E’ morto, all’età di 92 anni, don Angelo Marchesi, parroco emerito di San Donato all’Elce e canonico onorario della cattedrale di San Lorenzo di Perugia.
Don Angelo è morto venerdì, assistito in famiglia nella lunga malattia. Le esequie saranno presiedute dall’arcivescovo Ivan Maffeis, insieme ai sacerdoti perugini, sabato 24 giugno, alle ore 10, presso la chiesa parrocchiale di San Donato all’Elce. Il giorno precedente aveva ricevuto la visita di mons. Maffeis. L’arcivescovo, appresa la notizia della morte di don Angelo, si è raccolto in preghiera ed ha espresso alla famiglia Marchesi il suo profondo cordoglio e quello del Presbiterio diocesano.
Don Angelo era nato il 24 maggio 1931, in località San Bartolomeo dei Fossi, nel comune di Umbertide, dove fu parroco per quasi un decennio (1977-1986) per poi diventare parroco di San Donato di Perugia nel 1989 (dove era già vice parroco). Guidò questa comunità parrocchiale fino al 2008, quando venne nominato canonico di San Lorenzo. Fu ordinato sacerdote a 24 anni, il 29 giugno 1955. Negli anni vissuti a San Donato, don Angelo fu anche cappellano del Convitto maschile ONAOSI (Opera Nazionale per gli Orfani dei Sanitari Italiani) nel quartiere Elce di Perugia. Fu assistente spirituale e catechista di generazioni di collegiali provenienti da diverse parti d’Italia, non facendogli mancare la sua attenzione, vicinanza e confortandoli nella difficile fase di adattamento alla vita del collegio a centinaia di chilometri di distanza da casa. Fu anche docente di religione per un lungo periodo presso l’Istituto Tecnico Statale per Geometri di Perugia.
A ricordare gli anni trascorsi da don Angelo come cappellano all’ONAOSI e di docente di religione, è il direttore emerito del Convitto per gli Orfani dei Sanitari, Mario Lanari, da anni volontario Caritas presso il “Villaggio Sorella Provvidenza” di Perugia.
“Don Angelo lo porterò per sempre nel mio cuore», è il commento del dott. Lanari appresa la notizia della perdita dell’amico sacerdote, che aggiunge: «Don Angelo impartiva consigli preziosi anche a noi educatori laici quando ci trovavamo dinanzi a situazioni delicate, perché sapeva andare molto al cuore dei problemi per il suo carattere schietto, diretto ed efficace. Era anche un importante “anello di raccordo” tra la famiglia dell’orfano e l’Istituzione educativa, svolgendo una vera e propria opera di armonizzazione. Da insegnate di religione riusciva a intessere rapporti anche con ragazzi non facili, non credenti e appartenenti a qualsiasi ceto, cultura e nazionalità. La sua missione pastorale era ispirata alla grande figura di don Primo Mazzolari. Di ritorno dagli esercizi spirituali presso gli Agostiniani di Cascia, dove spesso andava – conclude Mario Lanari –, ci ripeteva la massima: “Fai bene quello che stai facendo e rendi il massimo facendo le minime cose””.
Don Angelo è stato un sacerdote solare, pieno di energia e di gioia per il suo ministero, con la sua sottile, sagace e cordiale ironia». È il ricordo di mons. Fausto Sciurpa, presidente del Capitolo dei Canonici della Cattedrale di San Lorenzo. «Prima che la malattia lo costringesse a casa, lontano dalla nostra chiesa cattedrale – continua mons. Sciurpa – puntualmente svolgeva l’opera di canonico penitenziere, di confessore, pienamente e convintamente, molto ricercato dai fedeli. Era un testimone esemplare del Vangelo, dalla grande disponibilità e fedeltà».