Donna bruciata, il gip non crede all'ex e lo spedisce in carcere - Tuttoggi.info

Donna bruciata, il gip non crede all’ex e lo spedisce in carcere

Redazione

Donna bruciata, il gip non crede all’ex e lo spedisce in carcere

Disposta la misura cautelare in cella per Hasan Varoshi. Alessandra P. svegliata dal coma
Sab, 04/02/2017 - 11:26

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Carcere per Hasan Varoshi, il 25enne albanese ritenuto responsabile dell’incendio appiccato lunedì scorso in una casa di Gaifana, Nocera Umbra, in cui una 40enne del posto, Alessandra P. è rimasta ustionata. Lo ha deciso il gip di Spoleto, Federica Fortunati, che evidentemente non ha creduto alla versione offerta dall’indagato.

La versione della difesa Il ragazzo, assistito dall’avvocato Ubaldo Minelli, ha infatti detto al gip che era andato a casa della sua ex dopo che lei aveva inviato un video hard che li ritraeva alla sua attuale fidanzata. Ha detto di essere andato lì e averla trovata che puliva casa con dell’alcol e che, durante il litigio nel corso del quale, lui gli ha anche distrutto il telefono, il flacone di alcol è finito su una stufa. Da lì si sarebbero originate le fiamme che avrebbero investito lei, per la maggior parte. Lui infatti ha sostenuto addirittura di averla salvata e di aver rotto il vetro della finestra per tirarla fuori di lì.

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“Non ero andato per uccidere”. “Non ho buttato giù la porta, ho suonato e mi ha aperto”, ha raccontato assistito dall’avvocato Ubaldo Minelli. Non solo, “non avevo portato una tanica di benzina, lei stava pulendo la cucina con l’alcol e mentre litigavamo, per rabbia, ho dato un calcio al flacone da due litri e l’ho scagliato via. Il liquido è fuoriuscito ovunque ed è finito anche sulla stufa a pellet, qui si è infiammato e il fuoco ha invaso la casa e anche Alessandra ha preso fuoco”. La prima parte del racconto dell’indagato, sottoposto a fermo di indiziato è già completamente diverso da quello della tesi d’accusa.

“Io le ho salvato la vita e lei mi ha ringraziato”. Ma c’è di più “io ero fuori dal fuoco – prosegue il racconto – ma mi sono ustionato le braccia perchè ho salvato Alessandra. Le ho salvato la vita prendendola in braccio e quando la finestra non si apriva, l’ho spaccata per portarla fuori, quel sangue che hanno trovato su di lei è mio. Analizzatelo”. Così ha detto al giudice, che evidentemente non ha creduto a questa versione. “Lei mi ha ringraziato, quando l’ho posata sulla scala. Andate a Genova (la donna è ricoverata lì in un centro per grandi ustionati, ndr) e fatevelo dire”.

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L’accusa Il pm di Spoleto Michela Petrini ha però chiesto la custodia cautelare in carcere dicendo che era stata la stessa vittima ad indicarlo come responsabile di quel che le era accaduto e che in casa era stata trovata una tanica con del liquido infiammabile, adesso al vaglio dei carabinieri. Non solo, nel circuito di telecamere all’interno della casa devono esserci le immagini di tutto quel che è accaduto.

Svegliata Intanto, ieri mattina, Alessandra P. è stata svegliata dal coma in cui l’avevano indotta i medici non appena soccorsa. La donna non è ancora in grado di parlare con gli inquirenti ma, ben presto accadrà e arriverà la sua versione dei fatti.

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