Ambientalisti versus Distillerie: uno a zero. Il giudice Michele Moggi del tribunale civile di Perugia ha rigettato in primo grado la domanda di risarcimento presentata nel 2013 dalle Distillerie Di Lorenzo di Ponte Valleceppi nei confronti di Anna Rita Guarducci, Goffredo Moroni e Franco Granocchia (Guarducci, difesa dall’avvocato Emma Contarini, Granocchia, difeso dagli avvocati Massimo e Leonardo Perari, e Moroni, assistito dall’avvocato Francesco Sardegna). Una decisione che segna un punto a favore dei tre ambientalisti che per un certo periodo hanno preso posizioni forti contro l’attività dell’azienda di Ponte Valleceppi, la prima in qualità di allora presidente del circolo di Legambiente Perugia, il secondo come presidente del comitato “I Molini di Fortebraccio” ed infine Granocchia come esponente dell’Italia dei Valori ma anche fondatore di alcuni comitati di cittadini e consigliere provinciale.
Richiesta di risarcimento milionaria. Nell’atto di citazione è stato scritto che i tre “Con le calunniose denunce, gli esposti, le interviste e le dichiarazioni da loro rilasciate; con la diffusione di volantini con foto artefatte, con le interrogazioni e le richieste di accesso alle pratiche per l’autorizzazione dell’impianto a biomasse, e con ogni altro genere di condotta, nella loro veste di presidenti o promotori dei comitati degli ambientalisti, hanno causato alla Distillerie G. Di Lorenzo S.r.l. ingiusti danni morali e patrimoniali”. Il tutto quantificato in una richiesta di risarcimento da 1 milione e 800 mila euro. Da far tremare le vene e i polsi, la citazione con quale gli avvocati Francesco e Margherita Gatti hanno chiamato in causa i tre esponenti chiedendogli conto dei danni che avrebbero provocato all’azienda rallentandone l’attività con le loro proteste. In particolare a Granocchia viene anche contestato un volantino a sua firma nel quale una foto di un panorama a colori contrasta con il profilo della distilleria lasciato invece in bianco e nero. Per l’azienda si tratta di una foto artefatta ad arte che lede l’immagine, per il giudice invece quella grafica non è fatta per “ingannare chi guarda il volantino e fargli credere che il fumo che esce dalla ciminiera è nero e non bianco ma, piuttosto, è volta ad evocare la capacità inquinante della distilleria”.
Libertà di critica e diritto di cronaca. Il giudice Moggi nel formulare la sentenza cita la Costituzione: prima l’articolo 2 del quale ricorda “il diritto all’onore ed alla reputazione”, poi passa all’articolo 21 “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.”. E’ il legale di Granocchia, avvocato Leonardo Perari (che lo assiste congiuntamente all’avvocato Massimo Perari) a sottolineare: “Il giudice ha riconosciuto come lecito il comportamento e le dichiarazioni di Granocchia in tutta questa vicenda – spiega – Mi preme specificare che il giudice lo riconosce tale sulla base dell’art 21 della Costituzione che tutela libertà di manifestazione del pensiero come massima conquista di uno stato democratico”. Cioè Granocchia stava esercitando un diritto costituzionalmente riconosciuto.
Adesso sarà la distilleria a dover pagare: 22 mila euro ad ognuno dei tre convenuti per le spese di lite. Già si profila il ricorso.