“Una città senza l’ospedale non può essere definita una città. Le liste di attesa si abbattono assumendo personale motivato e potenziando l’attività ambulatoriale come previsto per legge, all’occorrenza anche interrompendo la libera professione. Dove guardare se il San Matteo degli Infermi dovesse essere depotenziato? Né a Foligno né a Terni, a Spoleto e basta. Perché non sarà depotenziato, non lo permetteremo. A costo di incatenarmi all’ingresso del nosocomio”. Non un passo indietro per Maria Elena Bececco, candidata sindaco di Spoleto per Spoleto Futura e Forza Italia-Udc, che nel corso dell’incontro pubblico con i colleghi aspiranti primo cittadino ha risposto alle domande dell’associazione San Matteo in maniera chiara e inequivocabile.
“A difesa del nostro ospedale ci dobbiamo impegnare dal primo all’ultimo, a cominciare da noi candidati. Tutti dobbiamo essere disposti a dare una mano a chi di noi sarà sindaco, e dobbiamo farlo con tutte le forze: per l’ospedale non può esserci altra bandiera che quella di Spoleto. Nessun programma di rilancio della città può avere senso se sparisce l’ospedale. Dopo averlo perduto nel giro di una notte, a sei mesi dalla sua riapertura non abbiamo ancora nulla in mano, soltanto spot ma neanche uno straccio di programma su come debba tornare a vivere il nosocomio cittadino. Per mio conto – ha aggiunto la Bececco – sono pronta a dialogare con la Regione al tavolo del Psr ma, all’occorrenza, anche ad intraprendere azioni eclatanti per difendere il nostro sacrosanto diritto alla salute e all’accesso alle cure. Vale per la cardiologia come per il punto nascite, che ci dà identità, come per tutte le altre eccellenze che abbiamo avuto fino a ieri e che ben ricordiamo.
Per le liste d’attesa è giusto stipulare convenzioni con strutture private ma, prima di questo, occorre assumere personale valido e motivato, che non sia costretto a fare intra moenia ma vada ad abbattere realmente le liste d’attesa, come prevede la legge in caso di sforamento dei tempi”.
Riguardo l’integrazione dei due ospedali di Spoleto e Foligno, per Maria Elena Bececco vale il progetto dei sei saggi – tre di Spoleto e tre di Foligno – realizzato durante la sindacatura Cardarelli, durante la quale era proprio la Bececco il vicesindaco con delega alle politiche sociali e della sanità. “Pari dignità dei nosocomi, assenza di doppioni tra le due strutture ma, allo stesso tempo, tutti i servizi necessari a mantenere a Spoleto un Dea di primo livello”.
“La visione per i due ospedali è precisa, con l’ospedale di Foligno dedicato più alle urgenze mentre quello di Spoleto alla chirurgia programmata. Spoleto ha fatto di tutto per tenersi il suo ospedale: pensiamo alla chirurgia robotica, alle tante donazioni ricevute dal San Matteo – a cominciare dalla Fondazione Cassa di Risparmio e non solo. Ce lo dobbiamo ricordare, rispettando tutte quelle realtà che hanno tanto donato e tanto dato al nostro ospedale. Non c’è integrazione senza dignità per tutti i soggetti coinvolti. Questo vogliamo e questo porteremo avanti – ha concluso la candidata –, aggiornando il documento dei saggi sulla base di quanto accaduto negli ultimi anni. I territori e le strutture sanitarie devono prendersi per mano, anche con la Valnerina, perché tutti i cittadini hanno la stessa dignità”.