Nuovo appuntamento per la terza edizione della rassegna “Eccellenti” promossa dall’Accademia Spoletina in collaborazione con il Comune di Spoleto. Venerdì 20 aprile 2012 alle ore 17 a Spoleto nella sala conferenze della Biblioteca Giosuè Carducci a Palazzo Mauri sarà ospite Floriana Calitti, docente dell’Università per stranieri di Perugia che terrà una conferenza sulla figura dell’umanista spoletino Pierfrancesco Giustolo.
Pier Francesco Giustolo nacque a Spoleto intorno alla metà del secolo XV, da una famiglia annoverata al tempo tra le più importanti della città. Della sua giovinezza e della sua educazione non sappiamo nulla o quasi; pare certo soltanto che la vocazione alle lettere arrivasse in età matura e che il suo apprendistato si svolgesse alla scuola di Pomponio Leto, dunque non dopo il 1498. Il G. fu storiografo e panegirista ufficiale di Cesare Borgia dal 1500 circa. Nell'agosto 1499 il Giustolo si trovava certamente a Spoleto quando Lucrezia Borgia vi si stabilì in qualità di governatrice nominata dal padre Alessandro VI e quando fu precettore di Clarelio Lupo, oratore e futuro segretario dell'imperatore Massimiliano, al quale il Giustolo dedicò il poemetto Descriptio montis Spoleto imminentis ad Clarelium Lupum databile al 1494 per le allusioni alla discesa di Carlo VIII in Italia. In esso il Giustolo descrive il Monteluco, che domina Spoleto con la parte rivolta a tramontana aspra e selvaggia e quella che guarda a ponente meno impervia, più dolce, dove è cresciuta fitta la vegetazione e dove vi costruirono, per questo, monasteri e altre piccole case che ospitavano i romiti di cui il Giustolo descrive i costumi.
Il Giustolo fu probabile testimone della caduta del Borgia, avvenuta dopo la morte di papa Alessandro VI (18 ag. 1503). In seguito alla sollevazione della città di Faenza contro Cesare Borgia il G. perdette gran parte dei suoi averi, tra i quali anche molti dei suoi scritti. A quel punto, non più al servizio del Valentino, l'urgenza più immediata era di trovare una nuova protezione. Lo ritroviamo, infatti, a godere dei favori della figlia di Giulio II, Felice Della Rovere. La Della Rovere figura come destinataria di una delle opere più importanti del Giustolo il poemetto De sere seu setivomis animali bus che tratta della coltivazione del baco da seta. Altro poemetto didascalico del Giustolo è De croci cultu , dedicato al conterraneo Agapito Gerardini, prende invece ad argomento poetico il croco. Il Giustolo fu anche tra i famigliari di Alessandro Farnese tanto che all’epoca della sua morte, di cui si ignora l'anno ma che dovette avvenire forse nel 1511, sappiamo che si era ritirato, oramai vecchio, nei luoghi ameni di Canino nel Viterbese di cui erano signori appunto i Farnese.