Spoleto

Due Mondi, la strana nota di Spoleto Popolare e Alleanza Civica “Siamo sconcertati”

Come già più volte espresso, siamo sconcertati dalla scelta di effettuare quest’anno un Festival dei due Mondi nella versione ridotta di 4 giorni, dal 27 al 30 agosto 2020.

Con parole inequivocabili, i gruppi politici di Spoleto Popolare e Alleanza Civica, intervengono sul tema del momento proprio quando il Festival invece rende noto il programma definitivo del lungo weekend di spettacoli di fine agosto e nel contempo si appresta anche a trovare il modo di programmare un secondo weekend per non rendere eccessivamente mutilata l’edizione 2020 della kermesse.

Una nota stampa che aldilà dei toni forti non aggiunge o toglie nulla allo status quo di una manifestazione pubblica di spettacolo che deve tenere conto di rigide regole nazionali sulla sicurezza sanitaria e il distanziamento sociale a causa della pandemia da Covid-19 e che si appresta ad una transizione determinante nel ruolo del Direttore Artistico, da Giorgio Ferrara a Monique Veaute.

Una transizione che non è meramente burocratica ma che coinvolge in prima persona il principale finanziatore del Festival, il Mibact, in una serie di rapporti fiduciari ormai consolidati da un decennio di attività senza nemmeno una macchia contabile o gestionale.

Una nota che oltretutto non sembra prendere in considerazione la situazione regionale dove gli annullamenti di manifestazioni, senza possibilità di appello, hanno travolto tutto e tutti, persino a livelli di vertice come nel caso di Umbria Jazz.

Se effettivamente sarà possibile organizzare per quel periodo spettacoli e si sarà quindi in grado di gestire il rischio di contagio, che senso ha mutilare il Festival alla sola durata di 4 giorni? Che vantaggio ne avrebbero il Festival e Spoleto? Il gioco varrebbe la candela? Una durata tale infatti sarebbe inutile sia al settore turistico e commerciale sia alle maestranze che lavorerebbero pochissimo.”

E’ sempre “strano” quando la politica non coglie i segnali del territorio. In questo senso la condizione di difficoltà nell’organizzazione non sarebbero solo spoletine per qualche motivazione particolare o incapacità tecnica ma di fatto generale, con una eccezione palese però (pur con tutte le sue limitazioni): quella del Festival dei Due Mondi, appunto, che invece lancia un segnale di vitalità e che come tale andrebbe interpretato.

“Noi riteniamo che se sarà possibile organizzarlo per 4 giorni – prosegue la nota che su questo particolare appare chiaramente fuori tempo massimo essendo già nota la conferma dei 4 giorni di fine agosto da più di 48 ore- allora potrà essere possibile effettuarlo anche per la sua storica durata di due settimane o addirittura pensare di allungare la sua durata temporale per permettere allo stesso numero di spettatori di partecipare, in numero ridotto, a tutti gli spettacoli.“.

Un conto tirato giù senza l’oste, come si usa dire, perchè sfugge che i costi di gestione sono pressochè raddoppiati a fronte di annullamenti di quasi tutte le sponsorizzazioni mentre rimane attiva la benevola assistenza, eventualmente, del solo Mibact e dei soliti due istituti bancari spoletini. E i soldi per fare la “festa” sono sempre importanti.

Dalle ultime notizie comunicate poi in conferenza stampa, sarebbe un Festival per pochi intimi, visto che le due location scelte, Piazza Duomo e Teatro Romano, potranno accogliere un esiguo numero di spettatori, rispettivamente 120 e 200, per un totale nei 4 giorni di 640 fortunati spettatori, con la speranza che siano tutti paganti. Quanto costerà quindi questa sessantatreesima edizione del Festival? Questa mattina sulla stampa il Direttore Artistico ha un po’ corretto il tiro aumentando la capienza di piazza del Duomo a 400 posti per il concerto di Muti e a 250 spettatori per il Teatro Romano, ma la sostanza non cambia.“.

“Una domanda è legittima, ma con il Mibact è stata avviata un’interlocuzione formale per avere la certezza sia del benestare all’organizzazione del Festival sia delle relative risorse indispensabili che negli anni sono sempre state garantite?”.

Domanda sicuramente legittima, politicamente, ma nei fatti anche qui superata perchè per fare i 4 giorni di Festival c’è voluto il benestare del Mibact su un progetto che come prevede la prassi ministeriale, ha esposto i relativi costi.

“Comunque, qualora non dovesse essere possibile organizzare questa edizione del Festival (siamo ancora alla tardività della nota) o se la decisione della durata di 4 giorni ormai fosse indiscutibile, chiediamo che le risorse formalmente stanziate per il Festival del 2020 che non saranno utilizzate (vista la durata ridotta), vengano spostate e sommate a quelle del Festival 2021 in modo da poter organizzare una super-edizione di rilancio e di rinascita e che inoltre parte di queste risorse siano utilizzate per un’anteprima di Natale che sia all’altezza del Festival e di lancio per l’edizione di Giugno 2021.

Spoleto Popolare e Alleanza civica, superando le stranezze comunicative, avranno in tal senso possibilità di parlare dell’argomento con la Fondazione e con il nuovo Direttore Artistico, Monique Veaute, in carica però dall’ottobre prossimo, quando si dovrà mettere mano ad un Festival completamente rinnovato a causa del virus.

Nel frattempo forse è meglio cogliere l’attimo.