Domenica 29 marzo in tutte le chiese dell'arcidiocesi di Spoleto-Norcia in cui verrà celebrata la messa, così come in tutti gli altri luoghi di culto dell'Umbria, ci sarà la grande colletta per la costituzione del “Fondo di solidarietà delle Chiese umbre”. Gli otto vescovi chiedono ai cristiani che vivono nella terra dei santi Benedetto e Francesco di riprendere l'antica tradizione della “decima”. Beneficiari degli aiuti saranno quelle famiglie che si trovano in difficoltà economiche a causa della crisi finanziaria. Nella chiesa cattedrale di Spoleto – domenica 29 alle ore 17 – sarà personalmente l'arcivescovo mons. Riccardo Fontana a raccogliere le offerte dei fedeli. Saranno presenti delegazioni di tutte le Caritas parrocchiali.
I soldi che verranno messi insieme domenica 29 marzo, così come quelli già arrivati da molti Istituti Bancari e altre Istituzioni, andranno ad aiutare le famiglie con figli o in attesa di prole, monoreddito, con capofamiglia che abbia perduto il lavoro e non sia sufficientemente coperto da ammortizzatori sociali o non abbia sinora avuto un lavoro stabile. Il “Fondo di solidarietà” ha una funzione integrativa alle iniziative sociali già esistenti. Gli interventi saranno rivolti a diverse forme di aiuto: pagamento rata d'affitto, utenze primarie (acqua, luce, gas, riscaldamento…) e acquisto di generi alimentari, medicinali, materiale igienico-sanitario per neonati, corredo e libri scolastici per bambini e ragazzi, fino ad un massimo di 500 EURO mensili per due anni. Per accedere agli aiuti del “Fondo di solidarietà” basta contattare il proprio parroco o gli operatori della Caritas parrocchiale, oppure direttamente la Caritas diocesana di appartenenza, dove gli interessati saranno assistiti o indirizzati nel presentare la domanda di aiuto da inoltrare all'apposito Comitato regionale di gestione del “Fondo”.
I vescovi sono convinti che la gente dell'Umbria risponderà fattivamente all'appello della Chiesa, come già accadde per l'emergenza terremoto del 1997. “Sta arrivando una nuova e diversa emergenza”, afferma l'arcivescovo Fontana. Non crollano le case, ma i posti di lavoro. Se non attiviamo la solidarietà – nome laico di quella favolosa virtù cristiana che è la carità – rischiamo di compromettere il futuro, soprattutto delle nuove generazioni. La violenza dei numeri, in questa inevitabile trasformazione del sistema, rischia di assomigliare davvero ad un terremoto. Dall'Alto Tevere al comprensorio narnese, dalla nostra Minerva alla ben più grande Merloni – il concetto di fabbrica, il luogo sicuro di lavoro, la prospettiva di futuro – sono oggetto di radicali e profonde mutazioni. La terra dei Santi Benedetto e Francesco, nei momenti che contano, riesce ad aggregarsi nel compiere gesti all'altezza della sue radici cristiane”, continua mons. Fontana. “Siamo sicuri, conclude, che ogni umbro vorrà fare la sua parte, nei modi e nelle misure che crederà opportune. Siamo certi che nessuno si tirerà indietro, fosse anche facendo uno di quei piccoli gesti, di quelli che solo Dio vede”.
Al Fondo di solidarietà è possibile contribuire anche dopo la colletta di domenica 29 marzo nelle seguenti modalità: consegnare un'offerta alla parrocchia di appartenenza; fare un bonifico bancario sul conto corrente intestato a: ” Conferenza Episcopale Umbra – “Fondo di Solidarietà delle Chiese umbre” presso CARISPO, filiale di Perugia (via Martiri dei Lager, 74) – IBAN IT 18 F 06315 03000 000000081040; inviare un assegno intestato a “Fondo di Solidarietà delle Chiese umbre”, spedito a: “Fondo di Solidarietà delle Chiese umbre”, piazza IV Novembre, 6 – 06123 Perugia. Ogni utile informazione la si può trovare all'indirizzo: www.chiesainumbria.it/colletta.
