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ECCO LA NUOVA GIUNTA, BENEDETTI ALLARGA A 8. DENTRO CINTIOLI E LISCI, FUORI LA CAMPANA, ROSSI NON MOLLA LA SEDIA. LE DELEGHE

La montagna alla fine ha partorito il topolino. L’atteso rimpasto di Giunta, quello che ha tenuto per mesi e mesi la politica spoletina con il fiato sospeso, è ormai reatà. Il sindaco Daniele Benedetti durante la notte ha concluso le ultime consultazioni con i partiti di maggioranza trovando l’accordo. Diciamolo subito, più che un rimpasto sembra un rammendo (se fatto bene lo sapremo solo nei prossimi mesi), dettato più dalla esigenza di ‘calmare’ i mal di pancia interni al Partito Democratico che hanno fin qui semiparalizzato la macchina amministrativa e minato profondamente l’immagine delle istituzioni.Dunque Benedetti ha deciso: la Giunta sarà a 8, grazie al taglio del 10% ai suoi stessi emolumenti e a quelli degli assessori.

La ‘nuova’ squadra – in Giunta entreranno Giancarlo Cintioli e Stefano Lisci. Il primo, già consigliere comunale e assessore alle Grandi Opere nel Brunini I, andrà a ricoprire il ruolo di assessore ai lavori pubblici, incarico finora tenuto da Proietti che, mantenendo quello al Bilancio, prenderà anche le deleghe ai servizi sociali. Al socialista Stefano Lisci l’incarico di Vice sindaco con deleghe quasi certamente alla viabilità e polizia municipale e al turismo. Ad uscire definitivamente dai giochi è l’ormai ex assessore Fiorella Campana, l’unica che sembra non aver avuto santi in paradiso che le tutelassero la fatidica poltrona. Se la vicenda Cintioli non mancherà di suscitare più di una polemica, a tener banco in queste ore è il ruolo di Dante Andrea Rossi. Il neo segretario provinciale del Pd di Perugia – formalmente ancora vice sindaco di Spoleto – a dispetto delle promesse e dei proclami, sembra non volerne sapere di mollare la poltrona, disposto anche a retrocedere pur di tenere l’assessorato allo sport. Un ‘vizietto’, quello di governare il partito e amministrare la res publica, che a Spoleto risale alla fine degli anni ’90 e che Rossi sembra non voler perdere. Alla faccia pure del neosegretario del pd spoletino Andrea Bartocci che, una volta assunto l’incarico, ha annunciato le dimissioni da amministratore delle farmacie comunali che darà alla approvazione del bilancio. Quale arma, pardon ragionamento, abbia usato Rossi per convincere Benedetti, non è dato sapere: certo non i risultati ottenuti proprio nella gestione dell’assessorato allo sport, stando almeno alle tante polemiche e interventi dell’opposizione che si son registrati sin dall’avvio del mandato. La vicenda Rossi, che ai due incarichi deve anche aggiungere quello di dipendente della Provincia di Perugia, sembra stia creando più di un imbarazzo nella stessa segreteria regionale (che domenica prossima sarà a Baiano per una cena di sottoscrizione in favore delle casse del Partito). Insomma l’odore di stantio, di “vecchio”, rischia di caratterizzare anche questa seconda fase del mandato Benedetti, il quale sa benissimo che a partire da domani non saranno ammessi più errori e scivoloni. Solo venerdì prossimo comunque, quando il sindaco presenterà la squadra alla stampa, si saprà se Rossi avrà avuto un ripensamento o meno. La Giunta quindi sarà composta da: Daniele Benedetti, Stefano Lisci, Giancarlo Cintioli (Lavori pubblici), Vincenzo Cerami (Cultura), Yuri Cerasini (urbanistica) Paolo Proietti (Bilancio e Servizi sociali), Margherita Lezi (Sviluppo economico) e Battistina Vargiu (scuola).

In Consiglio – certo è che proprio il Pd farà la parte del leone. Il rimpasto, infatti, dovrebbe consentire la consegna della presidenza del consiglio comunale, finora del socialista Lisci, a Patrizia Cristofori che anche lei sembra aver così ottenuto una “giusta” poltrona. Al suo posto di capogruppo del pd dovrebbe andare Marco Trippetti. L’uscita di scena di Lisci dagli scranni del Consiglio consentirà la nomina a consigliere comunale di Aliero Dominici nelle file dei socialisti.

Il dubbio dei socialisti – intanto però, ed è notizia di pochi minuti fa, i socialisti di Silvano Rometti sarebbero intenzionati a porre un veto sull’allargamento della Giunta a 8. Fin troppo evidente che gli esponenti del garofano, perso il posto di presidente del consigio, speravano in un secondo assessore o al più di lasciare immutati i 7 incarichi. Difficile comprendere al momento se le eccezioni poste dallo Sdi riusciranno a fermare la manovra di Benedetti. Il Partito democratico, a quanto se ne sa, sarebbe disposto, incredibile ma vero, a sacrificare addirittura la Battistina Vargiu, l’assessore che ha saputo conquistare davvero tutti con la sua professionalità, presenza dentro e fuori il Palazzo e attenzione ai problemi del proprio assessorato: un riconoscimento che gli è unanimamente riconosciuto a cominciare dal sindaco.

Fuori dal Palazzo – tutte le pedine dello scacchiere, se i socialisti non ostacoleranno la corsa, dovrebbero andare al loro posto. Fuori dai giochi resta solo la nomina del quinto consigliere all’ASe, posto che spetta ai socialisti, e per il quale è ormai in pole position Roberto Ranucci.

Riordino della struttura – nel corso della conferenza stampa di venerdì mattina il sindaco Benedetti dovrebbe annunciare anche i riordino della macchina organizzativa.

Apo e dirigenti – intanto nelle stanze del palazzo tiene banco la vicenda degli Apo. Ieri l’incontro fra i cosidetti vicedirigenti che stamani hanno incontrato il sindaco il quale, a quanto trapela, avrebbe ribadito la volontà di procedere ad una revisione atta sia a contenere la spesa, sia a liberare risorse da mettere nel fondo produttività per tutti i 270 circa dipendenti municipali (che nel 2009, vale ricordarlo, non hanno preso un euro di produttività). La vicenda, come si ricorderà, aveva portato ad un vero e proprio scontro fra il primo cittadino, che aveva disposto di non procedere alla nomina degli Apo fino al riordino degli uffici, e molti dirigenti che invece, motu proprio, avevano firmato le determine per le nomine. Da ieri però i dirigenti hanno cominciato a firmare le nuove determine per annullare quelle nomine suscitando l’ira degli Apo. La questione ha allarmato anche i sindacati che seguono costantemente la questione e che hanno cominciato ad alzare l’attenzione proprio sulla classe dirigente. A cominciare dai 4 neodirigenti che nei giorni scorsi hanno firmato il relativo contratto di lavoro e iniziato così il periodo di prova di 6 mesi. Il dubbio del sindacato è questo: potevano ricevere gli incarichi di responsabili delle varie strutture, ricevuti a fine anno 2010, se sono in prova?