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Dritto o rovescio? Il caso dello stemma cittadino

I dettagli fanno la differenza”. Questo aforisma lo si ripete in molte situazioni ed ambiti della vita, nei quali la cura del particolare, a volte, risulta, o risulterebbe, alquanto fondamentale. In questo caso, Città di Castello potrebbe ritrovarsi davanti ad un errore storico di proporzioni gigantesche, poiché il dettaglio sbagliato non è proprio cosa da poco.

Lo stemma di Città di Castello – Da secoli ormai lo stemma tifernate è quello che noi tutti siamo abituati a vedere: uno scudo bipartito con a sinistra una croce rossa su sfondo bianco e sulla destra un castello con tre torri su sfondo rosso.

Lo stemma secondo lo Statuto – Se un qualunque cittadino leggesse con attenzione il testo dello Statuto comunale, approvato con delibera di C.C. n° 70 del 25/07/2005, troverebbe però un piccolo errore che porterebbe all’indugio e al dubbio. L’articolo 3, “Uso dello stemma e del gonfalone”, del Nuovo Statuto comunale di Città di Castello riporta infatti queste parole: “Il Comune ha diritto di fregiarsi del proprio stemma che raffigura: uno scudo a testa di cavallo, partito. Sulla parte destra è riprodotta una croce rossa su campo bianco d’argento, sulla parte sinistra un castello con tre torri in argento su campo rosso […]”.  Nel suddetto testo, insomma, croce e castello dovrebbero trovarsi nella posizione opposta, invertite rispetto a quelle (giuste) dello stemma.

“I  dettagli fanno la differenza” – La domanda ora sorge spontanea: come mai nessuno, dall’ultima e lontanissima approvazione (9 anni fa), si è mai accorto di questa contraddizione? Ovviamente la mancanza di “attenzione” avrebbe scongiurato, nel tempo, anche la conseguente correzione. Volendo essere pignoli, per colpa di una piccola distrazione (?) riguardante la posizione di due simboli cittadini, si potrebbe parlare addirittura di violazione dello Statuto, fin dal lontano 2005 e in innumerevoli occasioni. Se invece volessimo mettere da parte ogni disfattismo, diremmo che basterebbe una piccola modifica del testo comunale, non certo dello stemma, per fugare ogni polemica superflua.  Eh sì, “i dettagli fanno la differenza”.