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E' morto Lou Reed, rock in lutto / Scompare uno dei miti musicali degli ultimi 50anni

(Carlo Vantaggioli)– Alla fine, dopo una infinità di viaggi nel “lato selvaggio” della vita (la sua hit più famosa Walk on the wild side ndr.), Lou Reed se ne è andato a 71 anni. Anni vissuti nel pieno della creatività, con alti e bassi come si conviene ad una star del rock, lasciando di stucco tutti coloro che l'avevano dato per morto chissà quante altre volte. Ed invece oggi, nonostante il recente trapianto al fegato del maggio scorso, Reed non ce l'ha fatta.

Chi ama il rock e sopratutto un certo clima artistico, che si respirava in America, nel Village a New York negli anni '60-'70-'80, non potrà mai fare a meno, come educazione musicale, di custodire con cura il prodotto della brevissima carriera del band leader e fondatore, insieme a John Cale, dei Velvet Underground. Solo 4 album e 4 anni di carriera con il gruppo, per diventare un mito indistruttibile, quel faro compositivo e strumentale che ha attraversato indenne 50 anni di storia musicale. Tutto il resto del suo privato, la vita dissoluta degli inizi artistici nella Factory di Andy Warhol, e l'episodio assolutamente drammatico della sua adolescenza, quando nel '56 fu sottoposto ad elettroshock per curare la sua presunta bisessualità, sono materia per “guardoni”.

Quale sia stato il percorso personale e privato di Reed per arrivare alla produzione dei suoi lavori con i Velvet prima e da solista poi, importa solo ai motori di ricerca della rete, e non saremo certo noi a parlare di questo. Quello che rimane nei suoi fedeli estimatori, è invece il suo percorso di collaborazioni e ricerca musicale, il suo lavorare con grandi come appunto John Cale o La Monte Young, Tony Conrad e naturalmente Andy Warhol. Imperitura la prima copertina del disco del Velvet Underground, quella con la bana gialla disegnata proprio da Warhol. I primi gusti musicali di Reed, manco a dirlo, sono il frutto di una lunga frequentazione con la musica jazz di Ornette Coleman e Cecil Taylor, musicisti in cui l'aspetto “free” della partitura era dominante.

Dopo la rottura negli anni '70 con i Velvet, dopo solo 4 anni, Reed ha un periodo difficilissimo prima di imboccare con sicurezza la sua carriera solista. Si ricorda di quel periodo la tournèe in Italia del '75, sospesa per disordini, anche se quello, chi l'ha vissuto se lo ricorda, era il periodo in cui la musica era strettamente legata alla militanza politica. Gli sarà molto vicino David Bowie, altra sua collaborazione di grande spessore, e dalla fine dei '70 in poi seguiranno una serie molto densa di lavori in cui Reed, ormai una icona nel rock, attraversa molti generi musicali, Punk incluso, e incrocia tanti personaggi della scena musicale. Citiamo Bruce Springsteen, Robert Quine, e Laurie Anderson che diventerà la sua ultima moglie.

Degli anni 2000 ricordiamo invece le sue frequenti collaborazioni con il teatro. Una per tutte, e che in parte coinvolge anche Spoleto, è stata la scrittura delle musiche per la Lulù di Bob Wilson andata in scena al Festival dei Due Mondi nel 2012, nell'edizione n°55 dell'era Ferrara (clicca qui e qui).

Lo scorso luglio Reed ha avuto una grave crisi ed era stato ricoverato d'urgenza a New York. Oggi la notizia della sua morte. E così, “…take a walk on the wild side…” in a “Perfect Day”

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(modificato 28-10- h 9,21)