La conoscenza e la prevenzione del doping attraverso l’analisi dei dati e delle più recenti scoperte nel campo delle sostanze dopanti è stato il tema al centro dell’incontro-dibattito sul doping che si è svolto presso la Sala della Partecipazione della Regione Umbria.
L'iniziativa, organizzata congiuntamente da Regione Umbria, Coni e Ussi, ha avuto come spunto iniziale quello del libro-progetto “Il doping e le sostanze dopanti” (riassume le moderne definizioni di doping con elenchi aggiornati delle sostanze indicate come tali, offre una lettura a 360° del fenomeno, suggerisce alcune piste di intervento in ambito di educazione sanitaria), “progetto – ha affermato il dottor Fausto Bartolini, uno degli autori del libro – che rientra nell’esigenza di informare i cittadini (in primo luogo è rivolto agli sportivi e a tutti gli operatori socio-sanitari vicini al mondo dello sport) circa le corrette pratiche da rispettare per vivere al meglio la propria salute”.
Numerosi gli interventi, i quali hanno sviluppato il grande problema del doping dal punto di vista legale, sportivo e socio-politico. Oltre al dottor Bartolini (direttore del Dipartimento assistenza farmaceutica ASL 4 Terni e consulente del Coni Umbria per le attività di ricerca concesse al doping), coordinati da Remo Gasperini (presidente regionale Ussi – Unione Stampa Sportiva Italiana), hanno partecipato anche l’assessore regionale Fabrizio Felice Bracco (Beni culturali, Spettacolo, Turismo e Sport), il presidente del Coni Umbria Valentino Conti, il presidente della Maya Idee, casa editrice del libro, Gianluigi Cussotto, e il capitano Marco Vetrulli dei Nas dei Carabinieri.
Quest’ultimo ha sottolineato come “i controlli dei Nuclei Antisofisticazioni e Sanità dell’Arma dei Carabinieri sono molti, ma la strada è ancora lunga”. “Un fenomeno da non sottovalutare – ha aggiunto Vetrulli – è quello del commercio e uso di sostanze dopanti reperibili anche mediante internet. In questo senso occorre arrivare al più presto ad una legislazione simile a quella che c’è per la droga”. Il capitano Vetrulli ha poi ricordato alcuni dati nazionali riferiti al 2011, con 471 denunciati, 34 arrestati e 154.896 confezioni e fiale di sostanze dopanti sequestrate.
“Il desiderio di spingersi oltre i propri limiti e il ricorso al famoso “aiutino” – ha poi dichiarato Bartolini – sono nati di pari passo con lo sport. Ma gli elenchi delle sostanze e delle pratiche proibite nello sport (steroidi, anabolizzanti, ormoni della crescita e oggi anche la nuova frontiera del doping genetico) si allungano ogni anno di più, e con essi la lista degli escamotages messi in atto per eludere i controlli”.
Dai dati epistemologici riportati nel libro emerge che il fenomeno doping è diffuso sia in ambiente professionistico che dilettantistico, e riguarda le fasce più giovani della popolazione che spesso non conoscono gli effetti nocivi dei farmaci.
“Ne mondo professionistico attuale – ha detto l’assessore regionale Bracco – il fenomeno del doping è stato di molto contenuto rispetto al passato, mentre si è diffuso invece nello sport amatoriale e dilettantistico. Su questo versante quindi il nostro impegno deve essere massimo, continuando a lavorare utilizzando tutti gli strumenti a disposizione, e questo progetto editoriale va certo in questa direzione”.
“Come Coni Umbria – ha affermato il presidente Conti – continuiamo l’opera di sensibilizzazione e di lavoro su questo fronte e per questo motivo abbiamo appoggiato il lavoro del dottor Bartolini, tra l’altro da anni nostro consulente per le attività connesse al doping. La mia azione all’interno del Coni regionale ha continuato in un certo senso quanto di buono era stato fatto dal mio predecessore, il professor Ruggero Rossi. Numerose sono le campagne di informazione e di formazione fatte che hanno coinvolto a tappeto le istituzioni e le strutture che sono a contatto con la figura dello sportivo, a partire dalle scuole, alle palestre, fino ad arrivare alle famiglie, e ad altri operatori sanitari quali i farmacisti e i medici di Medicina generale. Ma purtroppo questo fenomeno è molto forte anche in Umbria, perché questa problematica viene ancora poco recepita come tale dal mondo sportivo”.
Il dottor Bartolini ha infine ricordato che la lotta è dura, perché “la massiccia richiesta di farmaci e prodotti vietati nello sport alimenta un commercio sommerso che, secondo i dati forniti da Libera (coordinamento di associazioni contro le mafie), in Italia produce un giro d’affari annuo di oltre 600 milioni di euro” e perché “la scienza del ‘magheggio’ va molto più veloce di quella utile”.
Doping: “una pratica illegale in continua crescita”. Nel 2011, 471 denunciati, 34 arrestati e 154 mila confezioni di sostanze dopanti sequestrate
Mar, 19/06/2012 - 12:06