Oltre tre milioni di euro percepiti illecitamente per aver attestato falsamente di avere un impianto di produzione di energia alimentato da fonti rinnovabili, quando invece, secondo l’accusa, mancavano i requisiti.
FONTI RINNOVABILI E FALSE ATTESTAZIONI
E’ per questo motivo che i legali rappresentanti delle Distillerie Di Lorenzo di Ponte Valleceppi sono stati rinviati a giudizio oggi per truffa aggravata dal giudice per l’udienza preliminare, Piercarlo Frabotta. Assieme a loro andranno a giudizio anche due responsabili tecnici che per il sostituto procuratore Manuela Comodi, titolare dell’inchiesta, avrebbero violato i valori massimi di emissioni di polveri in atmosfera.
ANTIPUZZA
Contro i quattro imputati, a processo è finita anche la società, si sono costituiti parte civile il comitato ‘I Molini di Fortebraccio’ (assistito dall’avvocato Valeria Passeri) e il comitato ‘antipuzza’, insieme al Gestore dei servizi energetici che aveva avallato l’erogazione di tre milioni e mezzo di euro di contributi alle distillerie.
A PROCESSO
Secondo il capo d’imputazione, i due rappresentanti legali – difesi dagli avvocati Francesco Falcinelli e Michele Bromuri – avrebbero «alla apposita commissione del G.S.E., alla quale avevano inoltrato la domanda per la qualificazione con allegata ‘dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà’ per il riconoscimento dell’impianto I.A.F.R. false dichiarazioni attestanti il possesso dei requisiti per il riconoscimento della qualifica ai fini della concessione degli incentivi, inducendo in errore il Gse sulla consistenza e sul sistema di funzionamento dell’impianto», procurandosi così un «ingiusto profitto derivante dall’illecito incasso dei contributi erogati pari a euro 3.532.360 euro». Per i quattro imputati il processo è stato fissato per il sette novembre prossimo davanti al giudice monocratico del tribunale penale di Perugia.