Sono circa 160 lavoratori a rischio, 51 della “Elettrocarbonium” e gli altri da contare nelle ditte esterne che lavorano, o meglio lavoravano, nell’indotto della produzione di elettrodi in grafite, eccellenza del territorio e marchio di fabbrica dello stabilimento di Narni Scalo. Nella giornata di ieri, dopo le forti pressioni sindacali, l’ad dell’Elettrocarbonium, Michele Monachino, ha avviato l’iter di licenziamento collettivo.
Tale pratica, secondo fonti sindacali, garantirebbe ad alcuni dei lavoratori che perderebbero il posto di poter usufruire degli ammortizzatori sociali e, in secondo luogo, accelererebbe i tempi per trovare un imprenditore “più affidabile e serio”.
Le organizzazioni sindacali hanno proposto già per venerdì 6 aprile l’incontro in Confindustria per il confronto sul licenziamento collettivo, data ancora da confermare, visto che ormai le relazioni sindacali e aziendali passano solo attraverso i rispettivi legali.
Sono stati dunque gli avvocati a scrivere a “Elettrocarbonium” per chiedere la conferma della data: “Monachino da tempo non risponde neanche più al telefono” – sostiene un sindacalista – e l’azienda risponderà sempre tramite procedura legale, con due conseguenze dirette: la prima riguarda le ripercussioni che si avranno sui tempi di risoluzione della ‘vertenza’, la seconda andrà d incidere direttamente sui nervi già tesi dei lavoratori, che, con oggi, sono arrivati al nono giorno di blocco continuo delle portinerie, iniziato lo scorso 21 marzo.
Dopo il vertice del Mise dello scorso 4 marzo, quando sia la “Carbon” che l’”Elettrocarbonium” disertarono il tavolo coordinato dal sottosegretario Giampietro Castano, c’era stato un ultimatum di istituzioni e sindacati nei confronti della parti che l’11 marzo avrebbero dovuto chiarire le loro posizioni. L’ultimatum è scaduto da quasi un mese, ma ancora rimane l’interrogativo che si era posto in quella sede “Esiste un futuro produttivo per il sito?”.
Attualmente la risposta sembra essere ‘no’, ma i sindacati sperano che ci possa essere una riconversione della produzione degli elettrodi e passare a nuovi manufatti per salvaguardare almeno la manodopera. Sempre in Via Molise, esponenti del Governo, avevano lasciato intendere che ci fossero altri soggetti con i quali interloquire, per questo, oggi pomeriggio le Rsu si sono riunite con i lavoratori per pianificare l’agenda delle iniziative da intraprendere.
Al primo posto c’è sicuramente una richiesta di incontro urgente al Mise, anche se le dimissioni del Ministro Federica Guidi hanno creato un vero e proprio terremoto nel Ministero. Verrà anche deciso se continuare il blocco delle portinerie. Alla fine della riunione, i delegati sindacali e dei lavoratori sono attesi al Comune di Narni dal sindaco De Rebotti e dalle istituzioni per concertare una strategia comune sulla vertenza.
Oltre ai lavoratori direttamente impiegati in “Elettrocarbonium”, che non hanno ancora ricevuto le spettanze di febbraio, c’è il dramma di altri 100 lavoratori circa impiegati nelle ditte terze dell’indotto che non percepiscono lo stipendio da 5 mesi.
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