Di certo c’è solo che ci sarà “un disavanzo”, verrebbe da scrivere, riprendendo l’attacco del celebre articolo di Tommaso Besozzi. Perché quando si parla di sanità, in Umbria, fioccano le cifre. l conseguenti letture del bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno, a seconda che lo si guardi da destra o da sinistra.
“Dobbiamo attendere fine febbraio – inizio marzo 2026 per avere un dato reale” ha detto in Aula la governatrice Stefania Proietti, rispondendo ad un’interrogazione dei consiglieri FdI Eleonora Pace, Paola Agabiti e Matteo Giambartolomei. Che ribandendo come il disavanzo strutturale delle 4 Aziende
sanitarie umbre nel 2024 “sia stato strumentalmente utilizzato per annunciare un buco di bilancio di 243 milioni di euro in sanità che non esisteva”, portando ad una manovra di tasse aggiuntive da 184 milioni, hanno chiesto i numeri reali dei bilanci della sanità umbra.
“La situazione economico finanziaria per l’esercizio 2025 – la premessa della governatrice nella sua risposta – è molto complessa e risente di una intesa, che risale al 24 novembre e non ancora sottoscritta, che stabilisce i criteri di riparto di alcune delle quote del fondo sanitario nazionale. Il disavanzo delle Aziende è rappresentato dalla spesa effettuata nel 2024 rispetto al finanziamento del fondo sanitario nazionale. Rispetto a queste incertezze, la buona notizia per il prossimo anno – ha confermato – è il riparto della quota premiale, una una-tantum che cambia di anno in anno e nel 2025 è stata maggiore, grazie al nuovo criterio della ‘dispersione territoriale’. Un cambiamento – ha evidenziato – arrivato dopo che per anni Regioni come la nostra e molte altre hanno chiesto di modificare i criteri di riparto del fondo. Rispetto alla crescita della spesa sanitaria (+4% nel 2024) lo stanziamento è aumentato solo dell’1.35%. Ma la quota del fondo destinata all’Umbria sarà ancora inferiore – ha precisato Proietti – fermandosi
all’1%, per effetto degli attuali criteri di riparto”.
La presidente ha poi aggiunto: “Le rilevazione che abbiamo oggi per le aziende riguardano il terzo trimestre 2025 ma solo nel quarto trimestre sarà possibile valutare l’impatto di tutte le contabilizzazione di fine esercizio. Dobbiamo quindi attendere fine febbraio – inizio marzo 2026 per avere un dato reale.
Ad oggi abbiamo il saldo della mobilità interregionale che, basandosi sul periodo 2022/24, viene stimato in 50 milioni per il 2025. Anche questo dato concorrerà al disavanzo, che ci sarà”.
Concludendo: “I risultati economici al terzo trimestre risultano in linea con quelli del 2024. Il disavanzo nel 2025 non verrà azzerato ma contiamo in una riduzione”.
Una risposta che ha fatto infuriare l’opposizione. “Volevo i dati al terzo trimestre – la replica di Pace – ma non li ho avuti. Sappiamo solo che siamo in linea con il 2024 e quindi avremo lo stesso disavanzo, nonostante i 184 milioni di euro di tasse e le presunte iniziative straordinarie. Scopriamo quindi che il disavanzo rimane uguale e che quindi probabilmente a marzo verrà scoperto un nuovo buco nei bilanci mentre l’importo preciso degli stessi ad oggi non ci viene comunicato. Questo disavanzo strutturale, ci è stato finalmente chiarito, viene da lontano, probabilmente dal 2015, ben prima della Giunta Tesei. Nel frattempo – ha concluso l’esponente di FdI – anche la mobilità passiva non è migliorata”.