E’ morto nella notte, per un attacco cardiaco, Stefano Zuccherini, dirigente sindacale e politico. Perugino, Zuccherini aveva 67 anni.
Sindacalista nella Fiom Cgil, nel 1993 aveva aderito al Partito della Rifondazione comunista, di cui era diventato segretario della federazione di Perugia e poi segretario regionale due anni dopo, quando viene eletto consigliere regionale. Nel partito di Bertinotti ha ricoperto anche l’incarico di responsabile delle politiche del lavoro, come membro della Segreteria nazionale. Nel 2006 è stato eletto senatore.
Tra i primi a ricordarlo Alfonso Gianni, su Facebook. “Perdiamo un uomo di straordinaria generosità e capacità di comunicazione umana, segnato da una vita non facile che ha saputo condurre con grande forza e coraggio e che all’improvviso lo ha abbandonato, lasciando noi muti e sgomenti”.
“Oggi è un giorno triste – il messaggio della Cgil dell’Umbria – per le persone che lavorano. Ci ha lasciato Stefano Zuccherini. Da lavoratore, da dirigente sindacale e politico ha avuto sempre come priorità della sua vita la difesa delle persone più deboli. Stefano ci ha insegnato con modi bruschi, con schiettezza e sincerità a fare molta attenzione alle mediazioni. Ma in tutti questi anni non ha fatto mai mancare il suo sostegno. La Cgil è casa tua. Ti sia lieve la terra compagno Zuccherini”.
La Segreteria nazionale del Partito della Rifondazione comunista lo ha ricordato con un messaggio.
Pochi giorni fa – viene ricorda – aveva partecipato a una riunione della federazione di Perugia. “Superando la sua idiosincrasia per la comunicazione via web si era deciso ad attrezzarsi per poter ritornare attivo in questi tempi di pandemia. Purtroppo il suo cuore – prosegue il messaggio – già affaticato da vicende familiari dolorose non gli ha consentito di continuare l’impegno a cui ha dedicato la sua vita. Stefano era un militante e un dirigente del movimento operaio, un comunista di vecchia vendemmia formatosi nel Partito Comunista Italiano e nella Cgil di una regione un tempo rossa come l’Umbria di cui poteva narrare ogni aspetto della storia sociale e politica”.
Lo assillava l’assenza oggi di una adeguata e forte rappresentanza politica della classe lavoratrice. E il problema della ricostruzione di un soggetto politico di classe “era per lui fondamentale come l’ancoraggio e lo studio della realtà concreta”.
Alla figlia Emilia il cordoglio di tutte le compagne e i compagni di Rifondazione Comunista.