio provinciale resta in grandissima difficoltà, a partire da situazioni critiche come quella di Spoleto, dove è in atto una vera e propria deindustrializzazione, che si va ad aggiungere agli effetti negativi del terremoto, rispetto al quale – ha sottolineato per l’ennesima volta il segretario della Cgil provinciale – i ritardi e le lentezze sono evidenti”.
Per quanto riguarda poi il capoluogo, secondo la Cgil, “il declino di Perugia continua, come testimoniato anche dal drastico declassamento subito nell’ultima classifica del Sole24Ore sulla qualità della vita”. Per di più, “alcune nuove vertenze aziendali che si sono aperte nell’ultimo periodo nel Perugino (Balcke Dürr, AstaLegale.net, Molini Fagioli, etc) mettono a rischio altre centinaia di posti di lavoro ”.
In questo contesto il giudizio della Cgil sul Defr, la finanziaria regionale, è negativo: “Manca un’analisi all’altezza sulle difficoltà strutturali dell’Umbria – ha spiegato ancora Ciavaglia – che è invece essenziale per mettere poi le importanti risorse a disposizione, dai fondi europei a quelli per le aree di crisi, dalle aree interne al dopo terremoto, al servizio di un progetto di rilancio complessivo che guardi prima di tutto alla creazione di lavoro, stabile e di qualità”.
Il 2018 infatti si è caratterizzato per un altro fattore fortemente negativo, secondo la Cgil, la dilagante precarietà del lavoro: solo il 20% circa delle nuove assunzioni in Umbria avviene con contratti a tempo indeterminato. “Ma senza stabilità e qualità del lavoro non è possibile invertire la tendenza al declino – ha concluso Ciavaglia – per questo chiediamo investimenti, in infrastrutture, welfare, e servizi. Se il 2018 lo abbiamo dovuto giocare in difesa, il 2019 dovrà essere l’anno del contrattacco per le persone che rappresentiamo”.

Nel frattempo, la nuova segreteria provinciale della Cgil Perugia deve far fronte alla battaglia interna, con la minoranza che fa capo a Landini che ha formalmente contestato le modalità dell’elezione.


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