E’ un giovane folignate il campione nazionale di Poker: un titolo conquistato sul campo – o forse sarebbe meglio di dire sul tavolo da gioco – alla fine di una vera e propria maratona di una settimana, durante la quale si sono sfidati oltre 1300 partecipanti da tutta Italia, dai diciotto sino ad oltre settant’anni.
Stiamo parlando del notaio trentatreenne Salvatore Napolitano, che nella nottata di martedì scorso – tre settembre – ha stravinto il tavolo finale dell’Ipo San Marino, quello viene considerato – per l’appunto – il ‘campionato italiano dei pokeristi’ con la partecipazione di giocatori di fama internazionale.
Oltre al titolo tricolore, Napolitano si è riportato a casa anche un gruzzoletto di montepremi niente male: novantacinquemila euro, centesimo più centesimo meno.
Tra l’altro, a fronte di una quota d’iscrizione di seicento euro.
Ma la conquista del gradino più alto del podio non è stata affatto semplice.
Alla giornata di ‘qualificazione’ sono passati in meno di un terzo, soltanto quattrocento iscritti. Il secondo turno è stato superato da un centinaio di pokeristi, ed alla fine sono rimasti in gioco – nel vero senso della parola – undici contendenti.
“Lunedì abbiamo concluso alle cinque e mezzo del mattino, poi io sono dovuto tornare a Foligno subito, perché avevo un appuntamento in studio alle nove, per concludere due atti notarili – spiega Salvatore Napolitano – una volta portato a termine il lavoro, sono ripartito alla volta di San Marino dopo mezzogiorno e intorno alle tre del pomeriggio è iniziata la sfida finale che è proseguita sino alle quattro del mattino”.
Una sorta di ‘maratona poker’ di oltre dodici ore con i partecipanti quasi allo stremo della forza fisica e mentale.
“Da undici eravamo rimasti in tre – aggiunge Napolitano – e così abbiamo deciso di dividerci il premio con gli altri, che hanno preso 85mila e 80mila euro”.
Una performance, quella del giovane folignate, che ha impressionato l’intero mondo del poker italiano e la stampa specializzata, che lo ha portato ad essere considerato un fenomeno del settore.
“La quota di iscrizione non è alta – tiene a precisare – e comunque per poter partecipare ad un evento del genere occorrono determinati requisiti. Il gioco, anche se a questi livelli deve essere considerato sempre e comunque come un gioco”.