E’ il giorno del dolore. Quello di una intera città che stamani ha voluto salutare e rendere omaggio per l’ultima volta a Nazzareno D’Atanasio, fondatore del Gruppo Maran, stroncato l’altro ieri da un infarto mentre si apprestava a raggiungere la sede della direzione generale. Centinaia di persone gremiscono la chiesa di Santa Rita, più di mille si ritrovano sul piazzale antistante la basilica e lungo le vie limitrofe. In prima fila, accanto alla moglie Teresa e ai figli Camilla ed Edoardo ci sono il sindaco di Spoleto Fabrizio Cardarelli e quello di Norcia Nicola Alemanno. Intorno a loro i fratelli di Nazzareno, Alberto e Fabio, e gli amatissimi cugini Beniamino e Sonia con cui hanno condiviso insieme l’infanzia e l’adolescenza. C’è anche Valentino Valentini (già sindaco di Montefalco) in rappresentanza della presidente della Regione Catiuscia Marini, il consigliere regionale Franco Zaffini, l’ex sindaco di Campello sul Clitunno Paolo Pacifici, l’intera Giunta municipale di Spoleto e molti consiglieri comunali. Più defilati il Vice Questore Aggiunto della Polizia di Stato Claudio Giugliano, il Capitano dei Carabinieri Marco Belilli e le più alte cariche militari della città e della provincia.
E poi centinaia tra dipendenti, colleghi, amici e conoscenti, i giocatori della Maran-Nursia – in tuta di rappresentanza nera – che sabato, nella finale playoff per la promozione in Serie A2, giocherà soprattutto per il compianto Presidente. “Siamo sconvolti e disorientati per questa perdita – ha detto nell’omelia monsignor Eugenio Bartoli, responsabile del “Ceis Don Guerrino Rota” che D’Atanasio sosteneva da sempre per il suo impegno in favore dei ragazzi con problemi di dipendenza –, chiunque oggi sia qui ha un motivo particolare che lo legava a Nazzareno. Il nostro compito è quello di essere vicini alla sua famiglia non solo oggi, ma anche in futuro, quando i ricordi toccheranno una ferita che rimarrà sempre aperta”. “Nazzareno – ha proseguito il prelato – ha fatto della sua vita una missione per aiutare gli altri, sia nel sociale che dal punto di vista occupazionale, ora le persone a lui più vicine sono chiamate a prenderne il testimone, perché non si può far morire ciò che lui ha costruito con grande spirito imprenditoriale e infinita generosità”.
Quella generosità che tutti gli riconoscono, a partire dai dipendenti della Maran Credit Solution, la sua ‘creatura’. “Eri talmente generoso con tutti che non sei riuscito ad esserlo con te stesso nel momento fatale – lo ricordano commossi con una lettera -. Sentiamo la responsabilità di continuare nel lavoro che hai iniziato senza arretrare di un centimetro, anche oltre i limiti delle nostre possibilità. Te lo dobbiamo, ciao Nazzareno”.
Un applauso spontaneo si leva dall’interno della chiesa e dal piazzale, sono parole che toccano il cuore di tutti quanti lo conoscevano. Anche di chi, pur essendo dipendente della sua azienda, lo aveva visto di rado, come i lavoratori della sede di Catanzaro. C’è anche una loro delegazione alle esequie: “Grazie per quella geniale scommessa vinta in Calabria – dice con voce interrotta dalla commozione una ragazza – , grazie per averci dato un lavoro e un futuro, e soprattutto per aver avuto fiducia in noi. Ti ricorderemo sempre per la tua eleganza ed il tuo garbo, con i colori che più ti piacevano: l’arancio, come la tua grande vitalità, e l’azzurro, come il cielo che ora abiti e illumini”.
C’è spazio anche per il ricordo di Nazzareno in veste sportiva, di tifoso della propria squadra. Di quando, oltre 10 anni fa, accompagnò Luca Paloni (attuale direttore sportivo della Maran-Nursia) ad una partita decisiva per la permanenza in Serie C. “Perdemmo 10 a 0 – ricorda oggi Paloni – ma tu ti innamorasti immediatamente del Calcio a 5 e mi confidasti che in caso di ripescaggio saresti stato disponibile a darci una mano. Da quel momento è nata la nostra ‘favola’, dieci anni di puro divertimento, senza mai uno screzio, un litigio, una parola fuori posto. Sei stato un maestro per tutti noi”.
All’uscita del feretro dalla chiesa la folla applaude per l’ultima volta Nazzareno D’Atanasio. Uno dei figli prediletti di Spoleto che se n’è andato dopo aver dato tanto a Spoleto e all’Umbria, ma non tutto quello che avrebbe voluto. Chissà quante idee aveva ancora nel cassetto, pronte per essere realizzate. Come l’ultima passione per i droni che lo aveva convinto ad investire nel progetto sviluppato da una azienda di Norcia. Ora toccherà alla famiglia e ai collaboratori tutti raccogliere la sua eredità. Di certo il suo ricordo rimarrà vivo nei cuori, come l’immagine della lenta salita in cielo di quei palloncini blu e arancio lasciati volare fuori dalla chiesa dalle mani dei suoi Amici.
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