Il Lascito Mariani continua a far discutere anche dopo l’acceso dibattito in Commissione dello scorso 6 maggio, dove è stata ribadita l’intenzione dell’amministrazione comunale di destinare le risorse alla Usl Umbria 1, per realizzare il progetto della ‘Città della Salute’ all’interno dell’ex ospedale, con il beneplacito del parere “pro veritate” del prof. Palermo.
Emilio Mattei riaccende polemica
Questa mattina è infatti intervenuto Emilio Mattei, il legale che a suo tempo difese il Comune di Città di Castello proprio nelle vittoriose azioni legali che hanno consentito l’acquisizione all’Ente tifernate dei 3,7 milioni di euro donati dalla benefattrice Clara Mariani.
Parere ‘pro veritate’ esclude…
Come più volte ribadito l’avvocato ha voluto precisare che, in realtà, contrariamente a quanto asserito dal sindaco, “il parere ‘pro veritate’ non consente affatto un simile utilizzo“, avendo lo stesso escluso la ammissibilità di destinazioni “tali da incrementare, anche in via mediata, il patrimonio di altri enti, essendo, in siffatta prospettiva, necessario l’intervento pubblico”.
Un utilizzo per il recupero del palazzo “ex ospedale”, infatti, per Mattei andrebbe ad incrementare il patrimonio della Regione Umbria, ente proprietario di tale fabbricato, “e ciò è del tutto vietato”.
“La vera destinazione è…”
Al contrario l’intero patrimonio del “Lascito Mariani” (di € 3.706.867,50) deve essere destinato dal Comune al fine di “…alleviare le sofferenze e soccorrere quanti si trovano nel bisogno di cure e vivono nel dolore” e, specificatamente, a favore dell’Ospedale Civile di Città di Castello, “così come espressamente voluto dalla testatrice, la signora Clara Mariani, e come stabilito e vincolato dalla sentenza del Tribunale di Roma, confermata dalla Cassazione”.
“Intollerabile che somma sia ancora inutilizzata”
“Avendo a cuore il corretto utilizzo del ‘lascito’, sia in quanto cittadino tifernate sia avendo difeso (anche in Cassazione) il Comune di Castello nel lungo contenzioso giudiziario che ha consentito l’acquisizione del suddetto patrimonio, – conclude Mattei – ritengo intollerabile che, a distanza di oltre sei anni dalla acquisizione del medesimo ‘lascito’ da parte del Comune, tale ingente somma resti ancora inutilizzata, persino in questo periodo di pandemia”.