Consueto appuntamento con la stampa di inizio marzo per il Festival dei Due Mondi di Spoleto che presenta l’evento artistico fuori programma, che si terrà nel weekend di Pasqua e le tradizionali anticipazioni dell’attesa 60ma edizione della kermesse spoletina.
Ad illustrare gli apetizer marzolini, il Direttore Artistico Giorgio Ferrara, il Sindaco di Spoleto nonchè Presidente della Fondazione Festival, Fabrizio Cardarelli e Dario Pompili Vicepresidente della Fondazione. In sala presente anche l’assessore alla cultura del Comune, Camilla Laureti e tutto lo stato maggiore del Festival.
A fare gli onori di casa un “tonico” Giorgio Ferrara che non rinuncia ai cambi di look come segnale di novità esplosive incipienti. Barba e capelli corti, freschi di barberia, e occhialetto cerchiato nero a fare da spartiacque con le due stagioni precedenti quando, per esigenze teatrali in quel caso (era protagonista di Danza Macabra di Strindberg con la regia del compianto Luca Ronconi -CLICCA QUI), sembrava fuori scena sempre più uno stagionato e irsuto marinaio di qualche peschereccio norvegese perso tra i fiordi.
Ora il tono serioso ed intellettuale torna a regnare ed è al contempo lo specchio di alcune scelte festivaliere che lo stesso Ferrara centellina con la consueta oculatezza, attento a non dare due righe in più su cui far ricamare la stampa.
L’esordio è scoppiettante, “Eccoci qua, come ogni anno ci vediamo in questo periodo e siamo contenti di vederci. Siamo tutti vivi e questo è già un fatto importante, no?…”. Alla domanda in sospeso nessuno dei presenti fiata e se la sente di dare conferma. Ci scappa qualche risatina ma sopratutto di nascosto scattano gli scongiuri rituali di ogni fatta.
Tanto per cominciare, una conferma sul gusto musicale di certe scelte. Per il weekend pasquale arriva a Spoleto Richard Galliano, celebrato fisarmonicista, compositore e bandoneonista, vero monumento internazionale per schiere di jazzisti incalliti e partner di grandissimi artisti come Astor Piazzolla, Al Foster, Juliette Greco, Charles Aznavour, Ron Carter, Chet Baker, Enrico Rava, Paolo Fresu, Martial Solal, Miroslav Vitouš, Trilok Gurtu, Jan Garbarek, Michel Petrucciani, Michel Portal, Eddie Louiss, Dick Annegarn e Toots Thielemans.
Autore, su consiglio di Piazzolla, di uno stile che affonda le radici nella tradizione melodica francese, tanto da definirsi New Musette, Galliano arriva a Spoleto con una formazione in Sextet, con Bertrand Cervera-primo violino, Saskia Lethiec-violino, Jean Paul Minali Bella-viola, Eric Levionnois-violoncello e Sylvain Le Provost-contrabbasso.
Il concerto dal titolo Du Tango Nuevo à la New Musette, annuncia un programma di quelli che ultimamente sembrano avere sempre più spazio al Festival, ovvero la contaminazione di generi. Prova ne è la composizione strumentale del sestetto. Una ottima proposta musicale che vedrà in scaletta musiche composte da Astor Piazzolla e dello stesso Galliano.
Atteso come un novello “messia”, lo spettacolo di apertura della sessantesima edizione sarà come ormai tutti sanno il Don Giovanni di W.A. Mozart, opera con la quale si chiude la trilogia su libretti di Lorenzo Da Ponte.
Come si poteva prevedere, squadra vincente non si cambia, e così torna il solido e ormai beniamino del pubblico festivaliero, James Conlon che dirigerà ancora una volta l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini. Regia dello stesso Giorgio Ferrara, costumi e scene della coppia da Oscar, Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo. In parte riconfermato anche il cast dei cantanti della splendida edizione del Figaro dello scorso anno. Avremo così Davinia Rodriguez che sarà Donna Elvira ( in Figaro era la Contessa di Almaviva), Lucia Cesaroni sarà Donna Anna (in Figaro era Susanna) e Daniel Giulianini, il Figaro di Spoleto59, sarà Leporello. A impersonare Don Giovanni Ferrara si lascia scappare solo quanto segue, “Sarà un cantante greco con una faccia da pervertito”. Ecco! Nessuna nuova per quanto riguarda costumi e luci che nel Figaro di Spoleto59 furono determinanti per il grande successo dell’opera.
Speciale invece il momento di riflessione, dopo la tragedia del terremoto iniziata il 24 agosto dello scorso anno, con un lavoro originale commissionato dal Festival a Silvia Colasanti che ha dunque composto un Requiem per Soli, Coro e Orchestra e che verrà eseguito in Piazza Duomo il 2 luglio a partire dalle 19,30. La Colasanti era già di casa al Festival, per essere stata l’autrice per Spoleto59 delle musiche di Tre Risvegli di Patrizia Cavalli, regia di Mario Martone con attrice protagonista Alba Rohrwacher (CLICCA QUI).
Il lavoro di Spoleto60 avrà una struttura oratoriale con una voce recitante su testi latini e testi in italiano scritti dalla poetessa Mariangela Gualtieri.
“Ho chiesto alla Colasanti– spiega Ferrara- di scrivere un Requiem per sottolineare il concetto di natura maligna, che si muove non si sa come, non si sa quando, che colpisce a sinistra , a destra, al centro. Con il sindaco prima discutevamo di far diventare lo spettacolo una serata istituzionale importantissima, invitando tutte le autorità, le istituzioni, i sindaci dei paesi e delle città coinvolte. Un grande momento di riflessione su questa terribile tragedia che ha segnato tutti in maniera indelebile.”
A concludere il Requiem, ci sarà anche un assolo di bandoneon suonato proprio da Richard Galliano.
Una vocina dietro le quinte, aveva recentemente ventilato l’arrivo al Festival di un lavoro di Dario Fo in lingua cinese per Spoleto60. E Giorgio Ferrara ne da la conferma ufficiale. Dopo il recente viaggio al seguito del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in Cina per il primo Forum Culturale Italia-Cina (CLICCA QUI), Ferrara ha definitivamente messo in programma la commedia Aveva due pistole con gli occhi bianchi e neri scritta da Dario Fo e messa in scena da uno dei più conosciuti ed innovativi registi teatrali della scena contemporanea cinese, Meng Jinghui.
Un adattamento del lavoro di Fo che non trascurerà affatto la tradizione dei giullari, che avrà i sottotitoli, “ma tanto non serviranno perchè ne è stata fatta dal regista una sorta di musical”, chiosa Ferrara spiegando che si tratterà di una lavoro molto nuovo e curioso, sicuramente piacevole. Previsto anche un omaggio all’autore e la presenza a Spoleto del figlio di Fo, Jacopo che ormai è da moltissimi anni umbro d’adozione.
Altra anticipazione, già dal sen fuggita, come chiarisce Ferrara sornione, “appena gli dici vieni a Spoleto subito lo cominciano a dire in giro…non si tengono un cecio in bocca”, è quella sull’altro lavoro originale commissionato sempre dal Festival dei Due Mondi a Emma Dante. Trattasi della rivisitazione di una nota favola del ‘600 del celebre Gianbattista Basile, Lo cunto de li cunti e che per Spoleto avrà un titolo da commedia splatter, La Scortecata. Regia e d elementi scenici della vulcanica Emma Dante che già lo scorso anno ebbe un successo straordinario con Odissea A/R con i giovani attori del Teatro Biondo di Palermo (CLICCA QUI).
Quando qualcosa funziona, i massimi sistemi accorrono e tutti salgono a bordo del vapore. Ed allora Ferrara si è riunito nei giorni scorsi con tutti i capi struttura delle reti Rai ed ha strappato l’accordo per la diretta del Don Giovanni, con tutto un corollario di repliche, come le Nozze di Figaro dello scorso anno e di approfondimenti sul Festival, documentari sui 60 anni, mentre Radio3 Rai trasmetterà in diretta il Requiem di Silvia Colasanti il 2 luglio. Un notevole colpaccio mediatico, non c’è che dire.
Sul programma di danza Ferrara si limita allo chassis, “ci sarà la danza nazionale e quella internazionale”. Amen!
Aggiunge qualcosa di più sulle mostre e annuncia quella ufficiale promossa dalla Fondazione Festival e dal Comune di Spoleto, organizzata dalla Fondazione Marignoli di Montecorona guidata da Duccio Marignoli e dedicata al pittore Domenico Gnoli.
Biglietterie già in funzione, basta controllare il sito ufficiale del Festival per verificare su quale spettacolo è già iniziata la prevendita. Politica dei prezzi fondamentalmente invariata. Allo studio una grossa novità di cui però non si vuole dare anticipazione un pò per scaramanzia e un pò, “perchè occorrono le adeguate verifiche”, aggiunge un cauto sindaco Cardarelli. Per quanto riguarda le strutture teatrali (Caio e Nuovo) tutto è a posto rispetto ai problemi diffusi riscontrati nel dopo terremoto. Rimane fuori uso al momento solo il Teatro San Nicolò rimpiazzato dall’Auditorium della Stella (restano agibili la Sala convegni al primo piano e tutto il perimetro del Chiostro), la chiesa di San Domenico rimpiazzata da quella di San Filippo. “Al Teatro Romano c’è un rischio di incombenza, ma lo stiamo risolvendo in tempo per la manifestazione”, aggiunge infine il sindaco.
Per l’ennesima volta ci scappa la domandina sulla scadenza dell’incarico di Giorgio Ferrara a Direttore Artistico del Festival. Come la si gira o la si volta, Ferrara sull’argomento è più felpato e liscio del fustagno. C’è anche chi chiede con nonchalance chi consiglierebbe il direttore artistico in carica per la sua futura sostituzione. E Ferrara, mentre fa scomparire le mani sotto il tavolo a cercare la scaramanzia, dopo aver fatto una pausa teatrale, sciabola l’aria con la rispostona, “chi consiglierei io? Giorgio Ferrara.” Punto e basta. Come ai bei tempi di Soccorso Rosso eccoti però arrivare il sindaco Cardarelli che infila l’argomento politico offrendo la giusta prospettiva. L’inevitabile, si potrebbe tranquillamente dire, “Bisognerà costruire un dialogo con il Ministro Franceschini naturalmente, non possiamo fare i conti senza l’oste. Mi sembra che il ministro sia determinante, ma ancora c’è tempo”.
A dare ulteriore prospettiva ad una ipotesi di futuro, ci pensa poi Dario Pompili, che in quanto a visione politica ha 12 decimi in entrambe gli occhi. “Noi sappiamo tutti cosa era il Festival di 10 anni fa e cosa è il Festival ora. Abbiamo una manifestazione internazionale che ha riacquistato il suo giusto prestigio ed il posto che gli compete. Noi spoletini intanto dovremmo ringraziare chi ha reso possibile tutto ciò. L’altra considerazione che voglio fare è che l’esperienza ci insegna come un direttore artistico sia una figura essenziale per la riuscita della manifestazione e quindi dovremmo uscire dagli schemi precostituiti. Abbiamo capito e visto cosa è un Direttore artistico all’altezza del compito, ma abbiamo anche visto cosa significa avere un Direttore artistico non all’altezza del compito. Ci vuol poco a trasformare una manifestazione di altissimo livello ad una allo stato di agonia. A suo tempo aiutammo il Festival in situazione drammatica non perchè aiutavamo il direttore artistico ma perchè aiutavamo da spoletini il Festival, che è tutt’altra cosa.”
E a chiudere la discussione breve su “Ferrara si -Ferrara no-Ferrara forse”, Fabrizio Cardarelli ringrazia tutto lo staff del Festival ed il Consiglio di Amministrazione che hanno reso possibile la sistemazione del capannone-laboratorio di scenografia e scenotecnica a San Nicolò dove a brevissimo si potrà ricominciare a produrre come un tempo tutto il necessario per gli allestimenti della manifestazione. Un intervento per il quale il Festival ha anche contratto un mutuo. In questo clima di collaborazione che ha superato nei 10 anni i tanti ostacoli e la diffidenza degli spoletini nei confronti di “quelli di Roma”, sul filo di lana Ferrara rompe per un nanosecondo il fustagno che lo avvolge e si lascia scappare un “Vedo un bel clima, ci sono meno pessimisti in giro. Certo che mi piacerebbe continuare…sono disponibile”. Non resta che farlo sapere alla terna magica.
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Foto: Tuttoggi.info (Carlo Vantaggioli)