E’ morta, all’età di 83 anni, nella sua abitazione di Ripabianca, tra gli affetti della sua famiglia, Maria Bianconi, titolare del marchio Maria di Ripabianca. La Signora del cashmere, che con il suo marchio, nato negli anni ‘60, aveva portato nel mondo della moda il nome della frazione derutese.
Un’attività che era nata partendo da un piccolo laboratorio, il maglificio La Perugino che Maria aveva aperto assieme al marito Vitaliano Quagliarini, fino a inaugurare diverse boutique (oltre che in Italia anche a Hong Kong, negli USA, Nord Europa, in Svizzera, in Spagna e una boutique a Saint Tropez).
Nel 2020 il marchio è stato rilevato da un’azienda umbra già affermata nel settore abbigliamento e calzature.
I funerali di Maria Bianconi saranno celebrati domani, mercoledì, alle ore 16.00 nella chiesa di Ripabianca.
Così, esprimendo alla famiglia cordoglio e vicinanza, la ricorda il sindaco di Deruta, Michele Toniaccini: “Maria Bianconi è stata un’imprenditrice dal grande talento, dallo spirito innovativo, oltre che creativo. Una donna straordinaria che ha saputo affermarsi nel mondo, senza mai perdere di vista le sue origini, dando lustro alla terra di provenienza”.
“Maria di Ripabianca – prosegue il sindaco – è un marchio che nasce negli anni ’60 e che in breve tempo ha conquistato i mercati nazionale e internazionale. Una donna e una imprenditrice lungimirante, dal grande intuito, che ha saputo unire tradizione e innovazione, lavorazioni antiche e design moderno, che ha contribuito ad affermare il made in Italy nel mondo, portando con sé anche Deruta. Ma la sua straordinarietà è stata anche nella capacità e volontà di reinvestire sul territorio e di impegnarsi nel sociale: la sua azienda è stata sponsor del Perugia calcio, ha contribuito a formare la squadra di calcio del Ripabianca, si è attivata per la locale Pro Loco, è stata parte integrante delle attività della parrocchia, era in stretto contatto con le locali scuole. Aveva una visione non solo rivolta al progresso della sua azienda, ma anche a quello del nostro territorio e agiva per il bene della comunità. Nell’unirci e stringerci attorno al dolore della famiglia, tutti noi la ricordiamo con grande affetto, stima e riconoscenza”.