Categorie: Istituzioni Perugia

E 45, Perugia dice “no” all’autostrada

Una Sala dei Notari gremita di cittadini, associazioni, comitati e alla presenza dei consiglieri e della Giunta comunale al completo, quella di ieri. Il Presidente Varasano ha introdotto i lavori del Consiglio Grande, dedicato al progetto di trasformazione della E45 in autostrada. La seduta, come stabilito in conferenza dei capogruppo, è stata esclusivamente riservata all’ascolto dei cittadini che si sono potuti iscrivere a parlare anche dal sito del Comune; pertanto assessori e consiglieri sono rimasti in silenzio rinviando al prossimi consiglio comunale la valutazione delle sollecitazioni ricevute dalla cittadinanza. Varasano ha brevemente illustrato l’iter della procedura che, dal 2006, sta scatenando un dibattito andato ben oltre le sedi istituzionali e che “è vista da alcuni come un’opportunità, anche economica, di sviluppo e, per altri, una vera iattura”.

Il primo a parlare, dei 21 che si succederanno fino al termine della serata, è Michele Guaitini (Radicali Perugia.org) che ha espresso la netta contrarietà all’opera: “ci aspettano 8-10 anni di cantieri, piuttosto occorre il potenziamento di altre infrastrutture, come la ferrovia, e soprattuto basterebbe una buona manutenzione della E45. Ci vogliono far credere che noi umbri saremmo esentati dal pedaggio, ma non è credibile; c’è un project financing, cioè privati che devono fare profitto, esperienze negative già viste a Perugia, basti pensare alla svendita dei parcheggi comunali a vantaggio ella Sipa.” Amato De Paulis (Alternativa riformista), nel ribadire un secco no all’opera, ricorda come lo stesso ministro Orlando abbia lanciato l’allarme sull’avanzata della corruzione in Italia, motivo in più per frenare l’apertura di cantieri decennali. Maurizio Zara (Legambiente Umbria) sottolinea che un investimento di tale portata – circa 10 miliardi di euro – “distrae risorse per interventi più necessari, come quelli per il dissesto idrogeologico, o per costruire più moderni sistemi i di compostaggio. Così qualcuno farà profitto, ma la collettività, nel suo complesso, ci perderà”.

L’arch. Luigi Fressoia mette sul piatto della bilancia il miliardo che sarebbe sufficiente a restaurare la E45 contro i 10 miliardi di costo per la trasformazione. “Tra queste due cifre si consuma un paradosso e si nasconde una truffa – afferma l’architetto – La verità è che fa gola il pedaggio, una volta perfezionati i contratti il pedaggio verrà messo da subito sulla E45, già durante i lavori. Più di 396 km è una tratta notevole, tanto lavoro. E’ impensabile ripagare un investimento così consistente con i soli pedaggi, per di più tra dieci anni, quando l’opera sarà conclusa. Nel Piano regionale dei trasporti c’è già scritto che il traffico sulla E45 è per maggioranza umbro, perciò è ovvio che non potrà essere esentato dal pedaggio oltre il 60% dell’utenza in transito”.

Dubbi e perplessità anche da Luca Trepiendi (Nuova mobilità umbra) e da Marcello Teti (Comitato umbro no E45 autostrada) che ha promosso una petizione e raccolto circa 8000 firme contro la costruzione dell’autostrada. “Risolvere i problemi del traffico aggiungendo strade è come lottare contro l’obesità comprando ogni settimana pantaloni più grandi – afferma con una battuta Teti – Dobbiamo guardare all’esperienze di qualità in Europa, progetti innovativi e intelligenti, che soddisfino le legittime aspirazioni di profitto, ma anche l’utilità pubblica. Questa autostrada non crea alcuna convenienza per gli spostamenti regionali. Ci sono 43 uscite attualmente per collegare il nostro territorio, tutt’altra faccenda con la vocazione di un’autostrada. La gran parte della mobilita, 60%, sta nei 10 km. Si rischia anche un sovraffollamento delle strade collaterali che andrebbero a drenare tutto il traffico che non va in autostrada”. Mery Mancinelli (Vittime della strada) illustra uno studio di fattibilità del 2012, già presentato in Regione, da 200 milioni di spesa per l’attuazione di un piano triennale di manutenzione della strada. “L’Europa ci ricorda che la sicurezza ha un costo di 3 punti di PIL per gli stati. I paesi e le regioni le cui strade non sono adeguate agli standard europei di sicurezza non riceveranno più fondi, neanche quelli di coesione sociale. E la Regione Umbra ha, dati alla mano, una cattiva manutenzione delle strade. Una delle cause dei tanti morti sulle strade in Umbria”.

Gli interventi si susseguono, ognuno aggiunge un tassello alla costruzione di un grande NO che segna la cifra di questa seduta pubblica: Emanuela Arcaleni (Associazione Umbria regione), Candido Balucca (M5S), Filippo Doricchi (studente), Giuseppe Diodato (Italia Nostra), Fabio Ciuffini, Marco Mignini, Uberto Matteucci, Luca Pagliari, Salvatore Vitale (Comitato Salviamo il paesaggio) che evidenzia come “l’analisi costi/benefici sia stata settoriale, e quindi parziale, dimenticando le ricadute complessive. Pensiamo ai turisti che vengono in Umbria, attratti dal paesaggio, dall’arte dai borghi minori. L’autostrada è al servizio dei mezzi pesanti per l’attraversamento veloce della regione, non certo ad un accesso turistico, che richiede lentezza e armonia”.

Ci sono dei distinguo, soprattuto in merito ai rischi di infiltrazioni mafiose; Giorgio Corrado (Ambiente e vita), per esempio, rifiuta con forza l’idea di vivere in un paese arreso, che debba abbandonare ogni ambizione di progresso perché ogni cantiere rischia di esser occasione di corruzione e infiltrazione. Unanime però è la richiesta al Comune di Perugia perché si faccia portavoce della volontà popolare contro la trasformazione della E45 in autostrada. Come è stato unanime e sentito, da parte dei presenti, il ringraziamento all’amministrazione per aver dato l’occasione ai cittadini “per la prima volta in nove anni – ha ricordato Roberto Pellegrino – di esprimere finalmente la propria opinione in un consesso istituzionale, in controtendenza con l’atteggiamento fin qui dimostrato dalle forze politiche che hanno appoggiato l’opera senza mai tenere conto dell’opinione dei cittadini/elettori, al punto che, giacché lo Statuto del Comune lo prevede, propongo di fare un referendum”. Alle ore 19,30 il Presidente Varasano dichiara chiusa la seduta di consiglio che “ha rotto il silenzio” su questa annosa vicenda.

Un’iniziativa lodevole per le finalità che si era proposta, ma metodo di partecipazione e realizzazione del Consiglio grande sulla trasformazione della E45 in autostrada hanno evidenziato carenze importanti”. Così la Segreteria del Pd di Perugia e il gruppo consiliare dei democratici sul Consiglio aperto alla cittadinanza organizzato dal Comune di Perugia e tenutosi ieri alla Sala dei Notari di Palazzo dei Priori. “Salta agli occhi con prepotente evidenza la mancanza, nella lista degli intervenuti al dibattito, dei rappresentanti di istituzioni, associazioni di categoria e delle forze sociali, che pure sono una voce autorevole e rappresentativa della città, oltre che di un pezzo importante della politica locale. Soggetti senza i quali non si può costruire il futuro della città e senza il cui contributo ogni dibattito rischia di essere insufficiente e di relegare Perugia a un ruolo marginale”. “Da parte nostra – ancora i Democratici perugini – abbiamo elaborato, sulla base delle discussioni portate avanti nel territorio nei mesi scorsi, un documento/relazione sul tema, che si propone di conciliare le esigenze della cittadinanza con le opportunità di sviluppo e rilancio dell’economia regionale”. “La trasformazione della E45 in autostrada – dunque – pone la necessità di una riflessione ad ampio raggio su vari aspetti che, direttamente e non, vengono coinvolti nelle scelte che si andranno ad intraprendere e sulle modalità in cui queste si metteranno in atto. Il dibattito ha interessato sia gli enti coinvolti che ovviamente la cittadinanza e il Partito Democratico di Perugia ha sintetizzato la propria posizione tenendo ben presente le necessità di tutti e le opportunità di crescita offerte, non tralasciando elementi di evidente criticità al fine di esprimere un punto di vista autorevole e condivisibile. Il progetto rappresenta in sé una importante occasione di sviluppo per la città e per l’Umbria, implicando interventi economici e strutturali di notevole rilevanza, e potrà/dovrà essere in grado di favorire lo sviluppo e il rilancio del territorio, assicurare il superamento dell’isolamento attraverso investimenti mirati e politiche turistiche–culturali, nonché rendersi tassello irrinunciabile e fondamentale per tutto il comparto imprenditoriale. Per raggiungere questi obiettivi, importanti e necessari, la trasformazione in autostrada dovrà essere accompagnata da alcuni capisaldi e evitare accuratamente alcune scelte che rendono il progetto rischioso e non in grado di garantire un apporto positivo. La trasformazione in autostrada implicherebbe prima di tutto la messa in sicurezza del tratto stradale con opere di manutenzione straordinaria e non, con un potenziamento del percorso e dell’arterie di ingresso e uscita tali da garantire la sicurezza e la mobilità dei cittadini e dei transitanti. Altri punti fondamentali sono rappresentati dall’allungamento della E-45 attraverso la realizzazione dell’autostrada Civitavecchia-Orte-Mestre che rappresenta un asse strategico per lo sviluppo locale sia di Perugia che di Terni nonché dell’intera regione e dalla necessità che contestualmente siano trovate soluzioni per il ‘Nodo di Perugia’, funzionali alla trasformazione in oggetto e, in ogni caso, di importanza prioritaria per la Regione tutta e che dovrà trovare spazio nei progetti di rilievo nazionale. Resta ferma la necessità che ogni intervento dovrà avere un approccio scientifico e non irrazionale, basato sull’analisi puntuale dei dati di mobilità e di utilizzo, dei costi attuali e di quelli preventivati, della sostenibilità economica degli interventi sia dal punto di vista dello Stato che degli utenti. La soluzione adottata dovrà chiaramente essere in linea con i parametri di sostenibilità ambientale e di sviluppo economico- sociale, non sproporzionata rispetto alle reali necessità e ai bisogni dei territori. Inoltre, dovrà evitare il rischio di aggravio di traffico, anche di mezzi pesanti, sulla viabilità secondaria che comporterebbe, tra l’altro, l’aumento dei costi di manutenzione stradale per gli enti locali. Essenziale, poi, sarà la presa in considerazione di forme di esenzione per gli utenti residenti nei Comuni interessati: il pedaggio non potrà e non dovrà aggiungersi alla fiscalità generale già presente. Siamo favorevoli, per concludere, a soluzioni che tengano insieme sviluppo locale, potenziamento infrastrutturale e sostenibilità ambientale – concludono i democratici di segreteria e gruppo consiliare – senza aggravio di costi per i cittadini (sostenibilità economico-sociale)”.

©Riproduzione riservata