Don Lucio Gatti, ex parroco di Cenerente, ha patteggiato durante l'udienza preliminare ed è stato condannato a due anni con pena sospesa dal giudice del tribunale di Perugia Alberto Avenoso per l’accusa di molestie e abuso di mezzi di correzione. Don Lucio Gatti oggi non si è presentato in aula.
La vicenda scaturì dalla denuncia di ragazzi ospitati nella struttura che descrissero episodi a carattere sessuale, ma anche percosse e violenze fisiche e psicologiche. Anche la trasmissione televisiva Le Iene si occupò del caso con un servizio nel quale si riportavano le testimonianze di persone che erano state ospiti in una struttura protetta della diocesi e che avrebbero subito degli approcci sessuali da parte del sacerdote.
Don Lucio Gatti, difeso dall'avvocato Nicola Di Mario, ha sempre rigettato le accuse a suo carico dichiarandosi estraneo ai fatti. La scelta di patteggiare (avvallata anche dall’accusa) a 24 mesi per un reato di “lieve entità” perché non riferito a violenza consumata, potrebbe essere stato il tentativo della difesa di non entrare in un lungo e “clamoroso” processo. Le parti civili (i ragazzi che lo denunciarono) però hanno già annunciato azioni in sede civile. Alcune delle accuse mosse al sacerdote, sempre a spiegare l’avvallo del rito alternativo da parte dell’accusa, sarebbero state presentate attraverso querela oltre i termini consentiti dalla legge.
''La scelta processuale operata dal mio cliente – ha spiegato l'avvocato Di Mario – non manifesta alcun significato conclusivo in senso colpevolista ma riflette la precisa volontà di definire, in tempi rapidi, le contestazioni di addebito, evitando maggiori tensioni emotive e prolungate strumentalizzazioni che coinvolgono soggetti estranei alla vicenda. L'indagato ha ritenuto di privilegiare un rito alternativo senza che ciò possa considerarsi, dal punto di vista giuridico, ammissione di responsabilità o confessione per comportamenti concludenti''.
Aggiornato ore 17.06
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