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Droga a Perugia, operazione “Quattro torri”: emesse dodici ordinanze di custodia cautelare

Una fitta rete di spaccio, che da Perugia arrivava fino al Lago Trasimeno: gli agenti della Questura del capoluogo umbro sono riusciti a smantellare l'intricata associazione a delinquere, che aveva al vertice due fratelli di origini albanesi. Le indagini, che prendevano origine dall'operazione Zbun del febbraio 2012, si sono concluse con l'emissione di 12 ordinanze di custodia cautelare in carcere. Tre persone sono già state eseguite nei giorni scorsi.

Le origini – Le indagini presero le mosse dall’operazione Zbun, conclusasi nel febbraio 2012 e culminata con l’esecuzione di 20 ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico di altrettanti italiani e magrebini impegnati nell’importazione e nello spaccio di eroina e cocaina. Tra i fornitori, emersi a seguito dell’attività di intercettazione e monitoraggio, c'erano alcuni albanesi domiciliati a Perugia, sui quali si era focalizzata l’attenzione della Sezione Criminalità Organizzata e della Sezione Antidroga della Squadra Mobile.

I riscontri – Le intercettazioni telefoniche delle utenze usate dagli spacciatori albanesi diedero seguito a riscontri immediati. A capeggiare la compagine monitorata erano due fratelli albanesi, Edmir e Viljan Feta, entrambi residenti a Corciano, nella zona Quattro Torri che, appunto, ha dato il nome all’operazione. Grazie all'ascolto delle intercettazioni la polizia arrestò in flagranza 6 persone di varia nazionalità, e recuperò circa 2 etti di cocaina appena acquistati.

Gli arresti – Il 2 agosto 2011 furono arrestati Anna Romano, nata il 4 aprile 1971 a Torre del Greco, in provincia di Napoli, e Antonio Di Fiore, nato l'8 maggio 1973 a Napoli. I due furono arrestati perché, fermati dopo essersi recati presso l’abitazione dei Feta, erano stati trovati in possesso di un quantitativo di 20 grammi di cocaina appena acquistati dai fratelli albanesi.

L'8 agosto 2011 fu poi preso Skuka Sajmir, nato il 25 ottobre 1983 in Albania: fermato in Via Settevalli, era stato trovato in possesso di 20 grammi di cocaina appena ricevuti dai Feta, dai quali aveva anche ricevuto l'incarico di consegnarli a terzi. Un ulteriore ed importante elemento è che lo Skuka, nonostante fosse agli arresti domiciliari, continuava a spacciare per il gruppo (circostanza che è stata riscontrata nell’ambito di un controllo di routine, dove è stata rinvenuta all’interno dell’appartamento sia cocaina che ritagli in cellophane).

Il 29 agosto 2011 fu poi la volta di Amri Wisseme, nato a Tunisi il 9 maggio 1985, arrestato perché, durante un colloquio con uno dei fratelli Feta, aveva chiesto di acquistare una “piccola” (dieci grammi) di “pulita” (ad indicare cocaina, a differenza della eroina che è definita la “sporca”). E' stato infatti fermato e controllato poco dopo e trovato in possesso di 10 grammi di cocaina purissima.
Infine il 21 settembre 2011 furono infine arrestati Feta Etmir, nato il 17 aprile 1988 in Albania, e Cami Alfred, nato il 23 marzo 1985 in Albania. Cami, incaricato di una consegna da Feta, era stato controllato e trovato in possesso di 5 grammi di cocaina. Feta, dopo il controllo del suo appartamento situato in Via Buozzi, veniva trovato in possesso di ulteriori 60 grammi di cocaina purissima, oltre all’armamentario tipico del pusher (frullatore, rotoli di buste di cellophane, bilancine di precisione) e di 4.500 euro, sequestrati poiché frutto dello spaccio.

L'associazione – L’attività di intercettazione ed i riscontri hanno poi consentito di individuare una vera e propria organizzazione dedita all’attività di spaccio a Perugia.
I protagonisti sono i fratelli Feta Etmir e Viljan, vertici del gruppo, capaci di approvvigionamento continuo e di coordinamento dello spaccio con conseguente gestione di collaboratori stabili.
Tipico della sussistenza del reato, oltre alla riscontrata organizzazione piramidale, con suddivisione stabile dei ruoli, è anche il mutuo soccorso che i sodali ricevono dagli altri membri laddove si trovano nella mancanza di disponibilità di droga, e l’aiuto concreto dato ai sodali arrestati (come nel caso di Skuka).
L’organizzazione si è rivelata in grado di rifornire (quali “grossisti”) gli spacciatori magrebini (i quantitativi acquistati dei quali erano destinati alla rivendita su piazza previo “taglio”), che (quali “dettaglianti”) innumerevoli consumatori finali, soddisfatti da pusher inseriti stabilmente nell’organizzazione: in particolare, è emerso che il sodalizio si componeva di un considerevole gruppo di “cavalli”, i quali svolgevano l'attività di spaccio come unica occupazione e loro unica fonte del loro sostentamento. I luoghi dello spaccio sono sia la città di Perugia, che la zona del Lago Trasimeno, dove si trovano molti clienti abituali del sodalizio.

I reati contestati – Sono stati contestati i reati previsti e puniti dall’art. 73 e 74 D.P.R. 309/1990 (Testo Unico Stupefacenti), ossia associazione per delinquere finalizzata all’acquisto e cessione di stupefacente del tipo cocaina ed eroina.

I risultati – Al termine delle risultanze investigative il P.M. competente, la Dott. ssa Manuela Comodi, ha chiesto ed ottenuto dal GIP presso il Tribunale di Perugia, Dr.ssa Brutti, 12 ordinanze di custodia cautelare in carcere di cui tre eseguite nei giorni scorsi a carico di: Bucur Roxana, Skuka Sajmir e Kapxhiu Hazis.

La Bucur è nata in Romania il 8 gennaio 1989 domiciliata a Corciano, ed era una figura determinante del gruppo: nota nell’ambiente della prostituzione della zona, punto di riferimento e di collegamento tra i vari componenti, godeva della piena fiducia dei due fratelli Feta, custodiva la droga, la tagliava e la spacciava. Acquistava anche le schede telefoniche, poi utilizzate dagli altri componenti del gruppo per lo spaccio. Fungeva anche da vedetta “di strada”, mettendo sull’avviso i sodali in caso di pericolo.

Skuka, nato in Albania il 25 ottobre 1983 e domiciliato a Perugia, era un pusher del gruppo, spalla operativa dei fratelli Feta. Si occupava pressoché quotidianamente dell’attività di spaccio al minuto. Kapxhiu è nato in Albania il 28 giugno 1989. E' un cliente abituale del gruppo per il successivo spaccio su altra piazza.

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(Ale. Chi.)

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