Valnerina

Due anni dopo dal terremoto di Norcia, tra delusione, impegno e speranza

Norcia ha ricordato il secondo anniversario del terremoto che ha rappresentato il culmine della sequenza sismica che ha devastato parte del centro Italia tra il 2016 ed il 2017, quello del 30 ottobre appunto. Alle 7,41, sotto una pioggia battente, in piazza San Benedetto la comunità nursina si è fermata per un momento di riflessione e preghiera al cospetto della statua del santo patrono d’Europa.

Insieme al sindaco Nicola Alemanno, con esponenti della Giunta e del Consiglio comunale, c’era la presidente della Giunta regionale  dell’Umbria Catiuscia Marini. Con il canto gregoriano “Veni Creator Spiritus” intonato dai monaci benedettini e la preghiera guidata da mons. Luigi Piccioli, vicario generale dell’Arcidiocesi di Spoleto – Norcia (il vescovo è in Terra Santa), si è fatta memoria del sisma che ha colpito pesantemente Norcia e il suo territorio. Con il vicario vescovile, sotto una pioggia battente, insieme a un discreto numero di fedeli, c’erano anche l’arciprete di Norcia don Marco Rufini, il parroco in solido don Davide Tononi e i monaci benedettini, col priore padre Benedetto Nivakoff.

Mons. Boccardo: “Tra la gente frustrazione e delusione”

“Siamo raccolti in preghiera – ha detto mons. Piccioli – per fare memoria di quanto sperimentato due anni fa: la paura, la casa rovinata o crollata. Ai tecnici, su indicazioni delle autorità preposte, spetterà il compito di far sì che si ricostruisca presto su “terreno solido”.  Alla Chiesa, invece, spetta il compito di ricostruire l’anima delle persone e avere cura che poggi su un “terreno stabile e non sabbioso””. Il Vicario Generale ha anche ricordato il passo biblico dei Libri di Esdra e Neemia, due principali personaggi della restaurazione della comunità giudaica, a partire dalla ricostruzione di Gerusalemme, dopo l’esilio babilonese. “Esdra e Neemia – ha detto il principale collaboratore di mons. Boccardo – prima di mettere mano alle opere materiali della ricostruzione, rileggono per un intero giorno la Parola di Dio, mettendo nuovamente a fuoco le motivazioni che sono alla base del loro essere popolo di Israele, ricompattando la comunità attraverso un rinnovato senso dell’amicizia e della fraternità. Prima di ricostruire le mura, quindi, si ricostituiscono come popolo, così che la nuova città sia un luogo dalla vita operosa. È l’augurio anche per la ricostruzione della nostra Valnerina: è giusto e doveroso ricostruire case, chiese, scuole, edifici della vita civica e altro, ma ciò deve andare di pari passo con la rinascita del senso comunitario”.

In occasione del secondo anniversario del terremoto l’Archidiocesi ha raccolto in un volume –“Dalla stella della paura…alla stella della speranza” – articoli e foto pubblicati nel periodico cartaceo diocesano Il Risveglio News. È un modo per ripercorrere la vicinanza costante e discreta, silenziosa ma fattiva della Chiesa alle popolazioni terremotate. Si rivedono i volti di tante persone (Papa, vescovi, preti, suore, volontari giunti da ogni parte d’Italia e non solo) che hanno sostenuto le popolazioni della Valnerina a curare i cuori feriti, che hanno portato quella speranza nel domani affievolita dalle scosse sismiche e sbriciolata dalla scosse burocratiche di una ricostruzione lenta e difficile. Nella prefazione l’arcivescovo Boccardo scrive: “La stella della speranza continua a brillare con grande splendore. La gente non si stanca di guardare avanti e continua a seminare iniziative di vita che germogliano e portano frutto. È gente che in maniera silenziosa alza lo sguardo al cielo per ricercare la stella della preghiera e si affida al Dio provvidente e misericordioso. Tra questa gente – dice mons. Boccardo – brilla però anche la stella della delusione e della frustrazione: in tanti sono venuti e hanno detto “non vi dimenticheremo, non vi lasceremo soli”, ma dopo due anni tante promosse sono risultate vane, la ricostruzione stenta a ripartire, la burocrazia ritarda ogni iniziativa e la sfiducia e la rassegnazione sono sempre in agguato. Ma c’è un’altra stella – conclude il Presule – che sembra meno luminosa e che invece risplende nella notte più oscura: è quella dell’impegno che guida il cammino di tanti che, spesso nel silenzio e nella discrezione, vogliono tessere nuovamente il tessuto sociale e restituire a questi territori una vita sicura e dignitosa e garantire ai giovani un futuro possibile e fecondo”.

Alemanno “Facciamo tesoro delle esperienze e guardiamo al futuro”

Le iniziative del 30 ottobre sono proseguite presso la Galleria Commerciale con un incontro pubblico e la presentazione del report a due anni dal sisma. “Guardiamo al passato per far tesoro delle esperienze, cosa è stato fatto di bene e di cosa avremmo potuto fare meglio, augurandoci che il nostro Paese possa finalmente di un testo unico per la gestione delle emergenze” ha detto il Sindaco Nicola Alemanno. “La logica di queste giornate è quella di guardare al futuro per iniziare a pensare alla nuova città – ha continuato il primo cittadino – che dovrà essere innanzitutto sicura. Il decalogo per la ricostruzione che abbiamo proposto (inserito anche nel periodico comunale ‘Sala 40’) pone degli spunti di riflessione, tra questi quello di far si, ad esempio, che ogni edificio ricostruito sia inserito in una Comunità ‘intelligente’ e non un elemento a se stante. E’ l’apertura di un dibattito che ci auguriamo approdi in un paio di mesi in consiglio comunale e possa divenire un vero e proprio manifesto, per e della nostra comunità resiliente, caratteristica che ormai ci contraddistingue”.

Alemanno ha poi elencato in un report i numeri relativi a Norcia, attraverso i quali si può quantificare l’ingente mole di lavoro che gli uffici comunali stanno portando avanti da due anni a questa parte. Da ricordare che 1376 sono gli abitanti delle SAE, soluzioni abitative d’emergenza, nel territorio comunale; 1812 le persone assistite attraverso il contributo di autonoma sistemazione (CAS). Tra i dati che lasciano ben sperare per il futuro anche la sostanziale invariabilità del numero della popolazione, rispetto ad agosto 2016, che allontana l’ipotesi di un’emigrazione di massa e si segnala anche un incremento degli studenti nelle scuole e all’asilo nido comunale, che è passato da 24 a 32 bambini.

Marini “Fasi delicate non possono essere gestite con norme ordinarie”

Sulla necessità di un testo unico è intervenuta anche la presidente della Regione Catiuscia Marini: “Se c’è una lezione che ci viene dalla drammatica esperienza di questo terremoto è che lo Stato italiano deve dotarsi di una legge quadro che detti norme per la gestione delle emergenze dovute a calamità naturali, in quanto non è possibile gestire queste fasi delicate e straordinarie con norme ordinarie”.

Nel report  a due anni dal sisma sono stati ripercorsi due anni di intenso lavoro, svolto da oltre mille dipendenti pubblici, insieme agli amministratori locali, provinciali e regionali, con l’ausilio di duemila volontari del sistema organizzato di Protezione civile, e di tutte le forze dell’ordine a partire dai Vigili del Fuoco, ai quali la presidente Marini ha voluto rinnovare il suo più sentito ringraziamento.

La presidente ha quindi riferito alcune delle cifre più significative relative alla gestione dell’emergenza in Umbria ed all’avvio della ricostruzione: oltre 7.400 persone assistite, di cui 5180 con contributo di autonoma sistemazione ed il resto nelle 752 soluzioni abitative di emergenza realizzate e nei 68 moduli abitativi rurali; 45.848 sopralluoghi effettuati (tra schede “Fast” e AeDES); 94 per cento di macerie rimosse per la parte pubblica; 80 delocalizzazioni di attività produttive, pari al 93 per cento delle richieste presentate; oltre 1000 pratiche per ricostruzione leggera presentate di cui 400 autorizzate con la conseguente apertura di altrettanti cantieri avviati, di cui 80 già terminati. Anche per ciò che riguarda la ricostruzione pesante i cittadini hanno iniziato a presentare domande.

“Siamo dunque in una fase ormai operativa – ha aggiunto la presidente – ed abbiamo anche approvato, prima tra le Regioni coinvolte dal terremoto, la legge sulla ricostruzione con cui ci poniamo l’obiettivo non solo di una ricostruzione fisica degli edifici, ma anche della ricostruzione economica e sociale della Valnerina e di Spoleto. L’attuazione della ricostruzione dovrà avvenire nei tempi necessari con le autorizzazioni che devono essere date nella garanzia della legalità, ma anche della qualità della ricostruzione, della trasparenza”. La presidente Marini si è quindi soffermata sullo spirito della legge regionale che “dice” che non c’è ricostruzione senza continuità della vita economica e sociale: “oggi – ha aggiunto – abbiamo anche il concreto supporto dell’Europa, con risorse aggiuntive che ci permettono, con l’Asse ‘Terremoto’ nell’ambito della programmazione comunitaria, di ricostruire il tessuto economico, produttivo e sociale delle aree colpite così come la ricostruzione di un bene simbolo quale la Basilica di San Benedetto a Norcia. Importante, dunque, poter avere un canale normativo che prevede un “Masterplan” per lo sviluppo, predisposto insieme da Regione, Comuni e operatori economici”.

Ed al supporto dell’Europa è dedicata la mostra “HeartQuake”, con foto di Marco Giugliarelli e Fabrizio Troccoli e liberamente visitabile, inaugurata presso la stessa Galleria Commerciale di Norcia, dopo essere stata esposta a Bruxelles, nella sede del Comitato delle Regioni e delle Città d’Europa nei primi giorni di ottobre.

Il vice presidente della Regione Umbria Fabio Paparelli ha invece esposto nel dettaglio gli interventi realizzati in questi due anni e che hanno riguardato il settore economico: “nei mesi passati – ha ricordato Paparelli – abbiamo realizzato un lavoro molto importante che stiamo portando ormai a termine. Un lavoro che abbiamo avviato sin dai primissimi giorni successivi al terremoto, già nelle tende che avevamo allestito a Norcia, nella consapevolezza che si doveva in ogni modo assicurare continuità alla vita economica di questi territori. Senza dimenticare che abbiamo dovuto ricominciare il lavoro avviato per ben tre volte, a causa delle diverse crisi sismiche che si sono verificate dall’agosto del 2016 a gennaio del 2017. Dunque, una mole di lavoro assai significativa, che ha visto impegnata la struttura dell’amministrazione regionale, dei Comuni, delle associazioni di categoria, che meritano oggi il ringraziamento della Giunta regionale. Ma il ringraziamento più importante – ha concluso – deve andare a tutti gli operatori economici di questa terra che hanno voluto, con forza e grande coraggio, credere sul loro futuro”.

Nel corso della mattinata è stata presentata la quarta edizione di Expo Emergenze, che si terrà a Bastia Umbra dal 16 al 18 novembre, dedicata al mondo della sicurezza e delle emergenze. A fare da apripista l’anteprima dell’edizione speciale della rivista ‘Riflesso’ con una vision sulla ricostruzione futura dei territori colpiti dal sisma, ben enunciata dal Prof. Paolo Belardi, direttore dell’Accademia.