Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura. Rivoluzione verde e transizione ecologica. Infrastrutture per una mobilità sostenibile. Istruzione e ricerca. Inclusione e coesione. Salute. Sono queste le 6 “missioni”, declinate in 45 linee di intervento, del Recovery Plan, Pnrr Umbria 2021-2026, il Piano nazionale di ripresa e resilienza attraverso il quale anche l’Umbria cercherà di risollevarsi dopo un anno di pandemia. Che sul Pil umbro ha avuto nel 2020 un impatto negativo stimato tra il 9,1 (stima Italia Mef) e il 13,6% (stima Bankitalia). Con una ripresa che per l’anno in corso è stimata dallo Svimez intorno al 4,7%.
Il Recovery Plan per l’Umbria – si legge nel documento presentato oggi alle parti sociali – è anzitutto “uno straordinario volano di fiducia”. Una road map per superare le incertezze che, a causa del Covid, hanno caratterizzato questa difficilissima fase economica.
Ma anche l’occasione, grazie a questa sorta di nuovo Piano Marshall che farà cadere una pioggia di fondi europei sull’Italia, l’occasione per correggere finalmente alcuni nodi strutturali (e infrastrutturali) che l’hanno fatta scivolare sempre più, a livelli di produttività, occupazione e reddito pro capite, verso i numeri del Meridione.
Sul piatto, per invertire la fase di declino, ci sono oltre 3 miliardi di euro. Ipotetici, fino a quando non sarà decisa la dotazione che le Regioni potranno autonomamente gestire.
La prima missione riguarda l’innovazione tecnologica e l’attrattività. Per la quale si contano di investire 469 milioni di euro. La misura più consistente (100 milioni) è quella relativa all’Umbrian Nanomaterials District. Il progetto vedrà infatti la realizzazione nell’area di crisi “ex-Merloni” di un distretto focalizzato sui micro e nano materiali, fortemente collegato con quello sui biomateriali di Terni, e contribuirà così a trasformare la stessa Regione in una sorta di distretto macro per lo sviluppo di materiali all’avanguardia e a basso impatto ambientale. Un progetto nel quale si prevede di impiegare in 5 anni almeno 600 persone direttamente e 250 addetti indiretti.
E poi 58 milioni da investire sugli attrattori turistico-culturali. Venti milioni per il progetto che prevede la realizzazione del Cineporto. Una mappatura digitale dell’Umbria in 3D (19 mln).
La creazione del Distretto del contemporaneo e delle arti in Umbria, che coinvolge la Fondazione Burri a Città di Castello, Palazzo della Penna e i suoi tesori (le Lavagne di Beuys) a Perugia, la Calamita cosmica di De Dominicis a Foligno, Palazzo Collicola a Spoleto (Calder e Lewitt), le sculture di Arnaldo Pomodoro a Terni, il parco a Beverly Pepper a Todi, il parco delle Sculture di Brufa, Umbertide con il Museo delle ceramiche Rometti, l’area del sagrantino. A Santo Chiodo si Spoleto un deposito attrezzato per i beni culturali.
Fondi, ciascuno con dotazione di 50 mln, per interventi di digitalizzazione, green, partecipativi.
E’ la posta sulla quale si punta la metà del banco. Un miliardo e 663 milioni. Per la nuova mobilità nelle aree urbane (246 mln), che prevede anche il Bus Rapid Transit a Perugia, da Fontivegge verso Castel del Piano e verso il Girasole.
E poi, il progetto pilota volto a fare di Assisi la prima città con il centro storico privo di auto (29 mln), i parcheggi ipogei a Perugia (10 mln), per riportare le persone a vivere in centro. Queste le aree individuate per la realizzazione dei parcheggi, ognuna corrispondente ad un quartiere complesso, con gravi disagi per mancanza di spazi per la sosta:
• Ex Officine Piccini: creazione di 70 posti auto e realizzazione di un’area verde di circa 2.500 mq oltre alla costruzione di un volume di circa 1.200 mc destinato a servizi di quartiere;
• Piazza Ferri: realizzazione di una microstruttura per 20 posti auto;
• Via delle Clarisse;
• Borgo XX Giugno: realizzazione di un ampio parcheggio da strutturare nell’attuale sedime della prima ansa di via Ripa di Meana da destinare a circa 150 stalli.
Per la creazione dell’UBC – Umbrian Bio-Economy District Sustainable Valley saranno investiti 115 milioni (utilizzando il polo chimico di Terni), 90 per le infrastrutture leggere nelle aree industriali, partendo dalle aree dei centri maggiori Perugia, Terni, Città di Castello, Foligno, Bastia Umbra, Spoleto, Orvieto, Gualdo Tadino, Gubbio e successiva selezione di numero limitato di progetti da sviluppare.
Per la valorizzazione del Trasimeno arrivano 115 milioni. Da destinare alla diga di Casanova sul Chiascio e l’incentivo di barche elettriche.
Mezzo miliardo per le infrastrutture scolastiche. Per la gestione del ciclo dei rifiuti 37 milioni, con interventi a Ponte Rio e Pietramelina (Perugia), Casone (Foligno) e l’intervento sulla discarica Le Crete di Orvieto, esaurita nel 1997.
Ne saranno investiti 84 per la creazione del Polo Regionale dell’Idrogeno e della Mobilità Alternativa, progetto che punta ad incrementare la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili in linea con gli obiettivi europei, contribuendo alla diffusione dell’idrogeno, e in particolare dell’”idrogeno verde”.
Tre le infrastrutture su cui si punta. L’accessibilità ferroviaria dell’aeroporto San Francesco (8 mln), realizzando una fermata trra Ospedalicchio e Collestrada.
L’area nord di Perugia (42 mln), con la realizzazione di una nuova viabilità con tracciato prevalentemente in galleria, riservata ad autovetture e veicoli commerciali con massa a pieno carico <3,5 t. L’intervento si compone di due stralci funzionali, entrambi ricompresi nel progetto di fattibilità tecnica ed economica: il primo costituito da una galleria di 1.100 metri che collega via del Bulagaio con via San Galigano e tutto l’anello di Fontivegge; il secondo costituito da una galleria di 750 metri e da un tratto a cielo aperto di 150 metri che collega via San Galigano con strada Santa Lucia. Inoltre, la nuova rotatoria su via San Galigano consentirà la distribuzione dei flussi che utilizzano la nuova infrastruttura verso Porta Conca, verso San Marco e verso Fontivegge. Un intervento che dovrebbe alleggerire il traffico tra Collestrada e Ponte San Giovanni.
Per l’accessibilità dell’area industriale Terni Sud (57 mln), il progetto prevede il completamento della bretella stradale della ex Terni – Rieti da Strada dei Confini (ex III lotto TR-RI) verso la Flaminia per giungere poi fino a zona Salara con un by-pass del tratto urbano della Flaminia (ex IV lotto TR-RI), per un più diretto collegamento delle zone industriali alla viabilità nazionale con collegamento verso Viale Borzacchini/Strada Marattana. Tratto stradale Staino – Pentima che consente di collegare direttamente la S.S. 209 Valnerina con le principali arterie cittadine ed evita la pesante interferenza con l’attività dello stabilimento AST TK. Realizzazione collegamento ferroviario della Piattaforma logistica di Terni-Narni.
Una missione da 214,5 mln di euro. Buona parte (98 mln) per la creazione del Polo scientifico regionale universitario in via del Giochetto a Perugia. Con il quale, a regime, si prevede di portare sull’area, a regime, circa 4.000 studenti, circa 250 tra docenti, ricercatori, personale tecnico amministrativo e dottorandi, oltre 50 laboratori di ricerca e didattici, laboratori di start up, una biblioteca, un centro congressi/master, mensa, aule informatiche, sale lettura.
E la realizzazione, nel polo Pentima di Terni, di un campus universitario che possa costituire un polo per la formazione, innovazione e ricerca che favorisca lo sviluppo delle competenze dei giovani e in cui formazione, ricerca e trasferimento tecnologico si possano integrare anche allo scopo di realizzare quel passaggio dalla ricerca all’impresa con impatti sullo sviluppo sostenibile del territorio.
Cinque milioni andranno per la realizzazione del polo di ricerca nel settore della medicina rigenerativa e riparativa del progetto CURI.
Per lo Start and Grow (progetto che prevede la costituzione di una società regionale per il trasferimento tecnologico) la dotazione è di 69 milioni.
Voce da 155,5 milioni. Di cui 39 investiti per la valorizzazione delle aree interne e dei borghi, 48.5 per gli eco-quartieri (due a Pnte San Giovanni a Perugia, l’ex Lanificio Gruber a Terni, interventi nell’Alta Valle del Tevere).
Dotazione di 68 per il rafforzamento degli impianti sportivi. In particolare per:
Un’altra posta importante, con una dotazione di oltre 438 milioni di euro. Quasi tutti (400,4 mln) da investire nell’edilizia sanitaria e socio-sanitaria. Con ipotesi di progetti per il Centro salute di Madonna Alta a Perugia, il Centro salute di Gubbio, l’Hospice di Spoleto, riqualificazione dell’ospedale di Assisi, e potenziamento del Prosperius a Umbertide.
E poi la realizzazione dell’ospedale di Narni-Amelia, il nuovo di Terni, dove si vuole realizzare la Casa della salute. Nuovo centro salute a Castiglione del Lago e realizzazione del Polo unico del Trasimeno.
Parcheggio meccanizzato multipiano al Santa Maria della Misericordia di Perugia. Dive verrà realizzata una Rsa.
Realizzazione del polo della Terza età a Marsciano, centro diurno anziani all’ex Clinica Pelliccioli. L’ex Calai di Gualdo Tadino da riadibire a Casa della salute-riabilitazione.
E poi 10 milioni per la telemedicina, 17 per il Nuovo polo strategico officina farmaceutica.
Una proposta – si legge nel documento della Regione – che “ha basi concrete”, anche dal punto di vista della dimensione finanziaria, partendo dall’ammontare complessivo del Recovery Fund, che vede assegnate all’Italia risorse per circa 200 miliardi di euro. Con un potenziale budget da assegnare alle Regioni di circa 60 miliardi di euro.
“La proposta di PNRR per l’Umbria e la dimensione finanziaria richiesta- si legge nel documento – cerca di coniugare tale assunto con concretezza, tenendo conto delle esigenze dei suoi territori, delle sue capacità di attuare in tempi più rapidi rispetto ad altre realtà regionali, della sua dimensione territoriale e di popolazione, nonché alla luce di quelle che sono le sue ‘quote di accesso’ durante i riparti, con un’attenzione particolare a quelle utilizzate in sede di allocazione delle risorse europee che indicativamente nella stagione di programmazione 2014-2020 si attestavano intorno al 4,59 all’interno della categoria delle regioni più sviluppate di cui faceva parte l’Umbria”.
Nella versione finale del PNRR Umbria in delibera è stata alleggerita di 100 milioni la progettualità sull’edilizia scolastica dei Comuni, destinando ulteriori risorse alle attività produttive. Così ripartite: