Giada Martinetti
La condanna in primo grado emessa ieri dal Tribunale di Perugia, nell'ambito dell'inchiesta Zodiaco sul doping dei cavalli della Quintana, nasconde un ulteriore vicenda dal sapore amaro. E' infatti inspiegabile il distacco dimostrato dalle principali istituzioni cittadine, ovvero l'Ente Giostra ed il Comune di Foligno. Un comportamento che getta qualche ombra non fosse che la vicenda rischia di arrecare un enorme danno d'immagine alla kermesse ed alla stessa città. Dagli atti dell'inchiesta sono emerse procedure poco chiare, che evidenziano molte carenze nei controlli: come, per fare un esempio, l'identificazione del cavallo “a vista” invece che attraverso un microchip. Difficile, per un occhio poco esperto, distinguere 2 cavalli simili durante un controllo. Proprio per fare chiarezza su tali procedure l'avvocato di parte civile Gianfranco Angeli, ha annunciato la volontà di UNA e Lav di chiedere un incontro urgente al presidente Metelli e al sindaco Mismetti, auspicando la stesura di un nuovo protocollo che impedisca l'eventuale reiterarsi di azioni dolose a danno dei cavalli.
Sono infatti gli animali le vittime di questa brutta storia, costretti ad assumere farmaci vietati e dannosi allo scopo di aumentare le prestazioni in modo fraudolento. E' palese il divario che si è creato (almeno nell'edizione 2006) fra lo sfarzoso mondo della Giostra fatto di costumi barocchi, gioielli, palazzi nobiliari ed il lavorio sotterraneo di qualche mela marcia, che ha procurato non pochi guai alla salute dei cavalli e gettato fango sulla kermesse cittadina. Gli appassionati “quintanari”, quelli che credono veramente alla nobiltà della giostra, hanno già dichiarato la loro profonda indignazione per questo tipo di comportamenti condannandoli già a suo tempo senza appello. D'altra parte i farmaci rinvenuti dai Nas, i sequestri in studi e abitazioni e le stesse intercettazioni erano già prove più che sufficienti per capire come questo modo di agire criminale fosse entrato nella Quintana.
Lo scandalo ha coinvolto esponenti di ben 5 rioni su 10 (Cassero, Contrastanga, Badia, Mora e Morlupo), la metà esatta. Non poco clamore ha poi suscitato la condanna di Luca Innocenzi, vincitore domenica scorsa della Giostra della Rivincita.
Intanto però le istituzioni, le stesse che hanno preferito non costituirsi parte civile, solitamente veloci come un cavallo (è proprio il caso di dirlo) nel diramare comunicati stampa,hanno per il momento preferito la strada del silenzio. Eppure, Metelli specialmente, non le aveva mandate a dire al Ministro del Tursimo Brambilla che proprio nei giorni scorsi aveva negato alla Quintana il prestigioso marchio di “Patrimonio d'Italia”.
Impossibile contattare dal pomeriggio Metelli e Mismetti. Non resta che annunciar loro 3 domande che tenteremo di porre fra poche ore: Perchè il suo ente non si è costituito parte civile nel processo? Crede che vadano cambiati i controlli e in quali tempi? Proporrà degli interventi nei confronti di coloro che sono stati condannati in primo grado e che continuano a gravitare intorno alla Quintana?
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