E diciamolo:non era conosciuto come la maggior parte di tutti i suoi contemporanei e con i quali aveva anche suonato. Non aveva la fama di una Fitzgerald o di un Gillespie o della Holiday, ma chi si intendeva di jazz sapeva che le sue note e la sua particolare maniera di suonare il piano, con un fraseggio a volte vertiginoso, era stata la scuola di molti e la sicurezza nell'accompagnamento di tanti grandi come quelli citati sopra.
Oscar Peterson è morto a Toronto, in Canada, domenica 23 Dicembre a 82 anni. Era nato a Montreal nel 1925 e la sua carriera di virtuoso del piano lo ha portato su tutti i principali palcoscenici mondiali.
Noto soprattutto per la smisurata produzione artistica con vari 'trio', che ha condotto nel corso degli anni, il suo decollo sulla scena mondiale avvenne con una celebre esibizione nel 1949 a Carnegie Hall, a New York. Le sue doti musicali sono state premiate nel corso degli anni con una quantità di riconoscimenti, compreso un Grammy alla carriera (1997) e vari altri Grammys, Junos e un premio Genie. Il Canada, di cui era uno dei cittadini più famosi nel mondo, gli ha attribuito il più importante riconoscimento civile, quello di Companion of the Order of Canada, oltre ad averlo scelto come il primo canadese vivente con l'onore di vedere il proprio volto stampato sui francobolli.
In effetti una volta si diceva che quando la tua faccia è stampata sulle banconote e sui francobolli, significa che di strada ne hai fatta parecchia. Ed il vecchio Peterson ne aveva fatta quanta il giro del mondo almeno 4 volte tanto.
Sarebbe bello che qualche suo “standard” diventasse la colonna sonora di qualcosa, perché in fondo non bastano i francobolli a celebrarlo da ora in poi e sarebbe persino ridicolo che fosse ricordato solo per quello.
Speriamo che Umbria Jazz ne tenga conto così come ha legato per lungo tempo la sua fama alle esibizioni perugine di quel “malandrino” di Miles Davies.
E immaginiamolo dunque come un gregario di lusso, lui che per nascita, nero e canadese per giunta, per sfondare di fatica ne deve aver fatta davvero tanta.
E' morto un grande, evviva !
Carvan.