“Quello della droga è un problema politico, morale e medico. Le tossicodipendenze, ma anche l'assuefazione al fumo e all'alcool hanno radici profonde legate alla società in genere e allo sfacelo di molte famiglie di ogni ceto, che non riescono a trasmettere affetto e comprensione verso i propri figli”. Il consigliere regionale del PdL, Maria Rosi torna a parlare del fenomeno droga puntando il dito anche sui mezzi di comunicazione in genere, compresa la televisione, “utili sotto molti aspetti , ma che producono in sostanza più danni che benefici”. Per Rosi, l'uso di droghe è da ricercare anche nel “troppo comodo modo di vivere, nelle comodità che producono spesso un notevole benessere materiale comunque mal distribuito all'interno di una stessa comunità e tra i vari popoli. Anche da questo – spiega – può nascere un profondo senso di malessere che può contribuire ad una infelicità diffusa, quindi al suicidio, a malattie in genere o, addirittura, può portare l'individuo a squilibri psicologici che spesso si concludono con atteggiamenti delinquenziali e tossicodipendenza”. Rosi non manca di denunciare “l'insufficiente” lotta alle tossicodipendenze. In Umbria, l'azione più impegnativa e concreta viene portata avanti dalle Forze dell'ordine impegnate nell'individuare ed arrestare i seminatori di morte attraverso azioni di controllo e repressione.
Si tratta di interventi importanti e spesso eroici, ma che non riescono ad arginare il male. Dall'altra parte ci sono strutture mediche del tutto inefficienti, come del resto accade in quasi tutti i campi della medicina, che non riescono ad apportare utili rimedi al fenomeno. È pressoché insignificante il beneficio dell'uso del metadone, mentre sono scarsissimi e inefficaci i vari tentativi di prevenzione”. Secondo Rosi, “vanno riviste e corrette le varie leggi in vigore, ormai troppo datate. Sono necessari nuovi metodi di cura e recupero. Ad oggi – osserva – soltanto le comunità private hanno dato ottimi risultati, riuscendo, grazie alla loro dedizione, a recuperare un buon numero di drogati. Non bisogna poi dimenticare i molti ipnotisti che si occupano di aiutare quei tossicodipendenti che si rivolgono a loro, ma sono un numero insufficiente per rispondere concretamente al fenomeno”. Tra le proposte di Maria Rosi, quella di fare “rinascere i centri storici, perché rappresentano importanti luoghi di incontro per i giovani. Del resto, da sempre, i centri storici sono luogo in cui i cittadini ritrovano la loro identità. Purtroppo, invece, oggi rappresentano il simbolo del fallimento della politica”. In conclusione, Rosi auspica la messa in campo, da parte delle istituzioni, di “una lotta senza quartiere contro ogni organizzazione criminosa e gli stessi spacciatori. È necessaria e non più rinviabile una grande opera di prevenzione. Ogni comunità ed ogni famiglia hanno il dovere di promuovere, ad ogni costo, la 'cultura della vita' e non dello 'sballo'”.