del circolo Sel Terni
Nel Marzo 2012 scadrà il termine concesso dalla Regione Umbria alla TK AST di Terni per trovare una soluzione allo smaltimento delle scorie di lavorazione attualmente depositate nella discarica di Valle, di proprietà della stessa TK AST.
Tenuto conto che la produzione di scorie da parte dell’Acciaieria è pari a circa 500/600 mila T/anno è evidente l’importanza della questione.
L’Arpa di Terni ha presentato, alcuni mesi fa, alla Provincia, al Comune ed alla TK Ast stessa, un progetto di recupero industriale delle scorie prodotte che, attraverso un impianto di raffinazione, possono essere riutilizzate nell’edilizia, miscelate in bitume e calcestruzzo.
Tale progetto, se realmente condiviso ed applicato, permetterebbe di avere molteplici vantaggi, ambientali ed economici, per il territorio e per la stessa TK AST.
Infatti, il riutilizzo delle scorie favorirebbe un recupero di un rifiuto che, altrimenti, andrebbe ad incrementare il volume della discarica di Villa Valle, di certo non auspicabile dati gli elementi di criticità presenti nell’area. Tale pratica andrebbe, inoltre, nella direzione di chiudere in maniera sostenibile il ciclo dei rifiuti nello stesso territorio. Da considerare anche che le autorizzazioni per il conferimento nella discarica sono una soluzione temporanea in quanto si prevede che con gli ipotetici quantitativi fusori stimati (1,5 Milioni di Tonnellate anno di fuso) si raggiungerà la massima capienza della discarica in tempi estremamente ristretti.
Da non trascurare che tale soluzione risolverebbe alla TK AST il problema di dovere dare risposte ambientalmente compatibili ai processi di lavorazione dell’acciaio, di cui lo smaltimento delle scorie sono solo un aspetto, pure importante (vedi il problema delle polveri c.d. di Prisciano). Anche i costi che la TK AST dovrebbe sostenere, sia in quanto inadempiente ai sensi del termine del 12 marzo 2012, sia in quanto produttrice di “rifiuti”, sarebbero annullati o, quantomeno, sensibilmente ridotti: situazione molto importante per una azienda che della riduzione dei costi industriali ha fatto sempre una priorità.
Altro aspetto ambientale rilevante è quello della diminuzione della quantità di materiale vergine estratto dalle cave; infatti la scoria può essere “riutilizzata” per la produzione di conglomerati cementizi e bituminosi, sia in campo edile sia nell'industria vetraria; la conseguenza è, appunto, una diminuzione delle necessità di estrarre materiale direttamente dalle cave, con conseguenti benefici anche paesaggistici.
Infine, ma non ultimo, l’aspetto occupazionale. La creazione di un’azienda (o un’associazione di aziende…) in grado di risolvere l’aspetto ambientale, di chiudere il ciclo dei rifiuti speciali e di dare al territorio nuove opportunità di lavoro è la soluzione che le Istituzioni possono e devono favorire.
Chiediamo, quindi, all’Amministrazione Comunale ed alla Provincia di Terni, Ente a cui nel frattempo è stato delegato il compito di vigilare alla osservanza dei disposti dell’AIA (Autorizzazioni Integrate Ambientali), di smettere di tergiversare e di adoperarsi affinché tale progetto possa essere operativo, informando la comunità delle fasi di attuazione del progetto, visto l’approssimarsi di una scadenza che potrebbe, nel caso che nulla si faccia, produrre gravi problemi all’economia e all’ambiente – al tempo stesso – del territorio.