“Come ti chiami?”. “Mi chiamo Luis Alberto Suarez Diaz e sono uruguaiano”. E’ iniziato così, il 17 settembre, l’esame di italiano di Suarez. Un esame durato 12 minuti, di cui il Corriere della Sera pubblica la trascrizione.
Quindi al calciatore vengono mostrate due fotografie e lui ne enuncia i soggetti: un cocomero e un supermercato.
Poi gli viene chiesto il nome di una città italiana. E lui risponde “Torino“, forse pensando al contratto con la Juventus. Nessun colloqui, dunque, nel fingere di incontrarsi in una città italiana, come aveva raccontato l’esaminatore dopo la prova.
Poi un’ultima domanda sulla sua professione. Risposta: “Faccio il calciatore e sono da 6 anni a Barcellona”.
Domande che erano state anticipate a Suarez con un pdf inviato via Teams e recuperato dagli inquirenti perugini. E sulle quali il Pistolero era stato preparato dalla sua insegnante. Che sulla sua preparazione aveva detto: “Non spiccica na’ parola“.
La prof juventina
Ma da juventina, “tifava” perché Suarez avesse acquisito l’abilitazione B1 necessaria per ottenere il passaporto italiano. E quindi concludere l’affare, poi sfumato, per passare alla Juventus.
La commissione, però, continua a sostenere che l’esame di Suarez è stato regolare. E che è durato così poco per evitare assembramenti all’esterno, data la notorietà del candidato.
I legali della Juventus in Procura a Perugia
E mentre la Juventus presenta Alvaro Morata, tornato a Torino al posto di Suarez (che invece si è accasato all’Atletico Madrid nella girandola dei bomber), i legali della società bianconera sono comparsi davanti ai pm perugini in qualità di persone informate sui fatti.
I legali hanno spiegato al magistrato il loro ruolo. Affermando che non c’è stata alcuna pressione per indirizzare l’esito dell’esame. Sostenendo che la Juventus è “ovviamente” estranea ai fatti.
I pm vogliono sentite anche Cherubini e Paratici
Nei prossimi giorni saranno sentiti i manager della società bianconera, il folignate Federico Cherubini e Fabio Paratici. Il primo, tramite l’amico juventino Maurizio Oliviero, rettore dell’Università degli Studi di Perugia (anche lui non indagato), avrebbe preso contatti con l’Università per Stranieri. Il secondo, citato in stralci di intercettazioni, ha telefonato ad Oliviero dopo l’esame, dicendo che l’entourage del calciatore era rimasta molto soddisfatta dell’accoglienza ricevuta a Perugia.
Il fascicolo della Procura della Figc sulla Juve
Intanto la Procura generale della Figc ha aperto un fascicolo. Chiedendo gli atti alla Procura di Perugia. Si vuole verificare se da parte di tesserati della Juventus ci siano stati comportamenti che possano configurare la violazione dell’art. 32 comma VII del Codice Figc sulle false attestazioni legate ai passaporti. In caso di colpevolezza, si va dall’ammenda qualora venisse riconosciuta la responsabilità oggettiva, fino alle penalizzazioni se c’è stata responsabilità diretta, compresa la retrocessione all’ultimo posto o l’esclusione dal campionato. Ipotesi, queste ultime, che però appaiono molto improbabili in base a quanto emerso finora.