Spoleto

Domani cinema gratis per “Lettere a Francesca” alla Sala Frau dedicato a Vincenzo Rippo

Sarò proiettato domani, domenica 2 gennaio alla Sala Frau con inizio alle ore 11 (ingresso gratis con obbligo di green pass e mascherina Ffp2, fino ad esaurimento posti), il docufilm realizzato dal celebre regista Stefano Alleva dedicato alla poliedrica figura di Vincenzo Maria Rippo, l’indimenticato scrittore e poeta vissuto a Spoleto la cui produzione artistica lo rende tra i personaggi più importanti del panorama letterario italiano.

Studiato alla Università Federico II di Napoli, figura “ricercata” in diverse Tesi di laurea alla Sorbona di Parigi, l’opera di Vincenzo Maria Rippo non trova altrettanta attenzione nei licei della sua amata Spoleto.

La sua giovanissima esistenza è stata paragonata per molti versi a quella di Giacomo Leopardi: entrambi hanno vissuto a Napoli e Porto Recanati, entrambi scomparsi nel fiore delle rispettive produzioni artistiche, seppur Rippo a soli 23 anni, tutti e due catturati da figure femminili, il poeta marchigiano da Silvia, quello spoletino dalla ligure Francesca, con cui intrattenne un lungo scambio epistolare pur avendola conosciuta solo per due ore, anni dopo l’inizio della loro corrispondenza.

Lettere a Francesca, al cinema gratis

“…cara Francesca, sfogliando le pagine di un giornale, ho avuto l’occasione di incontrare il tuo nome, e ho pensato di scriverti…”. E’ il 17 gennaio 1965 quando Rippo scrive la sua prima lettera alla ragazza di Genova.

Ed è attraverso le 19 lettere, che Francesca, alla notizia della morte di Vincenzo, raggiunta Spoleto, restituirà alla mamma di quest’ultimo affinché le possa conservare degnamente, che il regista Stefano Alleva ripercorre la vita del poeta spoletino, i suoi sentimenti, i valori della fede, gli anni della contestazione giovanile, attraverso anche i ricordi dei suoi amici con cui Rippo fondò anche la band degli Alogeni per la quale scriveva i testi delle canzoni.

L’incontro ‘letterario’ tra i due giovani, dopo una serie di iniziali riservatezze, trasposte sul piano del paradosso e del grottesco, provoca gradualmente una reazione a catena di abbandoni sentimentali e verbali, che la distanza e la non conoscenza personale sembrano in qualche modo valorizzare. La lontananza accompagna ed aiuta una più agile e spregiudicata messa a nudo della propria anima. Il carteggio si dissolve nelle spire avvolgenti di una poesia, che si pone, ancora una volta, come possibile occasione, se non di salvezza, almeno di sopravvivenza” ha scritto il Professor Francesco D’Episcopo, Ordinario di filologia moderna alla Federico II di Napoli.

Spoleto ricorda Vincenzo Maria Rippo a 50 anni dalla morte

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