I minori fanno uso di droga. In tanti. E in prevalenza lo considerano un mezzo di socializzazione. Tra i giovani umbri in età compresa tra i 14 e i 18 anni il consumo di droghe, prevalentemente leggere, sembra ormai entrato nella quotidianità. E’ questo uno dei punti centrali della ricerca “Una normalità deviante”, il cui esito è stato illustrato dal curatore Ambrogio Santambrogio (docente di sociologia all'Università di Perugia) e da Ugo Carlone (uno dei due ricercatori che hanno realizzato la ricerca) ai componenti della Commissione d'inchiesta su criminalità organizzata e tossicodipendenze della Regione Umbria, presieduta da Paolo Brutti.
La ricerca è stata svolta su un campione significativo di più 800 ragazzi di venti scuole superiori della regione, in età compresa tra i 14 e i 18 anni, 40 per ciascuna scuola. “Questi giovani fanno uso prevalentemente di cannabis, sporadicamente cocaina, ancor più sporadicamente di eroina. Quello che si delinea è che i ragazzi usano sostanze perchè ci sono ed è facile reperirle, non c'e' una valenza simbolica e la componente trasgressiva è minima, non all'interno del contesto relazionale tra coetanei, ma soprattutto in rapporto ai genitori o agli adulti”.
Per quanto riguarda i reati minorili per droga sono stati esaminati 448 fascicoli: 371 di questi sono stati archiviati perché notizia di reato infondata, 10 sono andati a dibattimento e gli altri 67 definiti in udienza preliminare al gip. Solo 12 i casi in cui è saltuariamente presente l'eroina. Si rileva la presenza di giovani spacciatori, soprattutto provenienti dal Maghreb, in particolare dalla Tunisia. C'e' inoltre un alto consumo di alcol e tabacco che però non vengono percepiti come droghe.
La Commissione ha successivamente incontrato anche il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale dei minori di Perugia Giovanni Rossi, che ha parlato della necessità da parte delle istituzioni di attuare una forte attività di informazione e prevenzione nei confronti dei giovani, per spiegare la oggettiva pericolosità sanitaria dell'uso di droga, e per far capire sempre meglio che con “normale” consumo di droga si alimenta un circuito criminale di alta pericolosità. Dalla ricerca emerge che tra i giovani c'è un processo di rapidissimo apprendimento del fenomeno droga, di cui si ha una conoscenza credibile che per lo più non scandalizza né impaurisce.