Buone notizie dai distretti umbri, che reagiscono alla crisi economica innescata dall’emergenza Covid, cercando il recupero. Le esportazioni distrettuali umbre sono tornate in territorio positivo nel terzo trimestre 2020, con una crescita dell’8,3% e un valore di vendite all’estero nei primi nove mesi di 537 milioni di euro (-6,4% la variazione tendenziale).
L’analisi del Monitor dei Distretti dell’Umbria, realizzato dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, mostra come il distretto della Maglieria e abbigliamento di Perugia si distingua tra i distretti italiani che hanno registrato nel terzo trimestre 2020 la crescita dell’export maggiore in valore tra i circa 160 distretti monitorati, con +12,1%.
Il dato risulta ancora più rilevante visto che il sistema moda ha sofferto maggiormente gli effetti della crisi in corso in seguito alle misure di contenimento, che hanno imposto la chiusura delle realtà produttive nei mesi primaverili per le restrizioni ancora presenti nella componente a valle della distribuzione, per i minori flussi turistici e per la riduzione della propensione al consumo. Tanto che nel secondo trimestre del 2020 il distretto Moda di Perugia aveva perso più del 37% proprio a causa del lockdown.
Nel terzo trimestre il distretto si mostra resiliente sia nella componente della maglieria (+13,2%) sia nel comparto dell’abbigliamento (+10,0%). Complessivamente, nei primi nove mesi il distretto riesce a limitare il calo delle esportazioni al -7,9%.
La buona reazione nel trimestre estivo è diffusa ai principali mercati di destinazione e in particolare verso gli Stati Uniti (+8,8%), la Federazione Russa (+25,9%) e verso la Cina (+72,9%), a dimostrazione della capacità di cogliere la ripresa dei consumi in particolare nel mercato asiatico.
Una tenuta delle esportazioni è stata evidenziata anche dal distretto dell’Olio umbro, che ha confermato nel periodo analizzato lo stesso valore dei mesi gennaio-settembre 2019: trainante la crescita delle esportazioni verso la Francia, mercato verso il quale il distretto ha più che raddoppiato il valore di export (+128%), divenuto il primo mercato di sbocco. Bene anche le vendite verso la Federazione Russa (+45,7%) e la Svizzera (+34,8%), mentre frenano le esportazioni negli Stai Uniti (-49,7%).
Il distretto dell’Olio umbro è l’unico che tra gennaio e settembre 2020 non ha perso quote di esportazioni (+0,9%). Confermando che il settore alimentare è stato tra quelli meno colpiti dal lockdown.
Segna un rimbalzo importante anche il distretto del Mobile dell’Alta Valle del Tevere che, pur attestandosi ancora in perdita, contiene il calo al -2,1% dopo il crollo del -28,9% nel secondo trimestre. Tra gennaio e settembre 2020 il Distretto ha visto un calo delle esportazioni del 14,5%.
Tra i mercati di destinazione sostengono le esportazioni del distretto le vendite verso la Germania (+13,2%) e la Svizzera (+18,6%), mentre continuano a diminuire le esportazioni verso Francia (-18,7%) e Regno Unito (-16,6%).
I risultati emersi nei mesi estivi in termini di esportazioni testimoniano la buona capacità di reazione del tessuto produttivo distrettuale umbro; le stime sul 2020 restano comunque incerte, penalizzate inoltre dalla recrudescenza della pandemia nei mesi autunnali. Nel corso del 2021 l’export distrettuale potrà tornare a competere e riprendere un percorso di crescita sostenuto da buone prospettive della domanda internazionale soprattutto nella seconda parte dell’anno.
“L’Umbria esprime dei fondamentali solidi, che sono la forza dei nostri distretti industriali. Sono convinto che la situazione economica potrà recuperare appena si normalizzerà quella sanitaria, grazie al vaccino, dichiara Luca Severini, direttore regionale Toscana e Umbria Intesa Sanpaolo. Nella prima fase del lockdown abbiamo assicurato alle PMI la necessaria liquidità per resistere all’impatto iniziale, concedendo 7.800 moratorie alle imprese umbre, per un debito residuo pari a 1,2 miliardi di euro, oltre a più di 5.900 finanziamenti per l’emergenza Covid, pari a oltre 500 milioni di euro. In questa seconda fase le aziende si concentrano sulle azioni utili al rilancio, ovvero l’innovazione, l’internazionalizzazione, il rafforzamento del digitale, la svolta green, leve fondamentali per rispondere all’attuale contesto. Noi siamo pronti a fornire il massimo sostegno, non solo finanziario”.