Ieri a Parigi, all'età di 68 anni, se ne è andato Patrice Chèreau, figura chiave della creazione contemporanea europea, regista di teatro, opera e cinema dalla fine degli anni ‘60. Con lui se ne va un singolare modo di guardare il mondo e di leggere dentro gli uomini. Generoso, grande professionista, appassionato e instancabile. Lo scorso anno a Solomeo, al Teatro Cucinelli, in occasione della rappresentazione del suo spettacolo Coma si è presentato a piedi scalzi, con il testo in mano e con voce vibrante ha prestato voce e volto alle sofferte parole dello scrittore Pierre Guyotat.
Franco Ruggieri ricorda il loro primo incontro, quando nel 1969 ha diretto al Festival dei Due Mondi di Spoleto l'opera L’Italiana in Algeri di Rossini, e quando nel 1987 come direttore del teatro Nanterre-Amandiers ha voluto ospitare una delle prime produzioni del Teatro Stabile dell'Umbria, La serva Amorosa di Carlo Goldoni, per la regia di Luca Ronconi, interprete Annamaria Guarnieri.
Queste le parole con cui l’anno scorso ci ha lasciato dopo lo spettacolo presentato al Cucinelli “Un forte abbraccio a tutti nel teatro, ai tecnici, è stato un lavoro e un soggiorno incantevole! A presto!”