“Vogliamo lavoro e dignità. Stato criminale”. Recitava così lo striscione che marito e moglie avevano appeso alla cancellata della fontana maggiore di Piazza IV Novembre questa mattina, intorno alle 11.30, a Perugia, proprio di fronte a Palazzo dei Priori, sede del comune del capoluogo. Chiedono lavoro, dunque, dopo averlo perso, affermano, ed essere disoccupati da 3 anni: dalle loro dichiarazioni, hanno un figlio di 16 anni a carico; lei, originaria di Palermo, malata di diabete, avrebbe venduto la sua fede pur di sopravvivere. Lui, laureato in giurisprudenza, lavorava a Valfabbrica, presso la Profil Umbria. Dietro alle loro schiene avevano anche una tanica, a loro detta piena di benzina, che avolevano utilizzare se la trattativa con le istituzioni non avesse avuto risultati.
Sul posto i Carabinieri, la polizia municipale e personale della Digos. La trattativa è proceduta, in maniera da dissuadere i due dal compiere un qualunque insano gesto. Presenti gli assessori regionali Stefano Vinti e Domenico De Marinis, che hanno provato a convincere i due, insieme alle forze dell’ordine, che tutto poteva risolversi per il meglio. Alla fine è stato richiesto l’intervento dei vigili del fuoco, che hanno liberato i due dalle catene. Poi la polizia li ha accompagnati in un centro regionale per l’impiego.
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