Duemila anni dopo la Battaglia del Trasimeno è per l'acqua di Valfabbrica

Duemila anni dopo la Battaglia del Trasimeno è per l’acqua di Valfabbrica

Redazione

Duemila anni dopo la Battaglia del Trasimeno è per l’acqua di Valfabbrica

Ven, 01/07/2022 - 16:31

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Il Pd e Morroni replicano a Sperandio e all'Unione Comuni Terre Olio e Sagrantino | Il problemi del lago rappresentati al ministro Giovannini

A distanza di più di duemila anni il Trasimeno torna ad essere il teatro di un’epica battaglia. Ma se nel 217 a. C. la strategia di Annibale fu fatale alle truppe romane guidate dal console Gaio Flaminio Nepote, nella rovente estate 2022 in cui l’Italia boccheggia nella morsa della siccità, la battaglia è per accaparrarsi l’acqua della diga di Valfabbrica. E la nuova battaglia del Trasimeno non è tra cartaginesi e romani, ma tra la Valle Umbra Sud e il Trasimeno.

L’Unione dei Comuni delle Terre dell’Olio e del Sagrantino è pronta ad alzare le barricate per impedirne il trasferimento al Trasimeno. Territorio a difesa del quale intervengono la capogruppo del Pd in Regione Simona Meloni e il segretario dem del Trasimeno Stefano Vinti. “Rimettere in discussione il piano Umbria Resiliente, già approvato dal Ministero, su cui sta lavorando da febbraio Umbra Acque, sulla base di 16,2 milioni di euro assegnati dal PNNR per la progettazione del collegamento tra la diga del Chiascio e l’acquedotto del Perugino-Trasimeno – ribattono Meloni e Vinti – significa disconoscere un percorso condiviso e approvato all’interno dell’AURI già dal 2020. Non comprendiamo come si possa arrivare a pensare di tagliare fuori un territorio come quello del Trasimeno, in cui insiste il quarto Lago italiano, il primo del Centro Italia, dalla realizzazione di un’opera pensata per servire i territori di Perugia, Assisi e Bastia, così come la Valle Umbra Nord e lo stesso comprensorio lacustre, al fine di servire oltre 300 mila abitanti di una nuova risorsa idropotabile”.

“Davvero stentiamo a credere – prosegue la nota di Meloni e Vinti – come si possa solo immaginare, di questi tempi, di utilizzare la diga di Valfabbrica al solo scopo irriguo, per i vigneti di Montefalco e la fascia olivata, come se in altri territori non ve ne sia lo stesso bisogno”.

Meloni bacchetta poi sul piano politico Sperandio, accusato di non aver preso le distanze da “una deriva di chiara matrice politica”, “montata ad arte dalle destre nei confronti del territorio come quello del Trasimeno, che continua a registrare attacchi strumentali e a scontare la mancanza di sostegno e considerazione da parte del Governo regionale nonostante che, a parole, gli stessi rappresentanti istituzionali della destra del territorio siano apparentemente impegnati in senso opposto”.

Morroni: accuse fuori luogo

Ma soprattutto, dal punto di vista tecnico e istituzionale, a difendere i trasferimenti di acqua verso il Trasimeno interviene l’assessore regionale Roberto Morroni. Che spiega come questa polemica preventiva, al momento, non abbia fondamento: “Le acque dell’invaso della diga di Casanova sul fiume Chiascio, nel territorio comunale di Valfabbrica, alimenteranno gli impianti dei distretti irrigui della Valle Umbra. Quella dell’immissione nelle condotte che alimentano il bacino del Lago Trasimeno, allo scopo di fronteggiare l’abbassamento del livello idrometrico, è una mera ipotesi di lavoro, al momento allo stato embrionale, che prende spunto da uno studio del Dipartimento di Ingegneria dell’Università degli studi di Perugia risalente a molti anni orsono. Tale ipotesi è stata, ed è tuttora, al centro di un confronto che vede impegnati l’Unione dei Comuni del Trasimeno e la stessa Regione dell’Umbria; si tratta di un’ipotesi che deve necessariamente essere sottoposta ad un percorso che permetta di verificarne, in maniera puntuale, la fattibilità e la sostenibilità sotto il profilo tecnico, economico-finanziario e ambientale. Tuttavia, vale la pena precisare che, al di là degli eventuali sviluppi che questa idea potrà avere, ogni possibile utilizzo della diga, per alimentare il Trasimeno, potrà e dovrà avvenire in un quadro di compatibilità rispetto alla destinazione della risorsa idrica prevista con la realizzazione di questa grande infrastruttura. Pertanto, appaiono fuori luogo e infondate le dichiarazioni del Presidente dell’Unione dei Comuni delle Terre dell’Olio e del Sagrantino”.

Morroni aggiunge: “Come illustrato anche in occasione del recente sopralluogo congiunto svolto dall’assessore Morroni e dal presidente dell’EAUT, Ente Acque Umbre Toscane, Domenico Caprini, la Direzione regionale al Governo del territorio, Ambiente e Protezione civile evidenzia che gli impieghi dell’acqua dell’invaso concernono l’approvvigionamento idropotabile del sistema Perugino-Trasimeno (è in fase di progettazione da parte di Umbra Acque il collegamento tra la diga del Chiascio e il sistema acquedottistico), l’alimentazione degli impianti già realizzati nei distretti irrigui della Valle Umbra nei territori comunali di Spello, Foligno e Montefalco, degli impianti nella piana di Trevi, di Montefalco e Bevagna e la produzione di energia idroelettrica”.

“È stata realizzata l’adduzione dalla diga di Valfabbrica fino a Cannara – informa ancora l’assessore – mentre sono due le opere già progettate e per le quali l’EAUT è concessionario di un finanziamento del Ministero delle Infrastrutture e delle Mobilità sostenibili: la prima, per un importo di 17 milioni e 276mila euro, per l’alimentazione degli impianti già realizzati nei distretti irrigui della Valle Umbra (per circa 2500 ha) nei territori di Spello, Foligno, Bevagna e Montefalco, per un volume totale di 8-10 milioni di metri cubi; la seconda, finanziata a valere sul Pnrr, per l’alimentazione degli impianti già realizzati nei distretti irrigui della Valle Umbra nei comuni di Montefalco e Foligno (per circa 3500 ha) per un volume totale di 10-15 milioni di metri cubi”.

Progettate e in attesa di finanziamento, infine, le opere per sviluppare ulteriormente l’adduzione primaria dall’invaso nei territori di Montefalco e Trevi, per un importo complessivo di oltre 20,5 milioni di euro. I progetti sono stati inseriti nella banca dati Dania per i finanziamenti del Ministero delle Politiche agricole, con priorità classificata alta.

Il “caso” Trasimeno illustrato al ministro Giovannini

E il Trasimeno – insieme a fondi Pnrr, viabilità e opere strategiche – è stato tra gli argomenti trattati nel corso della visita a Perugia del ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili Enrico Giovannini, per partecipare a “Italiadomani, Dialoghi sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”. Un confronto che il ministro ha avuto con amministratori, enti locali e cittadini sui progetti ed investimenti del Pnrr sul territorio.

Dopo l’incontro, il Ministro, accompagnato dalla presidente Stefania Proietti, si è recato nel palazzo della Provincia di Perugia, dove si è intrattenuto con i consiglieri provinciali alla presenza di alcuni sindaci del territorio, tra i quali il presidente dell’Unione dei Comuni del Trasimeno, e alcuni dirigenti dell’ente.

Ad illustrare brevemente la situazione del Trasimeno il neo presidente dell’Unione dei Comuni lacustri, Matteo Burico, che ha parlato della proposta di legge speciale e piano stralcio per il lago, provvedimenti attesi da anni e ora importantissimi per il Trasimeno.

“La sua visita nel palazzo della Provincia – ha affermato la presidente Proietti – rappresenta un segno di attenzione istituzionale per un Ente in cui crediamo e che vogliamo contribuire a rilanciare: sarà una strada lunga ma non impossibile e l’attenzione del Governo attraverso la sua visita ci onora e ci incoraggia”.


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