(Adnkronos) – “Il divieto imposto dal ministro Valditara sull’utilizzo dei cellulari nelle scuole è una misura necessaria, ma rappresenta anche una sconfitta per noi genitori. E’ sconvolgente che si sia dovuti arrivare a un provvedimento così drastico per riconoscere l’ovvio: i cellulari sono una fonte di distrazione e non dovrebbero avere alcun posto nelle aule scolastiche”. Così all’Adnkronos Salute Giuseppe Lavenia, psicoterapeuta e presidente dell’Associazione nazionale dipendenze tecnologiche Gap e cyberbullismo, interviene dopo l’annuncio del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, di una circolare che vieta dal prossimo anno scolastico l’utilizzo del cellulare a qualsiasi scopo, anche didattico.
“Fino ad ora, il nostro approccio all’educazione digitale è stato sbagliato: diamo ai bambini uno smartphone e poi, quando sono adolescenti, cerchiamo disperatamente di imporre regole e limiti. Questo è il modo più sbagliato possibile. Dovremmo fare esattamente l’opposto – avverte Lavenia – Prima di tutto, dobbiamo insegnare ai nostri figli a cosa serve uno smartphone, quali sono i rischi, i pericoli della manipolazione e della distrazione. Solo dopo averli resi consapevoli, permettere loro di accedere alla rete e alle applicazioni, quando avranno raggiunto l’età giusta”.
“E allora, perché non possiamo resistere fino a 14 anni? Esiste già una legge europea sulla privacy che vieta l’accesso dei minori in Rete prima di quest’età. Ignorare questa normativa – ammonisce l’esperto – significa esporre i nostri figli a rischi inutili e fallire nel nostro ruolo di educatori”.
Secondo Lavenia, “non c’è nulla di male nello spiegare ai nostri figli che devono prima fare un percorso ed essere pronti prima di avere lo smartphone. Spesso, diamo lo smartphone a bambini di 6/7 anni perché non siamo più capaci di dire no e mantenere quei no. Non siamo capaci di gestire il pianto o la rabbia di un figlio, ma in realtà, attraverso questo, stiamo insegnando loro due cose fondamentali: il rispetto delle regole e la capacità di gestire la frustrazione. Queste competenze sono essenziali per la loro vita futura”.
“Dobbiamo essere anche noi un buon esempio. Non si tratta di demonizzare la tecnologia, ma di trovare un equilibrio, e questo si può fare solo attraverso l’educazione e la formazione. Insegnare ai nostri figli a utilizzare la tecnologia come uno strumento utile, piuttosto che una distrazione costante, è fondamentale per il loro successo e benessere. Questo richiede un impegno congiunto tra genitori, scuole e istituzioni. Solo così – conclude – potremo formare generazioni capaci di utilizzare la tecnologia in modo efficace e produttivo, senza esserne sopraffatte. È tempo di prendere sul serio il nostro ruolo e iniziare a costruire un futuro migliore per i nostri figli, con regole chiare e un’educazione solida fin da subito”.