Cronaca

Droga davanti al liceo di Perugia, presi i 9 “Max” dello spaccio

Lo spaccio era a pochi metri dal liceo Galilei. E che la droga sia venduta nello stesso perimetro dove i ragazzini vanno a scuola vale un’aggravante. Mentre nelle aule i ragazzi del liceo seguivano le lezioni a pochi metri gli spacciatori magrebini inondavano di eroina e cocaina la zona del parco Santa Margherita, alle porte del centro di Perugia. Secondo quanto ricostruito dalle indagini per tutto il periodo dal 2012 al 2016. Si tratta di dieci persone, 8 tunisini, un marocchino e un presunto libico individuati dalla polizia del capoluogo umbro dopo una lunga indagine. Una vera e propria organizzazione contraddistinta da un “marchio di fabbrica”: il nome Max, che non identificava una persona specifica, ma tutti gli spacciatori del gruppo.

Chi era, o cosa, era “Max”? Max corrispondeva ad una sim telefonica contenete i contatti di almeno 50 tossicodipendenti fidelizzati. Era il nome che pronunciavano i tossicodipendenti al telefono cercando la droga. Una sorta di certificato di garanzia. Un “marchio” di cui si fidavano perché l’eroina presa a caso, può essere tagliata male (o troppo poco) e può uccidere. E allora questo escamotage garantiva ai soggetti coinvolti la continuità dell’attività criminale nel tempo e anche una certa “professionalità”. In più sul fronte del “marketing” garantiva una rubrica preziosa che passava di mano in mano tra i vari membri dell’organizzazione.

Il blitz e i fermi di polizia. La squadra mobile di Perugia, guidata da Marco Chiacchiera, ha eseguito 8 fermi, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e sta cercando il decimo uomo, attualmente non reperibile. I proventi dello spaccio, non meno di 50 dosi al giorno, assicuravano ai membri dell’organizzazione un guadagno quotidiano di almeno 1.500 euro. “Si tratta di eroina e cocaina di buona qualità, venduta a 40-45 euro a dose, che assicurava agli spacciatori una clientela fissa da anni”, ha dichiarato il questore di Perugia Francesco Messina.

La droga sotto il liceo. Lo spaccio avveniva soprattutto in prossimità del parco di Santa Margherita, vicino al liceo Galilei, e in alcune zone del centro storico. “Questi soggetti sono stati coinvolti in passato in lotte per il controllo del territorio con altre bande, sfociate talvolta in episodi di violenza anche in pieno centro”, ha affermato il capo della Mobile Marco Chiacchiera.

Lotta alla radicalizzazione islamica. “Stiamo controllando che i fermati non abbiamo legami con contesti legati all’Islam radicale. Per ora, nella provincia di Perugia, non abbiamo segnali di minacce terroristiche, grazie anche alla collaborazione con le comunità islamiche locali”, ha dichiarato il questore Messina.

Anche un ricercato. Durante i controlli negli appartamenti dei fermati, la polizia ha trovato un tunisino, nascosto in un armadio, gia’ raggiunto in passato da un provvedimento di espulsione. Gli agenti lo hanno arrestato.

«Noi siamo gli “spazzini”». “Non ci sono quartieri della città fuori controllo” ha detto il questore Francesco Messina. “Fin quando ci sarà domanda – ha aggiunto – risponderà l’offerta e spetta a noi il compito di fare gli ‘spazzini’ in una realtà in cui, in ogni modo, i reati sono in calo rispetto agli anni precedenti. In questa fase il nostro compito consiste anche nell’approfondire i rapporti di questi spacciatori magrebini con ambienti particolari”.