Cronaca

Duomo pieno per l’addio a Morichelli | Don Luigi “Ci sarà sempre qualcosa di Sandro che lo renderà vivo”

Il duomo di Spoleto stamattina era pieno per rendere l’ultimo saluto a Sandro Morichelli, il decano della stampa spoletina che si è spento sabato mattina. A rendergli omaggio c’era gente di ogni età, dagli amministratori attuali (di ogni schieramento) e passati agli ex studenti del periodo in cui è stato insegnate, dai colleghi giornalisti ai talenti sportivi da lui scoperti. In tanti si sono voluti stringere al cordoglio della moglie Lidia, delle figlie Alessandra e Bianca e dei familiari tutti.

Toccanti le parole di monsignor Luigi Piccioli, che ha presieduto la celebrazione eucaristica, raccontando i suoi ricordi personali del rapporto con il giornalista spoletino. Nell’omelia, il parroco del duomo, per anni a San Giacomo, ha ricordato l’originalità dell’identità di Sandro Morichelli, ma anche la tanta dignità, serenità, capacità di ironia, “sempre trasmettendo pensieri forti e significativi, sempre alla ricerca di qualcosa di meglio per sé e per gli altri”. “Lo conosco sin da ragazzino – ha raccontato don Luigi – quando con la famiglia d’estate si trasferiva a San Giacomo. E quando c’era non passava inosservato, indifferente. Crescendo si è impegnato anche per quella frazione, attuando la realtà della scuola superiore. Ecco l’impegno, che passa attraverso tante sfaccettature del vivere”. Il sacerdote, oltre all’impegno sociale e professionale, ha ricordato anche il percorso di fede compiuto da Morichelli e grazie anche alla premura della moglie Lidia, che lo ha seguito costantemente “con una cura signorile e tignosa”. Don Luigi ha ricordato anche negli ultimi tempi la “compostezza di chi sta non per arrendersi, ma per avere un incontro grande, e vuole prepararsi a puntino, con dignità, con rispetto di sé e di noi. La vita parla, mentre si vive, ma anche mentre c’è il passaggio. Finché Dio ci dà tempo, rileggiamo la nostra vita, non tanto per paura di incappare in qualcosa di male, ma per evitare di arrivare a quell’incontro senza aver dato il meglio di noi stessi”.

“E’ tanto quello che Sandro ha fatto nella sua vita – ha poi concluso rivolgendosi ai familiari – che avrete sempre presente vicino a voi qualcosa di lui che ve lo renderà vivo, significativo ed allo stesso tempo anche allertante. Perché Sandro era così: non voleva perdere tempo, è prezioso il tempo e ricca la vita”.